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CRESCITA MONDIALE: RIMANE SOLO LA CINA

Il timore di una nuova recessione in America e in Europa affonda le Borse. La Cina è l’unica area del mondo che per ora non rallenta e rimane l’ultima speranza di crescita per l’economia mondiale. Nel 2008 la crescita cinese non bastò per evitare la Grande Recessione. Ma oggi l’economia cinese è più grande di allora e la sua crescita più radicata in Asia. Le imprese che  vorranno approfittarne dovranno essere presenti in Cina con marchi e forze di vendita.

LA RIVOLTA NELL’ERA DELLO SHOPPING

Le cause profonde dei disordini nel Regno Unito non sono da individuare nella crisi della convivenza tra diverse etnie. Ma nelle disuguanze sociali, rese più drammatiche dalla crisi economica. È questo il malessere del paese. Che si esprime senza motivazioni politiche con forme di violenza giovanile, con il saccheggio di oggetti di marca. Una rivolta anche contro i furbetti del mondo della finanza che sfrecciano impuniti su auto di lusso.

NON TUTTI I DEFAULT SONO UGUALI

È sbagliato mettere sullo stesso piano i rischi di una crisi del debito per l’Italia e il probabile sforamento del tetto del debito pubblico negli Stati Uniti. La nostra è una crisi reale, quello americano è un problema legal-contabile, risolvibile con escamotage temporanei. E infatti il tasso d’interesse a cui una banca americana può chiedere soldi in prestito non è aumentato negli ultimi giorni. Se ne parla tanto perché la spesa pubblica sarà un tema cruciale delle prossime elezioni presidenziali Usa.

CONCORRENZA, IL PUNTO DEBOLE DELLA SANITÀ DI OBAMA

La corsa alle presidenziali americane del 2012 è già partita. A giocare un ruolo centrale sarà la riforma del sistema sanitario voluta da Obama. Effettiva dal 2014, punta ad ampliare la copertura del rischio sanitario tra la popolazione e parallelamente a contenere i costi crescenti. Vari aspetti sono però ancora da chiarire. Sulla struttura concorrenziale, in particolare. Oggi, il settore assicurativo privato è molto concentrato: i provvedimenti adottati saranno in grado di innestare una maggiore pressione competitiva tra le compagnie assicurative?

COSA SUCCEDE SE FALLISCE IL DOHA ROUND

Con il probabile fallimento del Doha Round, il Wto non perderà l’autorità necessaria a svolgere la sua funzione giurisdizionale. Né la corsa agli accordi di libero scambio bilaterali e regionali minerà alla base il sistema multilaterale, con un ritorno del protezionismo. Semmai, con la liberalizzazione su scala mondiale, il multilateralismo finirebbe per favorire una ulteriore crescita delle esportazioni della Cina. Mentre le zone di libero scambio consentono di scegliere con chi negoziare, cosa negoziare e quando liberalizzare, nel rispetto delle regole Wto.

LA PRIMAVERA ARABA E LE PROMESSE D’AIUTO DEL G8

Dal vertice del G8 di Deauville uscirà probabilmente un piano di sostegno alla primavera araba. Ma le promesse saranno mantenute? Probabilmente non per intero, a giudicare da quanto successo con gli impegni presi dal G8 sugli aiuti allo sviluppo per l’Africa. Tuttavia, le risorse destinate alla regione aumenteranno comunque, grazie soprattutto a Regno Unito e Stati Uniti. L’Italia vi contribuirà molto poco sia in fase di stanziamento che di erogazione effettiva, rendendo così “invisibile” la sua presenza in Nord Africa.

CHI È FAVORITO PER LA SUCCESSIONE AL FONDO*

Dopo aver discusso i problemi che l’arresto del managing director del Fondo monetario, Dominique Strauss-Kahn, apre sul fronte della gestione delle crisi -in particolare quella greca- esaminiamo il delicato nodo della successione al vertice dell’organizzazione internazionale. Tradizionalmente assegnato agli europei (in particolare a personalità francesi) mentre gli statunitensi si riservano la guida della Banca mondiale. I grandi paesi emergenti, però, premono per un cambiamento.

STRAUSS-KAHN: LE CONSEGUENZE DI UN ARRESTO*

L’arresto del managing director del Fondo monetario internazionale, con l’accusa di stupro, ha conseguenze importanti per l’Fmi, per le elezioni presidenziali in Francia e per i disastrati paesi Piigs. Fondo monetario e Unione Europea si trovano infatti davanti alla scelta se proseguire con un piano di salvataggio della Grecia che richiede sempre maggiori risorse oppure optare per una ristrutturazione ordinata del debito. Scelta resa più complessa dal rifiuto pregiudiziale della Bce di prendere in considerazione la seconda opzione. La posizione della Germania.

UN POPOLO DI SANTI

La beatificazione di Giovanni Paolo II è un segnale di internazionalizzazione della Chiesa cattolica. Che per molti secoli è stata guidata da papi, cardinali e santi italiani, rischiando in questo modo di indebolire il suo carattere universale. Dal Cinquecento fino al 1978 con l’elezione di Papa Wojtyla tutti i pontefici sono stati italiani. Ugualmente impressionante è il numero di santi nati nel nostro paese. Mentre ancora oggi i cardinali italiani sono sessantacinque su un totale duecentotre. Tanti rispetto al peso del cattolicesimo italiano.

UN BONUS CHE NON PREMIA LA FRANCIA *

Il presidente francese vuole imporre alle imprese che pagheranno dividendi sull’esercizio 2010 di versare un premio anche ai propri dipendenti. È una pessima idea sotto il profilo economico, politico e di bilancio. Perché non cambierà nulla nella retribuzione dei francesi, ma sposterà l’onere delle parti variabili del salario dalle aziende alla collettività. E tutto ciò proprio mentre la Francia presenta a Bruxelles il Piano di stabilità per il periodo 2011-2014, nel quale si impegna a un maggior rigore di bilancio.

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