La vicenda delle agenzie fiscali è un esempio di come il formalismo giuridico possa paralizzare la pubblica amministrazione. Hanno contribuito a cambiare radicalmente il funzionamento del fisco italiano. Ma per molti rimangono una anomalia da superare. Selezione del personale e interessi in gioco.
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Per le imprese la legge di stabilità prevede un abbassamento delle aliquote Ires e una revisione del prelievo Imu e Tasi sui cosiddetti imbullonati. Ma il provvedimento più importante riguarda l’ammortamento figurativo per l’acquisto di nuovi ben strumentali. I benefici per marchi e brevetti.
Per contenere l’evasione del canone televisivo si è pensato di ricorrere a una soluzione semplice, il pagamento tramite la bolletta elettrica. Il meccanismo però cozza con la funzionalità del mercato dell’energia, non quantifica i costi di realizzazione e non giustifica i maggiori incassi.
Per ridurre l’evasione dell’Iva, va limitato l’uso del contante. Ma come? Si potrebbe proporre alle famiglie di ritirare solo una piccola somma ogni mese, effettuando la maggior parte dei pagamenti con strumenti tracciabili. Il premio sarebbe una detrazione del 3 per cento. I guadagni per lo Stato.
L’innalzamento del limite all’uso del contante a tremila euro potrà portare a un aumento dell’evasione fiscale. I dati suggeriscono infatti che il fenomeno è legato alla tipologia dei pagamenti. Soprattutto, però, sembra un segnale di scarso impegno nella lotta all’evasione e al riciclaggio.
Il miglioramento dei rapporti tra fisco e contribuente è un obiettivo da perseguire, anche per favorire la crescita del paese. Ne fa parte anche il nuovo regime di interpello, che consente al contribuente di porre domande impegnative e obbliga l’amministrazione a rispondere in tempi certi.
Il governo vuole far pagare il canone tv con la bolletta dell’elettricità . Ma è una soluzione che separa imposta e fruizione del servizio. Per risolvere il problema dell’evasione basterebbe invece crittare le trasmissioni Rai. E si potrebbero così abolire anche i tetti pubblicitari.
La legge delega di riforma del sistema fiscale puntava a una relazione tra fisco e imprese improntata a equità e trasparenza. Ma nel decreto attuativo la ricerca di un interesse comune scompare e torna la prevalenza dell’interesse erariale. Certezza fiscale preventiva solo per grandi industrie.
Il 30 settembre erano già rientrati in Italia circa 30 miliardi di euro. Con la proroga, la cifra salirà notevolmente. Unificato al 31 dicembre 2016 anche il termine di conclusione della procedura. Ma solo per violazioni connesse alle attività e ai redditi emersi con la collaborazione volontaria.
Fin dall’inizio, la scelta più razionale sarebbe stata attribuire direttamente alle regioni le funzioni delle province, affidando loro anche il compito di razionalizzare la spesa connessa. Ora sembra che anche parlamento e governo, pur con grave ritardo, siano orientati ad abbracciare questa idea.