Non “più stato”, ma “uno stato migliore”: questo il messaggio del governatore. Con l’Europa che ha reagito bene alla crisi ma che adesso deve fare il salto verso la “capacità fiscale comune”. E la politica monetaria deve passare ad un obiettivo simmetrico di inflazione.
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Come si può arrivare a decisioni rapide e flessibili sugli appalti pubblici? È necessario ridurre il numero dei centri decisionali. E ripensare la cornice normativa, intervenendo su Codice degli appalti, ruolo dell’Anac e commissioni di gara.
In molti comuni il principio di trasparenza non è esercitabile. Sui siti web mancano le informazioni necessarie per presentare la richiesta di accesso oppure le istanze non ricevono risposta. Le misure organizzative da adottare per renderlo effettivo.
Ci si chiede se le amministrazioni comunali sapranno gestire gli ingenti fondi del Pnrr. Ma c’è anche un altro aspetto della questione: le decisioni di spesa dei comuni, specialmente sugli investimenti, sono spesso influenzate da interessi elettorali.
A sette anni dalla legge regionale che ha abolito le province, la maggior parte dei consorzi e delle città metropolitane siciliani si trova senza risorse sufficienti per far fronte alle nuove funzioni. Serve una riforma complessiva all’insegna della flessibilità.
Si è gridato allo scandalo per la consulenza di McKinsey al ministero dell’Economia. Ma chi lavora con la pubblica amministrazione sa che i servizi di assistenza tecnica sono prassi comune. La soluzione è una riforma profonda del pubblico impiego.
La Corte costituzionale ha definitivamente chiarito che la gestione delle politiche contro le epidemie spetta allo stato. Diventa così pretestuoso tutto il dibattito sul Titolo V. Ma va costruito un più corretto rapporto istituzionale centro-periferia.
Il deficit di trasparenza nella gestione della pandemia influisce negativamente sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Lo confermano le pronunce del Tar del Lazio sulle mascherine chirurgiche a scuola e sul piano nazionale di emergenza.
Dopo la rinnovata fiducia di Camera e Senato, il governo va avanti. Il quadro politico rimane però particolarmente instabile, con una maggioranza sempre meno coesa. Per il Conte II, la fine potrebbe essere già iniziata, ma non per il Parlamento.