Non sempre l’alternanza scuola-lavoro, istituita nel 2015, rende più facile l’ingresso nel mercato del lavoro dei neodiplomati. Se le opportunità offerte non sono molto interessanti, aumenta la probabilità che le ragazze si iscrivano all’università.
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La popolazione immigrata rappresenta una componente vitale per il nostro paese, con un’età media molto più bassa e un tasso di natalità molto più alto rispetto agli italiani. A regolare gli ingressi per lavoro è però un meccanismo ormai superato.
Se la cura dei figli è prerogativa delle madri, anche i “costi” della genitorialità sono tutti a loro carico. Con la maternità le lavoratrici italiane subiscono una penalizzazione retributiva e hanno più probabilità di uscire dal mercato del lavoro.
La decisione di Amazon di riportare tutti i dipendenti fisicamente in ufficio riaccende il dibattito sul lavoro in remoto, che in Italia coinvolge pochi lavoratori. Se sono chiari i vantaggi per i dipendenti, i benefici per le aziende sembrano più limitati.
La quota di lavoratori con cittadinanza extra-europea nella ristorazione sale costantemente da circa dieci anni. Se dal punto di vista contrattuale non sembrano esserci differenze importanti, i salari di ingresso indicano possibili discriminazioni.
È semplicistico dire che intelligenza artificiale e robot sostituiranno gli umani: non tutti i lavori e non tutte le aree soffrono nello stesso modo. Una mappa delle occupazioni più a rischio delinea un quadro in cambiamento. E indica come intervenire.
La Lega propone di destinare automaticamente un quarto del Tfr alla previdenza integrativa. Per un modesto aumento del vitalizio, la manovra penalizzerebbe i lavoratori più fragili e le imprese, trasferendo liquidità dalle casse aziendali a quelle statali.
Nell’immaginario collettivo il periodo estivo è associato alle ferie dal lavoro. Non abbiamo numeri sistematici sull’entità del fenomeno, ma i dati Istat sulle forze lavoro indicano che i lavoratori italiani non vanno così tanto in vacanza.
A una forza lavoro che invecchia si è finora risposto con l’aumento dell’età pensionabile. Ma è una scelta che può costare cara per le carriere dei giovani. Perché diventa più difficile per loro raggiungere le fasce più alte della distribuzione salariale.
Da decenni i sindacati hanno sempre meno iscritti. Il declino ha avuto conseguenze sul “premio salariale sindacale”? I dati per gli Usa sembrano indicare di no. Anche perché i lavoratori sindacalizzati lavorano più ore a settimana rispetto ai colleghi.