Commentando la proposta della CGIL (in sostanza un nuovo scaglione da 150mila in poi con aliquota al 48%) Larcinese, alla fine dellarticolo, osserva che non è detto che essa sia la risposta più appropriata alla crescita delle diseguaglianze nel nostro paese: la proposta della CGIL toccherebbe di fatto solo chi le tasse le paga, ossia prevalentemente il lavoro dipendente, per quanto ben remunerato.
Losservazione va modificata, nel senso che ai livelli di reddito sopra i 150mila vi sono percettori di redditi diversi dal lavoro dipendente, che non evadono (o se evadono, lo fanno in misura molto ridotta). I dati delle dichiarazioni Irpef dellanno 2005 ci dicono che il 56% dei circa 115mila contribuenti dichiara redditi da lavoro dipendente; in aggiunta ai pensionati si arriva quasi all83%. Tuttavia su un ammontare di reddito complessivo di 32 miliardi (il 4,6% dellintera base imponibile) i redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano solo il 45% del totale. Vi sono quasi 30mila professionisti che dichiarano il 21% dei 32 miliardi, e 34mila percettori di redditi di partecipazione che dichiarano il 16%. Questi ultimi redditi sono quelli dichiarati in Irpef dei membri di srl o azionisti di spa che, avendo partecipazioni qualificate, devono dichiarare una quota dei redditi in Irpef.
Vi sono poi i titolari di redditi dimpresa; si tratta di poco più di 10mila contribuenti, con redditi complessivi che costituiscono solo il 6% dei 32 miliardi. Qui la domanda nasce spontanea: il 2005 è stato un anno di crescita bassa (0,6% di Pil), ma è possibile che tra milioni di imprenditori solo 10mila (lo 0,4%) siano i ricchi? Da notare che i professionisti, che sono molti di meno, hanno nello stesso anno un numero di ricchi triplo (il 3,4% dei professionisti).
Limpressione è che i contribuenti che dichiarano redditi alti sono quelli che non evadono (o lo fanno in misura molto limitata), perché sono lavoratori dipendente (o pensionati), ma anche liberi professionisti che, per diverse ragioni non possono o non vogliono farlo, o azionisti di società di medie e grandi dimensioni (dove si può eludere, ma molto meno evadere). In tutte le province i notai sono la categoria con reddito dichiarato più alto, ma anche tutti coloro che prestano servizi per il settore pubblico o per le grandi imprese non si trovano nelle condizioni di evadere, anche se lo volessero.
Con questa modifica losservazione di Larcinese sembra condivisibile: a quei livelli di reddito si trovano soprattutto coloro che non possono (ed in qualche caso anche non vogliono) evadere. Il che di per sé non implica che la proposta della CGIL sia da condannare a priori; in fondo altre volte, come è avvenuto nel 1997 con il contributo per lEuropa, un prelievo fiscale è caduto sulle spalle dei più onesti (per scelta o per necessità). Ma non vi è dubbio che la strada maestra è quella del contrasto dellevasione, per ridurre il fenomeno ad una dimensione fisiologica. Dal fatto di pagare tutti, pagare meno leconomia italiana non avrebbe che benefici.