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La concentrazione nascosta

Per valutare il grado di concentrazione nel mercato della stampa quotidiana, i dati di diffusione a livello nazionale non sono un indicatore corretto. La competizione avviene prevalentemente su scala locale e dunque è più utile identificare il mercato di riferimento di ciascun giornale, ovvero l’insieme delle province nelle quali viene realizzata la maggior parte delle vendite. Si scopre così che la concentrazione effettiva è superiore a quanto comunemente si crede per la forte polarizzazione geografica della diffusione, anche dei cosiddetti quotidiani nazionali.

Centri, periferie e ideologie

Un sondaggio ripetuto nel corso degli anni mostra che in una scala sinistra-destra, fino al quaranta per cento delle persone si colloca al centro. Non solo: sono di centro gli elettori che mostrano maggiore mobilità di voto da unÂ’elezione allÂ’altra. Ma in che misura la formula della “conquista del centro” conta nella competizione politica ed elettorale? Siccome tecniche diverse di sondaggio danno risultati anche molto diversi, è davvero possibile determinare con precisione che cosa sia il centro e quanti elettori vi risiedano? Forse è azzardato dedurre una strategia politica da un sondaggio. Ilvo Diamanti commenta l’intervento di Tito Boeri. La controreplica dell’autore.

Valutare le politiche pubbliche

Per valutare le politiche pubbliche servono informazioni adeguate e facilmente accessibili. Come spiega Paolo Sestito, Ministero del Lavoro e Inps hanno creato il Clap, campione longitudinale degli attivi e dei pensionati. Tuttavia, rileva Michele Pellizzari. chi fa ricerca rin Italia si trova ad affrontare la carenza di dati statistici individuali, e il Clap si limita alla diffusione di numeri aggregati. Speriamo che non rallenti il processo di distribuzione dei microdati.

Valutare in trasparenza

Se le politiche pubbliche devono essere giudicate sulla base della loro efficacia ed efficienza, servono informazioni adeguate e facilmente accessibili in maniera trasparente. Ministero del Lavoro e Inps creano ora il Clap, campione longitudinale degli attivi e dei pensionati. Dovrebbe fornire uno strumento per le analisi delle politiche e dei flussi tra situazioni occupazionali e previdenziali. Ed è un primo contributo alla soluzione del problema del bilanciamento tra tutela della privacy e accesso della comunità scientifica alle informazioni.

Dati aggregati o dati individuali?

Chi fa ricerca in Italia si trova ad affrontare la carenza di dati statistici individuali, informazioni dettagliate su ciascuno degli individui considerati, rese opportunamente anonime secondo la vigente normativa sulla privacy. Ora, la distribuzione on line dei dati provenienti dagli archivi Inps è presentata come un primo passo per ovviare a questa situazione. E’ certamente un’iniziativa interessante, ma si limita alla diffusione di numeri aggregati. Con il rischio che finisca per sostituire o rallentare il processo di distribuzione dei microdati.

Un Nobel a Ulisse

Regole fisse: questo dovrebbero darsi i governi per la condotta della politica economica, secondo Finn Kydland e Edward Prescott, appena insigniti del premio Nobel. E tali sono ad esempio i parametri di Maastricht. Ma i due economisti hanno anche introdotto una rivoluzione metodologica nello studio sui cicli economici, con la cosiddetta “macroeconomia quantitativa”. Un approccio quasi dogmatico alla ricerca economica, fondato su tre caratteristiche ben definite.

Contro il grande Blob della statistica

Negli ultimi anni, statistiche ufficiali, sondaggi dÂ’opinione, commenti raccolti per la strada, stime econometriche sono diventate “realtà” indiscutibili, finendo però per rendere tutto indeterminato. Ora è necessario arrivare alla definizione di un insieme condiviso di dati e indicatori statistici per vagliare la situazione di un paese sotto vari aspetti. Anche lÂ’Italia deve accelerare la riflessione su questo tema chiave. Perché lo sviluppo di scelte politiche valutabili su dati di fatto è una caratteristica irrinunciabile di un paese moderno.

Il filtro dell’autonomia

Il gioco esasperato di interrelazioni tra informazione, statistica ed economia rischia di rendere tutto indeterminato. Il rischio è più forte in Italia per la ristrettezza del mercato dei media. Invece di sognare un editore puro che non è mai esistito o un servizio pubblico super partes, è meglio favorire la crescita di soggetti che dichiarano con trasparenza i propri interessi e impegnano il proprio nome a garanzia di autonomia di giudizio e di rispetto per il lettore. Come ha fatto lavoce.info nei suoi due anni di vita.

Due anni con lavoce.info

A lavoce.info dedichiamo il bene più scarso per tutti noi: il nostro tempo. Abbiamo deciso di continuare a farlo perché ci sembra di renderci utili, di contribuire davvero a migliorare la qualità dell’informazione economica nel nostro paese. Lo dimostra il numero dei lettori in costante crescita e la loro qualità. Alcune novità e una richiesta di aiuto per migliorare ulteriormente il servizio, cercando soprattutto di rafforzare i nostri contatti con il pubblico, le risposte alle vostre lettere e i commenti.

La Legge Gasparri, una vera best practice

Poche leggi sono entrate in vigore così rapidamente e con effetti così vasti e duraturi. O così prontamente accolte dal mercato. La carta prepagata Mediaset sul digitale terrestre, peraltro studiata nei laboratori della Rai, ne è un esempio. Intanto, la ripresa del mercato pubblicitario va a tutto vantaggio di televisione e radio, mentre la carta stampa continua a soffrire. Se lo stesso grado di attenzione e di compattezza politica dedicato alla legge sul riordino del sistema delle comunicazioni fosse stato riservato anche ad altri temi, all’economia per esempio, forse l’Italia sarebbe oggi in una situazione migliore.

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