È difficile indicare stime su quali saranno gli effetti del Covid-19 sull’economia mondiale. Si possono però ipotizzare alcuni scenari sulla base di studi effettuati dopo le ultime epidemie. Ricordando però che oggi l’interdipendenza è maggiore.
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Le linee guida suggeriscono che il governo britannico sia ben consapevole del ruolo cruciale dell’immigrazione per l’economia del Regno Unito. Al nazionalismo provinciale e ottuso di Theresa May sostituisce così un atteggiamento più aperto e liberale.
Nonostante i pessimi risultati in Iowa, New Hampshire e Nevada, Joe Biden è riuscito nella rimonta. In cinque giorni si è rimesso in corsa e ora, dopo che è stato assegnato più di un terzo dei delegati, è primo tra i candidati democratici alla Casa Bianca.
La crisi economica prodotta dal coronavirus ha caratteristiche peculiari e avviene in un momento delicato della congiuntura internazionale. Richiede perciò un forte coordinamento non solo delle politiche sanitarie, ma anche di quelle economiche.
Dagli anni Novanta, la società americana vive una forte polarizzazione delle posizioni politiche degli elettori e dei loro rappresentanti. Ciò ha progressivamente portato allo stallo del governo. E potrebbe determinare la lacerazione del tessuto sociale.
Alla riapertura dei mercati finanziari cinesi, i risvolti economici dell’epidemia cominciano a farsi più tangibili. E mentre le incognite e incertezze rimangono tante, il governo cinese si trova di fronte una nuova sfida, l’ennesima degli ultimi mesi.
Stati Uniti e Cina hanno firmato un accordo che mette fine alla guerra commerciale. Per l’amministrazione americana è un indubbio successo. Senza una riforma del Wto, però, per il sistema multilaterale degli scambi potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro.
Il 2020 è iniziato con un sussulto di instabilità sui mercati. Ben presto, però, è tornato l’ottimismo. L’economia mondiale sembra continuare a offrire buone opportunità a esportatori, imprese e lavoratori del nostro paese. Ma la politica italiana guarda indietro.
Un accordo per chiudere la guerra commerciale tra Usa e Cina è sempre più lontano. Non solo gli americani non hanno alcun interesse a concluderlo, ma forse oggi non ci sono neanche le condizioni per ipotizzarlo. Il rischio è che il conflitto si allarghi.
Si avvicinano le elezioni nel Regno Unito. Per una volta, parlare di scelta epocale non è un’iperbole. Una maggioranza per Boris Johnson significa l’approvazione dell’accordo raggiunto con la Ue. In caso contrario si andrà a un secondo referendum.