Sono aumentati i licenziamenti con il Jobs act? C’è un lieve incremento da marzo 2016, benché prevalgano ancora nettamente le dimissioni volontarie per il tempo indeterminato. Il caso del Veneto sembra mostrare che si tratta soprattutto di lavoratori stranieri dipendenti da imprese straniere.
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La disoccupazione giovanile continua a essere un problema irrisolto in Italia. Se in generale l’occupazione aumenta, seppur lentamente, non si può dire altrettanto per le fasce d’età più giovani. Neanche il Jobs act ha dato gli effetti sperati. Il problema della lunga transizione scuola-lavoro.
Gli sgravi contributivi previsti nel 2015 hanno fatto aumentare in modo significativo le assunzioni. Ora l’incentivo è molto più ridotto, in sostanza un premio a chi assume. Meglio allora pensare a un taglio strutturale del costo del lavoro? I risultati si vedrebbero nel medio periodo, non subito.
I dottori di ricerca non sono molti in Italia, anche perché il terzo livello di formazione universitaria è stato istituito solo negli anni Ottanta. Hanno sbocchi professionali al di fuori dell’ambito accademico? Dipende dalle discipline, ma i dati non sono incoraggianti. Dove e come intervenire.
L’occupazione ha continuato a crescere anche nel secondo trimestre. Si tratta per lo più di contratti a tempo indeterminato. Buone notizie anche per i giovani. Ma le preoccupazioni in vista dell’autunno non mancano: dal Pil fermo alla fine degli incentivi, passando per il referendum costituzionale.
Le moderne tecniche statistiche permettono di rispondere a quesiti a lungo dibattuti. Come le gabbie salariali, il sistema di differenziazione territoriale delle remunerazioni in vigore nel secondo dopoguerra. Uno studio suggerisce che l’effetto sull’occupazione di quegli anni sia stato modesto.
La nuova disciplina della cassa integrazione concorsuale penalizza ingiustamente le situazioni in cui l’impresa fallisce e non viene disposto l’esercizio provvisorio, anche se l’azienda è appetibile sul mercato. Disoccupazione di lunga durata e una soluzione che eviti disparità di trattamento.
Il flusso di persone che si rivolge ai servizi per il lavoro è molto sostenuto. Centri per l’impiego e agenzie per il lavoro riescono a rispondere a circa la metà delle richieste. Chi si rivolge al pubblico, chi al privato e la soddisfazione degli utenti. Investimenti in infrastrutture e personale.
Dal Rapporto Inps 2016 emerge non solo la perdita di milioni di posti di lavoro, ma anche come la crisi abbia ridotto il numero delle imprese e indotto una loro maggiore concentrazione. Così la ripresa dell’occupazione è lenta e spesso part-time. Modello insostenibile per la non autosufficienza.
Secondo il rapporto annuale dell’Inps, nel 2015 si è registrato un aumento considerevole dei contratti a tempo indeterminato. Il risultato è un aumento dell’occupazione e una riduzione del precariato. Ma la strada per la ripresa è ancora lunga.