La disciplina italiana delle operazioni con parti correlate si ispira a quella degli Stati Uniti. E tuttavia nel regolamento Consob, o almeno nella sua interpretazione, i piani procedurali e sostanziali appaiono confusi rispetto al modello statunitense. L’indipendenza di chi prende le decisioni.
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Si fa presto a dire “consultazione”. Realizzarla in modo corretto ed efficace significa rispettare un metodo che prevede di dar conto pubblicamente dei commenti e dei suggerimenti dei cittadini e di spiegare le ragioni alla base delle decisioni prese. Non è il percorso seguito finora dal Governo.
In Italia gli amministratori delle società quotate sono eletti con il voto di lista, un sistema unico al mondo. Che offre rappresentanza alle minoranze, ma comporta chiare disfunzioni. Migliorarlo è possibile, bastano pochi interventi decisi. Ecco alcune proposte che responsabilizzano il Cda.
L’Italia ha poche grandi imprese. E due di queste stanno per diventare “straniere”. Per la crescita non bastano le vitalissime multinazionali tascabili, per avere un futuro nella competizione mondiale servono anche i grandi gruppi. Un problema di rilevanza strategica per il paese.
L’apparato sanzionatorio della disciplina delle operazioni con parti correlate va rivisto. Il nuovo regime dovrebbe distinguere tra violazioni per dolo e per colpa degli amministratori indipendenti. Sanzioni per chi compie operazioni in conflitto d’interessi.
Date le condizioni di bilancio pubblico, difficilmente il Governo potrà rinunciare alla privatizzazione di Poste italiane e alle risorse che ne potranno derivare. Potrebbe però rivedere la scelta di non separare i servizi postali da quelli finanziari. E perché mantenere il controllo pubblico?
Le scatole cinesi hanno caratterizzato per decenni il capitalismo familiare italiano, permettendo di controllare grandi società con pochi capitali. Ora sembra tornare di moda con le aziende di Stato. Ma attenzione ai rischi.
La legge che impone la presenza di donne nei cda e collegi sindacali delle società quotate e partecipate pubbliche ha finalmente fatto crescere la rappresentanza femminile nei board. Mentre aspettiamo di vedere anche da noi i più generali effetti positivi associati in altri paesi a norme simili.
Il tema delle riserve della Banca d’Italia è complesso e rilevante sul piano finanziario. Ma non può essere di competenza di soggetti privati. Solo lo Stato può decidere sulla destinazione di risorse prodotte con beni pubblici. E per questo deve essere il solo azionista della Banca d’Italia.
La Banca centrale europea ha fatto capire in questi giorni che Unione bancaria europea non vuol dire bail-in e men che meno bail-out europeo. Alcune banche sono destinate a fallire e saranno i governi nazionali a doversi far carico di eventuali salvataggi. La Bce non avrà riguardo verso nessuno (banca o paese) quando dovrà esaminare i bilanci delle principali 130 banche europee, tra cui il Monte dei Paschi, Banca Carige e il Credito Valtellinese.