Lo scarso interesse suscitato dalla pubblicazione dei dati annuali sulla povertà in Italia è eloquente. Evidenzia la necessità di una valutazione delle politiche di contrasto al fenomeno. E rimarca l’esigenza di modificare le risposte nel dopo-pandemia.
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Gli adempimenti burocratici costano al sistema produttivo e alla finanza pubblica circa 150 miliardi. Non servono nuove leggi, già solo la “semplice” applicazione di quelle vigenti renderebbe il sistema amministrativo molto più efficiente e competitivo.
In un momento già difficile a causa della crisi da Covid-19, molte Srl devono nominare l’organo di controllo legale. Si creano così situazioni paradossali, mentre per tante società sarebbe sufficiente un più semplice e meno costoso “visto o attestazione”.
La Germania ha scelto un taglio temporaneo dell’Iva per stimolare la domanda aggregata. È una misura efficace e non convenzionale perché agisce direttamente sulle aspettative dei consumatori, senza il tramite di banche e imprese. È adatta anche all’Italia.
Alla ricerca di idee brillanti, sul turismo il piano Colao sembra aver attinto a piene mani dai documenti d’epoca. Ripropone così idee che in passato non hanno avuto successo. Più interessante lo sguardo sul futuro, con lo sviluppo delle reti di impresa.
Si è riaccesa la discussione sullo scorporo e sulla proprietà delle reti di telecomunicazione a banda ultralarga. Ancora una volta il tema della concorrenza s’intreccia con quello dello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi innovativi.
Un intervento temporaneo sulle aliquote Iva potrebbe contribuire a sostenere i consumi nel breve periodo, senza penalizzare troppo le casse dello stato. Non va però trasformato in una misura permanente. Ed è meglio evitare annunci a cui non seguono fatti.
Le nuove, peggiori, stime del Fondo monetario internazionale sull’economia mondiale rendono ancora più urgente che i governi europei si mettano d’accordo sul Recovery Fund e che l’Italia faccia subito qualcosa per rilanciare i consumi.
La Banca centrale europea riempie le banche di finanziamenti a tassi negativi, per sostenere i prestiti alle imprese. Azione giusta nell’emergenza in corso, ma che potrebbe contribuire ad alimentare il circolo vizioso tra rischio bancario e rischio sovrano.
Basterà il voucher per frequentare un Mba a correggere la carenza strutturale di donne in posizioni dirigenziali? Un ostacolo alla progressione di carriera è il carico di lavoro di cura che ricade sulle donne. Di questo dovrebbe occuparsi la politica.