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Quote italiane, un modello che funziona

Nei Cda delle grandi aziende europee la presenza delle donne è in media del 20 per cento, in netto miglioramento rispetto al passato. Merito anche delle leggi che impongono le quote di genere. E quella italiana ha dato ottimi risultati. Il confronto con la Spagna.

Rifugiati: quanto fa male la retorica della paura

Gli sbarchi dei richiedenti asilo non erano un effetto di Mare Nostrum. Infatti continuano con l’operazione Triton. È diminuito, invece, il rispetto dei diritti umani. Intanto, riparte la campagna della paura. Mentre i numeri confermano che l’Italia accoglie molti meno rifugiati di altri paesi.

I limiti delle zone a luci rosse

Il sindaco di Roma propone la creazione di un’area dove la prostituzione sarebbe tollerata. Ma lo zoning ha effetti positivi e negativi. In ogni caso, in Italia prostituirsi non è un reato e interventi di questo tipo sono difficili da attuare. Multe per i clienti e compensazioni per i residenti.

Ma lo Stato è avaro con i non autosufficienti

Al di là delle risorse destinate dalla Legge di stabilità, l’Italia spende poco per le persone invalide e non autosufficienti. E si affida ai trasferimenti monetari, mentre i servizi sono scarsi. Così aumenta la dipendenza dal nucleo familiare ed è più difficile uscire da situazioni di esclusione.

Parità di genere? Un cammino lento e tortuoso

Nel mondo il divario di genere cala, ma molto lentamente. In Italia migliorano alcuni indicatori, con le donne più rappresentate nei consigli di amministrazione. E con più potere politico, grazie al paritario Governo Renzi. Ma su lavoro, retribuzioni e istruzione primaria la situazione peggiora.

Donne sull’orlo di una crisi di competizione

Secondo una tesi diffusa, le donne ottengono minori riconoscimenti economici e sociali perché sono meno competitive degli uomini. Il concorso per l’abilitazione a professore universitario rappresenta un’occasione per verificarne la solidità. Avversione al rischio e bassa produttività scientifica. 

Le quote rosa non superano l’abilitazione

Tante donne fra gli studenti universitari e fra i dottori di ricerca, poche nella carriera accademica. Forse perché nelle commissioni dei concorsi la presenza femminile è scarsa? Servono dunque le quote rosa? Alla luce dei risultati dell’abilitazione scientifica nazionale sarebbero un passo falso.

Illuminiamo il futuro dei bambini *

Non c’è solo la povertà economica a rendere problematico il presente e il futuro di molti bambini in Italia. Esiste anche una più subdola povertà educativa. Un piano di Save the Children per migliorare l’offerta di servizi e la partecipazione dei minori alle attività culturali ed educative.

Più donne al lavoro con un trasferimento

Il tasso di occupazione femminile in Italia è di dieci punti sotto la media europea. Il fenomeno non è solo un retaggio di altri tempi e riguarda tutte le Regioni, anche le più sviluppate. Un sostegno al lavoro femminile può arrivare sostituendo la detrazione per il coniuge con un trasferimento.

Renzi, il Jobs Act e la precarietà infinita*

Anche il Governo Renzi sembra ritenere che il problema principale del mercato del lavoro in Italia sia la rigidità dei contratti. E dunque si estende ancora la precarietà. Che penalizza i giovani e soprattutto le donne. Senza creare un solo posto di lavoro in più.

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