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Categoria: Investimenti e innovazione Pagina 20 di 33

Si può ancora fare ricerca in Italia?

Intervista al ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Si è svolta all’Università Bocconi al convegno “La ricerca in Italia”

Un modello catalano per la ricerca*

Le università italiane non attraggono i migliori scienziati per eccesso di burocrazia, mancanza di fondi, assenza di meritocrazia. Deludenti i programmi per il rientro di nostri ricercatori. Una proposta per il nostro paese. 

Pubblicazioni in cerca d’autore

Nei paesi anglosassoni ci si interroga da anni sul concetto di autore. Ma anche in Italia è tempo di ammettere che forse non è più funzionale al buon funzionamento del mercato del lavoro degli scienziati e a una efficiente ed equa allocazione delle risorse. Un sistema che penalizza donne e giovani.

La felicità in un tweet

Un gruppo di ricercatori dell’Università statale di Milano ha analizzato i tweet postati dagli italiani. E ha costruito una classifica delle città italiane dove si è più felici. Con molte sorprese rispetto alle statistiche che misurano la qualità della vita. Dati real-time e il tema della felicità.

Al mercato delle tecnologie per dar fiato alle start-up

Molte start-up italiane investono poco in innovazione tecnologica e in protezione della proprietà intellettuale. Anche a causa dei forti vincoli finanziari, che il decreto legge sulla crescita si propone di allentare. Mancano però le opportunità che possono derivare dai brevetti inutilizzati.

Se tutti pagano a 30 giorni

Dal 1° gennaio sono cambiati i termini di pagamento per i contratti tra imprese e tra imprese e pubbliche amministrazioni. Se applicata in modo efficace, la nuova normativa potrebbe favorire lo sviluppo delle aziende innovative. I risultati di una ricerca su 490 imprese nel periodo 2003-2008. 

Programmi elettorali: come far crescere le imprese

Dalle piattaforme elettorali per le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, si ricava l’impressione di impegni generici, a volte semplici slogan. Anche quando le proposte sono più puntuali, come quelle del Partito democratico, non è facile capirne le potenzialità e i tempi per l’attuazione.

Quello che serve alle start-up

L’economia comportamentale suggerisce che per incentivare un’attività molto rischiosa con elevati tassi di insuccesso, come una start-up, non sono necessari gli incentivi fiscali, quanto meccanismi assicurativi che consentano un atterraggio morbido nella probabile ipotesi che le cose vadano male.

Nuove regole per futuri imprenditori

La disciplina sulle start-up innovative e gli incubatori certificati, contenuta nel decreto legge “Sviluppo-bis”, ha un obiettivo essenziale: evitare che siano minate fin dalla nascita dallo squilibrio tra scarsa capitalizzazione e eccessivo ricorso al credito bancario, tanto più se difficoltoso.

Per le imprese un ministero interventista

Diversi i provvedimenti presi dal Governo Monti per favorire l’attività d’impresa, spesso condivisibili. Tuttavia, riflettono l’approccio del ministero dello Sviluppo economico, più vicino a una visione interventista della politica industriale

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