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Una seria dimenticanza

Negli Stati Uniti torna l’associazione tra investimenti in tecnologie dell’informazione e crescita della produttività. In Italia, nonostante gli annunci sul sostegno alla digitalizzazione dell’economia, dalla tecno-Tremonti scompaiono gli incentivi alle imprese per l’installazione di nuove attrezzature informatiche. Aumenta così il divario che separa il nostro da altri paesi europei, più consapevoli che queste tecnologie sono strumenti di riorganizzazione industriale indispensabili per non perdere competitività.

Ricordando Franco Modigliani

Franco Modigliani lascia in noi un grande vuoto, come economista, maestro e amico. Lo ricordano Alberto Giovannini, Luigi Guiso, Tullio Jappelli, Tommaso Padoa Schioppa Marco Pagano ripercorrendo alcuni dei suoi contributi fondamentali per l’analisi del risparmio, dei mercati finanziari, della macroeconomia e della politica economica. Le idee di Modigliani hanno contribuito in maniera significativa alla teoria economica e al progresso sociale. Speriamo che non vengano mai dimenticate.

Modigliani e la teoria del ciclo di vita del risparmio

Questa teoria è oggi uno schema di riferimento generalmente accettato per l’analisi delle scelte di consumo e di risparmio delle famiglie. Ed ha molte altre notevoli implicazioni. Ma qui si trova anche la sintesi migliore della straordinaria capacità di Modigliani di essere un raffinato teorico e uno studioso attento ai fatti economici. Perché la sua grandezza è stata anche aver saputo comunicare e trasmettere un metodo di ricerca, in cui modello teorico e verifica empirica sono sempre andati di pari passo.

Modigliani e la macroeconomia

 Il confronto tra la Teoria Generale di Keynes e l’articolo quasi contemporaneo di Modigliani è sufficiente a illustrare il suo impatto sulla macroeconomia moderna. Modigliani è stato il primo a dimostrare che la rigidità relativa di salari e prezzi è al centro del modello keynesiano. E il primo a intuire i dilemmi della politica economica, dato che salari e prezzi sono flessibili nel lungo periodo.

Se la privacy non tutela la ricerca

Un eccesso di regolazione impedisce in Italia l’accesso a dati essenziali per svolgere attività di ricerca. A esserne penalizzato è anche il dibattito sulle principali questioni economiche e sociali. Gli ostacoli maggiori arrivano dalle norme che salvaguardano la riservatezza delle persone, partendo dal presupposto sbagliato che il ricercatore abbia interesse a violarle. Ora, una nuova proposta di legge intende garantire una maggiore libertà d’azione.

Una proposta e molti dubbi

L’accesso ai dati statistici per scopi di ricerca scientifica ha troppi vincoli in Italia. La proposta di legge Rossi intende eliminarli tutti. Così facendo, però, rischia di essere in contrasto con la direttiva europea che tutela la privacy. E di incorrere in una eccessiva permissività che non è necessaria alla ricerca e che invece potrebbe minare la fiducia dell’opinione pubblica. Senza peraltro risolvere il problema dei ritardi nella produzione e distribuzione di adeguate basi di microdati.

Modigliani

Apprendiamo con grande dolore la notizia della scomparsa di Franco Modigliani. Molti di noi sono stati suoi studenti a Cambridge, hanno lavorato con lui e sviluppato un rapporto di profonda stima e amicizia.

Era un grande scienziato, apprezzato da tutta la comunità scientifica nel corso di una lunga e prestigiosa carriera culminata con l’attribuzione del premio Nobel. Costretto a lasciare l’Italia subito dopo l’approvazione delle leggi razziali, Modigliani sviluppò la sua carriera scientifica e accademica negli Stati Uniti, contribuendo da protagonista al dibattito e al disegno della politica economica in quel paese. Ha sempre conservato legami saldissimi con l’Italia, partecipando intensamente alle nostre vicende economiche e sociali. Tutti lo ammiravamo per la sua intelligenza, vivacità intellettuale e passione civile.

Modigliani ha attraversato un lungo tratto di storia densa di accadimenti. Dalla sua vita emerge l’intreccio tra impegno civile, elaborazione scientifica e vita affettiva che nella sua esistenza formavano un tutt’uno.

Ci mancherà moltissimo l’amico, il maestro, lo scienziato.

I redattori de lavoce.info

Calcio in tv, va in onda la crisi

I diritti televisivi sono stati un fattore scatenante della crisi finanziaria delle squadre italiane. Perché le società hanno dovuto trasferire ai giocatori buona parte di questi inaspettati e improvvisi ricavi. D’altra parte, la necessità di assicurarsi le esclusive ha alzato i prezzi e diminuito la remuneratività delle partite in tv. E tutti ne hanno sopravvalutato il potenziale di sviluppo. Ma se le emittenti possono permettersi di trasmettere in perdita per un breve periodo, alle squadre per pareggiare costi e ricavi non resta che abbassare gli stipendi dei calciatori.

Tre regole per non interrompere le emozioni

La pubblicità inserita nei film che passano in Tv è un prezzo da pagare. Ma è un prezzo che il consumatore-spettatore non conosce in anticipo e varia con il progredire della visione: più basso all’inizio per aumentare notevolmente verso la fine. Le emittenti dovrebbero perciò essere obbligate a annunciare il tempo totale di spot pubblicitari previsti e a distribuirli in modo uniforme. E per tutelare i titoli d’autore, divieto di pubblicità nell’ultimo 20 per cento di trasmissione.

Il digitale italiano, una rivoluzione a metà

La Legge Gasparri realizza una transizione a metà perché affida il controllo del processo di trasformazione da analogico a digitale ai due duopolisti, Rai e Mediaset, e consente loro di acquisire una posizione dominante nella fase di avvio. Non garantisce la convergenza al piano digitale elaborato dall’Authority, non moltiplica i programmi a disposizione degli utenti, marginalizza i broadcaster analogici nazionali e locali e lascia invariato lo squilibrio nella distribuzione delle frequenze.

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