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MA LA CURA BRUNETTA E’ DAVVERO EFFICACE?

Il ministero per la Pubblica amministrazione stima una forte riduzione delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici nel 2008. Sarebbe merito della nuova normativa. Se tuttavia si analizzano i dati raccolti ogni mese dal ministero e li si incrociano con quelli della Ragioneria generale si scoprono almeno due questioni che rendono prematuro l’entusiasmo. Primo, non e’ la prima volta che le assenze per malattia si riducono. Secondo, nonostante l’intervento dell’Istat, il campione utilizzato potrebbe ancora sovrastimare considerevolmente la riduzione.

POLITICA ECONOMICA SULLE MONTAGNE RUSSE

Si parla di ridurre l’orario di lavoro settimanale integrando il salario con sussidi per salvaguardare posti di lavoro: una correzione di rotta notevole per un esecutivo che con la detassazione degli straordinari puntava ad allungare quell’orario. I contenuti della proposta non sono ancora chiari. Ma potrebbe risolversi nell’ennesimo intervento a favore di chi un lavoro ce l’ha già. Mentre Il governo continua a sostenere che non ci sono risorse per una seria riforma degli ammortizzatori sociali.

INDENNITÀ AI CO.CO.PRO: UN BEL GESTO CHE NON IMPEGNA

A conti fatti, i beneficiari dell’indennità destinata ai collaboratori a progetto potrebbero essere circa 10mila e la spesa per le casse dello Stato intorno agli 8 milioni di euro. Non è infatti destinata a tutti, ma solo agli iscritti in via esclusiva alla gestione separata dell’Inps, in regime di monocommittenza, con un reddito lordo compreso tra 5mila e 11.516 euro nel 2008 e superiore a 3.500 euro nel 2009. Soprattutto, i co.co.pro devono operare in aree o settori in crisi. E quali siano, lo deciderà un successivo decreto. Incerto anche il momento dell’erogazione.

FLEX-INSECURITY, DALLA FLESSIBILITA’ ALLA PRECARIETA’

A dicembre scadranno oltre 300mila contratti atipici. In tempi normali la stragrande maggioranza viene rinnovata dalla medesima azienda. Ora, con la recessione, c’è il rischio che i rinnovi calino e sia più lungo il periodo di disoccupazione per i lavoratori. Una larga percentuale non potrà beneficiare delle prestazioni di disoccupazione perché le regole di accesso penalizzano le carriere discontinue e i salari bassi. Occorrono sussidi di tipo assistenziale, soggetti alla prova dei mezzi. E in prospettiva, uno schema di mantenimento del reddito di stampo universalistico.

UNA RETE PER TUTTI

La crisi dei mercati finanziari si trasferisce all’economia reale. Tra qualche mese inizieranno le vere e proprie riduzioni di personale e i primi a essere colpiti saranno i circa quattro milioni e mezzo di lavoratori precari. Per questo l’Italia ha urgente bisogno di introdurre un sussidio unico di disoccupazione, a cui si acceda indipendentemente dal tipo di contratto con cui si è stati assunti. Dove trovare le risorse? Sufficiente utilizzare i fondi destinati in via sperimentale alla detassazione degli straordinari, un provvedimento che diminuisce l’occupazione.

IL RICHIAMO DELLA FINANZA

Già nel 2000 chi lavorava nella finanza guadagnava il 60 per cento in più rispetto agli altri. E negli ultimi trenta anni è stata proprio la possibilità di compensi altissimi ad attirare verso questo settore un numero sempre più alto dei più brillanti fra i giovani laureati. Ora la crisi ha messo in evidenza che tutta questa intelligenza non è stata utilizzata in maniera molto produttiva. Speriamo almeno che una situazione così difficile incoraggi i giovani a dedicarsi a campi nei quali il loro talento potrebbe essere più utile alla società.

STUDIARE, L’INVESTIMENTO CHE NON RENDE

Tra il 1993 e il 2004 i rendimenti dei titoli di studio di livello universitario e di scuola media superiore sono diminuiti in Italia in modo consistente e statisticamente significativo. E la diminuzione è più marcata quando si considerano separatamente gli individui con un’età inferiore o superiore a 35 anni. Un risultato sorprendente soprattutto se comparato con le dinamiche di altri paesi sviluppati. Tre le possibili spiegazioni: il ruolo svolto dalle nuove tecnologie, la struttura del commercio internazionale, le caratteristiche istituzionali del mercato del lavoro.

SE IL LAVORATORE NON SI RIALLOCA

Il problema della bassa crescita italiana è fondamentalmente un problema di produttività. E non basta che cresca all’interno delle imprese, è altrettanto importante che i lavoratori si spostino verso le aziende più efficienti. Un processo che registra un picco durante la recessione della prima metà degli anni Novanta, caratterizzata da un forte processo di ristrutturazione. Dopodiché creazione e distruzione dei posti di lavoro rimangono stabili attorno a valori modesti, nonostante un aumento nella dispersione della performance delle imprese.

STIME DI PRECARIETA’

E’ sempre più urgente definire accuratamente alcuni termini usati per descrivere l’attuale mercato del lavoro, poichè non hanno una interpretazione univoca. Ecco dunque alcune definizioni operative, e i relativi indicatori, dell’atipicità, della flessibilità, della precarietà e della discontinuità lavorativa, anche in termini longitudinali. Ogni anno abbiamo oltre un milione e mezzo di soggetti coinvolti in un periodo di non occupazione. Rappresentano la domanda potenziale dei nuovi ammortizzatori sociali.

ASPETTANDO LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI

Sempre più immigrati compongono la nostra forza lavoro. Questo spiega come mai vi sono 300mila disoccupati in più rispetto allo scorso anno e al contempo è cresciuta anche l’occupazione. Ora è importante riformare il meccanismo degli ammortizzatori sociali. L’esperienza Alitalia insegna che, in Italia, solo una parte dei lavoratori riceve sussidi, mentre un’altra parte ne è totalmente esclusa.

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