Da due mesi l’Iran ha deciso di rispondere in maniera aggressiva all’uscita americana dal trattato nucleare e all’imposizione di crescenti sanzioni economiche. La svolta di Teheran ha serie ragioni e implicazioni economiche, politiche e strategiche.
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Il vertice di Osaka ha evitato un avvitarsi della guerra commerciale tra Usa e Cina, però non ha fatto alcun passo avanti su temi propri del G20 come la riforma del Wto. I due grandi si scambiano concessioni, ma tengono sotto scacco il resto del mondo.
La guerra dei dazi ha reso più difficili gli scambi internazionali. Ma restrizioni al commercio sono già state introdotte a partire dalla crisi del 2008. Ora il G20 di Osaka potrebbe essere l’occasione per riaffermare la logica multilaterale del Wto.
Tra gli obiettivi principali del G20 di Osaka c’è la sopravvivenza del sistema multilaterale degli scambi. Ma proprio la rinuncia degli Stati Uniti a svolgere un ruolo guida può essere la spinta per arrivare a una riforma del Wto su base plurilaterale.
Quale sarà il ruolo dell’Italia nel G20 di fine giugno in Giappone? In base all’esperienza, per ottenere risultati abbiamo bisogno di una buona immagine del nostro paese nel mondo e un presidente del Consiglio autorevole. E ci serve un alleato potente.
La guerra commerciale tra Usa e Cina fa sì che Huawei non possa più utilizzare Android, sistema operativo di Google. La società cinese sarà dunque costretta a svilupparne uno nuovo. Ma in vista dell’Internet delle cose ciò potrebbe rivelarsi un vantaggio.
Il contratto del “governo del cambiamento” aveva obiettivi ambiziosi in politica estera. Un anno dopo, non ne è stato raggiunto alcuno. I risultati migliori li ha ottenuti il ministro dell’Economia. E ora c’è da affrontare il rinnovo della Commissione Ue.
Finora i costi della guerra commerciale tra Usa e Cina sono stati pagati dalle famiglie e imprese statunitensi. Perché allora Trump persevera? Perché trae conclusioni sbagliate dai dati, ma anche per calcolo elettorale. Intanto, però, le borse calano.
Il capitalismo di stato può davvero rappresentare un modello di crescita sostenibile? Uno studio sulle imprese vietnamite mostra che i vantaggi politici garantiti a quelle di proprietà statale hanno ostacolato i benefici generati dalla globalizzazione.
La politica commerciale aggressiva degli Stati Uniti potrebbe far avvicinare Europa e Cina. Ma allo stesso tempo mette in luce la necessità di riaprire la discussione in sede Wto sul tema della concorrenza e con meno ipocrisie rispetto al passato.