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Categoria: Infrastrutture e trasporti Pagina 32 di 57

LA TORINO-LIONE SI FA LOW COST: PERCHÉ SOLO ORA?

Il progetto originale della nuova linea Torino- Lione prevedeva 25 miliardi circa di costo totale, caratteristiche di alta velocità con ritorni finanziari trascurabili e mai esplicitati. Ora il progetto è suddiviso per fasi: all’inizio si costruirà la sola galleria di base. Il completamento della linea avverrà in funzione della reale crescita del traffico, quindi probabilmente mai. Scende di conseguenza l’investimento dell’Italia, intorno ai 3 miliardi e mezzo. Ma sulla base dell’analisi costi-benefici è una decisione saggia? E se sì, perché non è stata presa prima?

Un ponte senza basi

Pubblicato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto. Ma non comprende i collegamenti ferroviari e autostradali ed è carente nell’indagine sismica. Non consente una valutazione della sostenibilità economica e finanziaria dell’opera e non risponde in modo adeguato alle prescrizioni e raccomandazioni del Cipe. Le sue analisi appaiono di non sicura affidabilità. Approvarlo sarebbe un atto irrazionale e pericoloso. Soprattutto, sarebbe l’indizio che neanche un governo tecnico ha avuto la forza per adottare criteri di valutazione rigorosi nello scrutinio delle opere.

 

UN TRENO PER L’AEROPORTO

La vicenda del “people mover” tra l’aeroporto e la stazione centrale di Bologna ha ormai assunto tratti paradossali. Si tratta infatti di un progetto destinato fin dall’inizio al fallimento. Non tiene conto del fatto che l’area di influenza di un aeroporto non è solo la città di riferimento. D’altra parte la società di gestione sembra più interessata ai parcheggi e ad eventuali centri commerciali. Per il piccolo aeroporto bolognese basterebbe una ferrovia, collegata alla linea Milano-Bologna, che entri all’interno dell’aerostazione.

LA DOMANDA PER L’AGENDA DIGITALE

Il governo ha annunciato una cabina di regia per attuare l’Agenda digitale italiana. È un passo importante, dati i ritardi del nostro paese su banda larga, alfabetizzazione informatica, digitalizzazione dei servizi. Ma un efficace intervento pubblico deve impegnare risorse non solo sul lato dell’offerta, ma anche su quello della domanda, assicurando il coordinamento tra le due politiche. Sono misure efficaci tanto nel promuovere l’accesso alle reti esistenti quanto nel facilitare la migrazione degli utenti verso le reti di nuova generazione.

UN BUONO PER L’ACQUA

Le reti idriche italiane andrebbero rinnovate e completate, anche per rispettare direttive europee vecchie di venti anni. Mancano i soldi, soprattutto dopo un referendum che impedisce la remunerazione del capitale in tariffa. Difficile pensare che le risorse possano arrivare dalla fiscalità generale. La soluzione è allora una tassa di scopo, da utilizzare per costituire un fondo comune cui le gestioni potrebbero ricorrere a turno. Il ricorso al mercato è comunque inevitabile e il fondo potrebbe anche emettere bond. Evitando così che siano le singole aziende a farlo.

S’HANNO DA FARE LE OLIMPIADI A ROMA NEL 2020?

La relazione di compatibilità economica della Commissione Roma 2020 mostra l’impatto positivo in termini economici di una candidatura della capitale alle Olimpiadi e Paralimpiadi del 2020. Analizzando a fondo la relazione, emerge che da un punto di vista metodologico sono state fatte scelte che hanno come conseguenza la convenienza del progetto. Ne deriva che la Commissione ha effettuato una valutazione che sovrastima alcuni benefici dell’evento, e va quindi presa con cautela.

LUCI E OMBRE NELLE INFRASTRUTTURE

Per giudicare l’azione del governo Monti sulle infrastrutture non basta considerare i decreti legge, bisogna anche guardare alle delibere del Cipe. L’indirizzo strategico complessivo che ne emerge non è ancora molto chiaro. Le scelte sulle grandi opere non hanno forti giustificazioni. Bene il sì a una serie di piccole opere, perché capaci di generare più occupazione e in tempi più rapidi. Discutibili i contratti di disponibilità previsti nel decreto “cresci Italia” perché potrebbero rendere più opaco il varo di spesa pubblica aggiuntiva per opere di dubbia utilità.

MEGLIO OPERE UTILI CHE GRANDI OPERE

Nei trasporti ci sono tante cose utili da fare. Oggi, però, le scelte in questo campo devono guardare anche ai contenuti occupazionali e al contenimento del deficit. Per le ferrovie, servirebbero piccoli interventi, rapidamente cantierabili, che mirino a risolvere i problemi locali. Invece, si continuano a preferire opere ad alta intensità di capitale, con periodi di completamento molto lunghi e incerti. E allora è urgente una spending review del settore, che segni discontinuità con il passato.

COME TRASPORTARE IN SALVO L’ITALIA

La politica del governo Monti nei trasporti non ha assunto ancora una fisionomia definita. L’aumento delle accise sulla benzina e sul gasolio appare un intervento di sicuro impatto inflazionistico. E non certo equo. Si dà molta importanza alle liberalizzazioni, come fattore di crescita, di efficienza e di risparmio di risorse pubbliche. Bene la scelta di affidare la regolazione del settore a un’Autorità indipendente. Ma mancano indicazioni su questioni cruciali. Dubbi anche sull’opportunità di affidare le competenze sui trasporti a un’Autorità già in attività.

UN BUON INTERVENTO SULLA REGOLAZIONE DEI SETTORI

Almeno due settori risultano interessati dal decreto Monti. Sono due settori che da tempo attendevano un intervento di questo genere: il settore idrico e quello dei trasporti. E si tratta di buone notizie, per fortuna a costo zero per il paese, il che è una notizia ancora migliore.

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