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Occupazione: un settembre in chiaroscuro

I dati occupazionali di settembre mostrano un netto cambio di rotta: al contrario di quanto accaduto nei mesi precedenti, a crescere sono gli occupati maschi e con più di 35 anni. Si interrompe bruscamente il calo degli inattivi e il lavoro è più precario.

Lavoro indipendente sul viale del tramonto

Le figure più tradizionali dell’occupazione indipendente sono in costante diminuzione. Sono i negozianti e gli artigiani messi fuori mercato dalla concorrenza o alle prese con difficili passaggi generazionali. Aumentano invece i liberi professionisti.

Vecchiaia di un giovane povero

Come sarà la vecchiaia dei giovani di oggi? Potrebbe essere tutt’altro che serena, perché le difficoltà all’inizio dell’attività lavorativa lasciano una pesante eredità. Aumentano anche le diseguaglianze, che si riducono garantendo uguali opportunità.

Alla quarta rivoluzione industriale serve un diploma Its

Il governo ha promesso di aumentare i fondi destinati agli istituti tecnici superiori. Una promessa da mantenere perché gli Its, con alternanza scuola-lavoro e apprendistato, sono i tasselli di un sistema d’istruzione adeguato al lavoro del futuro.

Lavoro, il domani che verrà

La sostituibilità tra uomo e macchine ha raggiunto livelli prima impensabili. È difficile dire quali saranno gli effetti complessivi. Ma per affrontare questi grandi cambiamenti è necessario creare un sistema diffuso di istruzione di qualità.

Più costi che benefici dai corsi di formazione

L’analisi di due diversi corsi di formazione organizzati dalla provincia di Trento mostra che i costi superano, e non di poco, la somma dei benefici monetari che ne sono derivati. Per migliorarne l’efficacia, bisogna intervenire per ridurre le spese.

Il salario giusto? Dipende dalla reputazione del lavoro

Sono tanti i fattori che determinano il salario, compresa la reputazione del lavoro svolto. Se l’opinione pubblica ha scarsa considerazione per una professione, la rivendicazione salariale si fa difficile. Emblematico il caso degli insegnanti.

Paradossi italiani: pochi laureati e poco pagati

L’Italia ha la metà dei laureati rispetto alla media degli altri paesi Ocse. E quei pochi hanno salari bassi. Un risultato dovuto alla preferenza per le facoltà umanistiche. Ma anche ai tagli a risorse e docenti registrati nell’università italiana.

Politiche del lavoro, per valutarle non bastano i numeri*

Valutare l’efficacia delle politiche del lavoro basandosi solo sull’analisi delle variazioni del numero dei lavoratori temporanei e permanenti può essere fuorviante. È necessario invece utilizzare strumenti più complessi e dati disaggregati.

Giovani e donne in crescita di occupazione. Precaria

Ad agosto la disoccupazione è scesa all’11,2 per cento e l’occupazione è cresciuta, trainata da donne e giovani. Di nuovo ad aumentare sono i contratti precari, mentre l’indeterminato registra un lieve calo. Ambiguo rimane poi il ruolo giocato dal lavoro autonomo.

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