Dopo l’emanazione del dovuto decreto che rincara alcune imposte fisse, il quadro sembra ancora più negativo per i contribuenti di quello tracciato all’indomani della presentazione del maxiemendamento. Se le previsioni di maggior gettito del Governo sono corrette, nel prossimo triennio gli italiani pagheranno in complesso più tasse. Se per vari motivi sono sovrastimate, o comunque di corto respiro, non garantiscono una copertura della riforma dell’Irpef a regime e una tenuta del disavanzo. Saranno allora inevitabili nuove imposte o un taglio delle spese.
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La situazione nel 2004
Detrazioni per figli (e altri famigliari) a carico: fino al 2004 nella determinazione dellIrpef si teneva conto dei figli (e altri famigliari) a carico del contribuente attraverso detrazioni di imposta. Nel 2004 le detrazioni in questione erano articolate secondo la tabella seguente:
Per ogni figlio di età inferiore ai tre anni, limporto della detrazione era aumentato di 123,95 euro. Le detrazioni potevano poi essere ripartite fra i genitori secondo la percentuale da essi scelta.
Detrazione per coniuge a carico: allo stesso modo era riconosciuta una detrazione per coniuge a carico secondo gli importi evidenziati nella tabella che segue.
La situazione del 2005
Deduzioni per famigliari a carico
Con la legge finanziaria per il 2005 le detrazioni dallimposta per famigliari a carico vengono trasformate in deduzioni dallimponibile (e si traducono quindi in un risparmio di imposta che varia a seconda dellaliquota marginale del contribuente).
Limporto massimo previsto per tali deduzioni è il seguente:
a) deduzione per il coniuge: 3200 euro;
b) deduzione per figli di età inferiore a tre anni: 3450 euro;
c) deduzione per figli di età superiore a tre anni e altri famigliari a carico: 2900 euro.
Le deduzioni per figli a carico possono essere ripartite fra i genitori secondo la percentuale da essi scelta. Tutte le deduzioni citate sono decrescenti, al crescere del reddito imponibile del contribuente calcolato al lordo della no tax area, per annullarsi, per valori di reddito pari a circa 81-82 mila euro a seconda del tipo di deduzione. La quota di deduzione spettante si ottiene calcolando il seguente rapporto:
[78.000 + livello massimo della deduzione – reddito imponibile (al lordo della no tax area)]/78.000
Se il rapporto risulta maggiore o uguale allunità la deduzione spetta nella misura massima; se è uguale o inferiore a zero, la deduzione non compete. Negli altri casi si computano le prime quattro cifre decimali.
Per i trasferimenti monetari alle famiglie la via fiscale è uno strumento poco flessibile e inappropriato nel contrasto della povertà. La maggior parte dei benefici va a favore solo di alcune categorie di cittadini. Lo sgravio è più ampio per i decili intermedi e contenuto per il primo, per il problema dell’incapienza. Non c’è stata l’unificazione degli interventi di sostegno a tutte le famiglie con minori e l’estensione degli assegni familiari ai lavoratori autonomi. A parità di effetti sul bilancio, lo strumento della spesa sarebbe stato più trasparente e diretto.
La Finanziaria 2005 ha profondamente modificato il trattamento fiscale dei figli a carico. Determinando una maggiore selettività degli interventi, perché i vantaggi fiscali per la presenza di figli tendono a concentrarsi sulle famiglie con redditi medi. Ma anche una maggiore indeterminatezza, perché il vantaggio fiscale dipende da molti fattori, alcuni dei quali sono scelte discrezionali della famiglia. Sono effetti “bizzarri” e poco trasparenti, dovuti alla decisione di trasformare le precedenti detrazioni dall’imposta in deduzioni dal reddito.
Molte le misure della Finanziaria 2005 che interessano il settore immobiliare. Alcune, come l’incremento delle imposte fisse previste nella compravendita di case, servono a finanziare la riforma fiscale. Altre puntano a contrastare l’elusione e l’evasione fiscale sui redditi derivanti da immobili, molto vasta in Italia. Ma senza una riorganizzazione del catasto, che ne faccia un fattore di trasparenza e chiarezza su diritti, consistenze e caratteristiche delle unità immobiliari, le nuove norme consentiranno al massimo di eliminare le iniquità più evidenti.
La coesione tra le parti del sistema può costituire la risorsa decisiva per uscire dalla crisi. Mentre nuvoloni neri si addensano sull’economia italiana già provata da anni di declino, lunica via di salvezza sembra essere quella di una intesa tra i protagonisti del sistema basata su regole condivise e sulla fiducia reciproca. L’augurio è che Confindustria e sindacati sappiano ritrovare la spinta per una grande scommessa comune sul futuro del paese.
La riforma fiscale del Governo e la proposta alternativa del centrosinistra non sembrano tenere conto di tre principi fondamentali. La redistribuzione si fa anche sul lato della spesa e non solo su quello del prelievo. In alcuni casi, come quello dei più poveri, si può fare solo sul lato della spesa. Un sistema che redistribuisce fortemente sul lato della spesa, può redistribuire di meno sul lato del prelievo e viceversa. Infine, la progressività di un sistema fiscale si misura sul complesso dei tributi e contributi, non solo sull’imposta sulle persone fisiche. Vincenzo Visco commenta l’articolo; la controreplica degli autori. Il mancato commento all’articolo da parte di Ermanno Gorrieri, scomparso da pochi giorni.
La riduzione fiscale a vantaggio delle famiglie con figli dovrebbe essere al centro della riforma fiscale. Più che una riduzione generalizzata delle aliquote, serve un misura permanente che incentivi la partecipazione femminile alla forza lavoro e la natalità. Per esempio attraverso una imposta negativa: una detrazione fiscale condizionata alla presenza di figli, a un reddito congiunto al di sotto di un limite da definirsi e al fatto che entrambi i componenti della coppia siano occupati.
Con un onere per la finanza pubblica pari a quello dellemendamento governativo, la proposta del centrosinistra su Ire e trasferimenti monetari alle famiglie ha effetti distributivi di segno opposto, con benefici più accentuati per i redditi bassi e decrescenti in modo abbastanza regolare allaumentare del reddito. Ha anche effetti di incentivo al lavoro e allemersione. Soprattutto, è ben chiaro lobiettivo da raggiungere: liberare risorse di bilancio per curare le basi strutturali della crescita e per rafforzare il sistema di welfare.
La riforma fiscale appena varata imporrà ulteriori problemi alle esauste finanze pubbliche, mentre per sostenere l’economia sarebbero serviti altri provvedimenti. Ma il ritorno elettorale di un euro di Ire in meno è un multiplo di qualunque altro intervento agevolativo di pari misura. Tuttavia, la base imponibile dellIre è per l80 per cento composta da redditi da lavoro dipendente. Va dunque affrontato il problema di una distribuzione più equa del carico tributario. Senza concentrarsi esclusivamente sulla questione della progressività dellimposta dei redditi.