L’obbligo di fatturazione elettronica è il terzo elemento di una riforma che mira a contrastare l’evasione. Ma la sua efficacia dipende dalla capacità di trasformare la grande quantità di dati raccolti in qualità dell’azione di prevenzione e adeguamento.
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L’Iri permette di uniformare la tassazione delle imprese ed eliminare la penalizzazione al reinvestimento degli utili per società di persone e imprese individuali. Ma la legge di bilancio ne rinvia l’applicazione al 2018, solo per recuperare 2 miliardi.
Il superamento delle clausole di salvaguardia è previsto dalla legge di bilancio. Ma il problema si riproporrà. Il prossimo parlamento dovrebbe perciò affrontare le problematiche legate all’Iva con un approccio sistemico. Così da ridurre e prevenire l’evasione.
Il fatto che persone e aziende dei paesi avanzati utilizzino i paradisi fiscali non dovrebbe suscitare tanta ipocrita sorpresa. Se davvero si vuole farla finita con queste pratiche sono necessari interventi decisi, da applicare a livello internazionale.
Il vertice UE di Tallinn ha rimandato ogni decisione sulla web tax ai lavori della Commissione. Che sostiene che i profitti di un’impresa devono essere tassati dove il “valore” è creato. Ma come farlo tecnicamente? Tre le ipotesi e tutte da definire.
Dall’Ecofin di Tallin è uscito solo un invito alla Commissione europea a formulare una proposta di web tax. Ma l’iniziativa di Francia, Germania, Italia e Spagna ipotizza una ritenuta secca che può essere sviluppata. Anche a costo di qualche forzatura.
All’Ecofin di Tallin si discute di tassazione delle multinazionali. Il rischio è aprire un conflitto con i paesi dove i giganti del web sono nati e cresciuti. Per avere successo, l’iniziativa europea deve avere chiaro qual è il nemico da battere.
La proposta di flat tax riguarda anche l’Iva, perché prevede un aumento dell’aliquota ordinaria al 25 per cento. Il rischio è che cresca di conseguenza l’evasione dell’imposta. Sarebbe difficile compensarla con l’emersione di gettito Irpef.
Cosa emerge da un confronto tra la proposta di flat tax e una ipotetica riforma alternativa? Resta irrisolto qualche problema dell’attuale sistema? E quale tra le due garantisce meglio che non si ricadrà in breve tempo negli antichi difetti.
Nella proposta dell’Istituto Bruno Leoni non c’è solo la flat tax, c’è anche la sostituzione di tutti i trasferimenti assistenziali con un unico “minimo vitale”. Può facilmente diventare una trappola della povertà, senza rendere più equo il sistema.