L’allegato infrastrutture al Def dimezza le opere “prioritarie”, puntando a concentrare le risorse su quanto effettivamente realizzabile. Eppure, ne restano alcune che non sembrano particolarmente utili. Lo spazio per rivedere i progetti e come investire le risorse risparmiate.
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L’analisi costi benefici del “terzo valico” risale al 2002 e finora non era stata resa pubblica. Ora appare datata e basata su previsioni di traffico che col tempo si sono dimostrate largamente esagerate. Sarebbe il caso di rifarla, magari utilizzando anche una metodologia più corretta.
La svolta decisa dal governo per le infrastrutture medie e piccole dovrebbe essere adottata anche per quelle grandi, abbandonando così l’idea che le opere “strategiche” generino una forte domanda. Altrimenti, dovremo rassegnarci ai cantieri “stop and go”. E al moltiplicarsi dei costi.
L’isolamento della cabina di pilotaggio sugli aerei è una conseguenza dell’11 settembre. Ma le procedure di sicurezza durante la fase di volo possono trasformarsi in un ulteriore elemento di rischio. Tecnologie per controlli affidabili e celeri e monitoraggio costante degli addetti ai lavori.
Il prezzo delle case dipende dal costo di costruzione e, nelle aree densamente popolate, da vincoli all’edificabilità che rialzano le rendite. La (ri)costruzione di edifici più alti ridurrebbe il peso delle rendite minimizzando il consumo di suolo e favorendo così le famiglie con redditi medio-bassi.
A un anno dall’approvazione, il piano casa del governo muove i primi passi. Si parte dagli alloggi popolari e da un vero e proprio spreco: le case sfitte per mancanza dei fondi per i lavori di recupero. Tutto bene, allora? No perché i soldi a disposizione sono pochi e diluiti su molti anni.
La sharing economy offre vecchi servizi in modo innovativo. In più smuove le acque in settori tradizionalmente molto regolamentati e immuni dalla concorrenza. Tuttavia, lo fa al prezzo di cambiare le relazioni industriali. Il confine rotto tra lavoratori dipendenti, free-lance e occasionali.
Entro il primo semestre 2016 si procederà alla privatizzazione di una parte del Gruppo Fs. Ma l’unico obiettivo non può essere la riduzione del debito pubblico. Va anche aumentata la liberalizzazione del settore attraverso interventi normativi basati su serie e trasparenti analisi d’impatto.
Chi si oppone alle liberalizzazioni nei trasporti fa spesso appello alla sicurezza. Ma i dati dicono che mortalità e sinistri sono diminuiti visto che la deregolamentazione non comporta allentamenti dei requisiti di sicurezza. La difesa di interessi particolari, a scapito di quello generale.
Salvare la compagnia di bandiera con il pretesto dell’italianità ci è costato miliardi di euro. A carico di chi vola dagli scali italiani, indipendentemente dalla compagnia aerea. Le responsabilità di questa storia sciagurata del capitalismo nostrano sono chiare sin dal 2008.