Il Tar della Lombardia ha stabilito che i benefici fiscali previsti per i canoni concordati siano riconosciuti anche ai contratti di locazione che applicano accordi territoriali diversi da quelli sottoscritti dal comune. I vantaggi sono spesso tutti dei proprietari.
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La legge elettorale proporzionale potrebbe davvero aumentare la partecipazione al voto? Sentendosi così parte della comunità i cittadini sarebbero più disposti a pagare le tasse? La suggestione è interessante, ma in Italia non sembra confermata dai numeri.
Nelle vicende giudiziarie che hanno toccato il presidente della Liguria e il sindaco di Venezia si intravedono gli sviluppi sotterranei della corruzione. Mutato il baricentro degli equilibri negoziali, gli interessi collettivi si piegano a quelli privati.
Il 28 luglio i venezuelani votano per eleggere il presidente. Gli undici anni di regime autoritario di Maduro hanno avuto gravi ripercussioni sull’economia del paese e sulla tutela dei diritti umani. Ma non è detto che sia arrivata l’ora del cambiamento.
Con l’autonomia differenziata non diminuiranno le risorse per il Sud. Preoccupa invece la mancanza di criteri per l’attribuzione delle materie. E il fatto che in futuro a decidere sui finanziamenti sia una commissione paritetica tra governo e singola regione.
I parlamenti eletti con sistema proporzionale favoriscono il moltiplicarsi di partiti. Invece, in Francia l’uninominale a doppio turno ha permesso di evitare una maggioranza Rassemblement National. Ma ora far nascere un governo non sarà semplice.
Non è facile capire se la legge sull’autonomia differenziata sia utile o dannosa. Un esempio di come possa funzionare si può ricavare dalla gestione e dal monitoraggio dei Livelli essenziali delle prestazioni nella tutela del lavoro nelle singole regioni.
Un patto alla francese avrebbe funzionato alle ultime elezioni politiche in Italia? La nostra legge elettorale è molto diversa, quindi le condizioni dell’accordo sono più difficili da realizzare. Ma qualcosa avrebbe potuto cambiare, soprattutto al Senato.
Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.