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Nella crisi cresce il risparmio per precauzione*

Gli ultimi mesi hanno visto un aumento senza precedenti del tasso di risparmio negli Stati Uniti. In gran parte è stato generato dal lockdown. Ma potrebbero esserci anche motivi precauzionali, dettati dalle difficili prospettive del mercato del lavoro.

Il legame tra tasso di disoccupazione e tasso di risparmio

Per gli effetti del Covid-19, negli Stati Uniti l’occupazione è diminuita di circa 15 milioni di unità, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto quasi il 15 per cento in aprile. Nello stesso mese, il tasso di risparmio è aumentato di quasi 20 punti percentuali (al 32,2 per cento), il più alto aumento mensile dagli anni Sessanta. Nonostante un arretramento osservato negli ultimi due mesi, le variabili si attestano ancora molto al di sopra della loro media storica (figura 1). La massa dei risparmi privati è quasi triplicata da febbraio a maggio. In realtà, la letteratura ha mostrato che le due variabili sono interconnesse, e in particolare che un aumento della disoccupazione possa alimentare il risparmio accumulato a scopi precauzionali.

Figura 1 – Tasso di risparmio e tasso di disoccupazione (frequenza mensile, Stati Uniti).

Fonte: Bureau of Economic Analysis and Bureau of Labor Services.

Risparmio da lockdown e risparmio precauzionale

La maggior parte del risparmio è stata generata senza dubbio dalle misure di distanziamento sociale e di blocco imposte dal governo durante l’emergenza, che hanno limitato significativamente la capacità di spesa delle famiglie. Tuttavia, in parte potrebbe anche essere stato guidato da motivi precauzionali, legati alle prospettive epidemiologiche e lavorative. In effetti, anche dopo che l’economia ha riaperto e l’effetto del lockdown sui tassi di risparmio è svanito, i fattori precauzionali possono continuare a rappresentare un elemento importante.

Sul fronte epidemiologico, il virus non può scomparire fino a quando non verrà sviluppato, prodotto e distribuito un vaccino su larga scala; recenti studi dimostrano che la pandemia potrebbe durare tra i 18 e 24 mesi. In tal caso, la paura di contrarre il Covid-19 può continuare a guidare il comportamento delle persone, pertanto, la domanda di servizi caratterizzati da prossimità fisica potrebbe mantenersi debole e, in alcuni casi, non riprendere completamente (ad esempio, nei settori del turismo o dei trasporti). 

Anche dal lato dell’offerta permangono ostacoli: al fine di contenere la probabilità di nuovi focolai, alcuni dei più popolosi stati Usa, tra cui Florida, Texas, New York e California, impongono alle imprese alcune forme di distanziamento sociale che, per quanto meno stringenti di quelle in vigore durante il lockdown, vincolano inevitabilmente la capacità di produzione e consegna di beni e servizi. Tutto ciò aumenta la probabilità di fallimento o ridimensionamento delle imprese, amplificando il rischio di perdite di reddito o licenziamenti e quindi stimolando il risparmio precauzionale delle famiglie (si veda, tra gli altri, Aiyagari, 1994).

In effetti, le prospettive del mercato del lavoro statunitense non sono particolarmente floride. Si stima che quasi la metà dei recenti licenziamenti siano permanenti e che sia le aspettative di breve che quelle di medio periodo sul tasso di disoccupazione siano in forte rialzo dopo il Covid-19. In particolare, il tasso di disoccupazione è stato visto come fattore chiave del risparmio precauzionale, sia sul piano teorico che su quello empirico (tra gli altri, Carroll et al., 2012 e Mody et al., 2012). Quest’ultimo studio mostra per un insieme di paesi avanzati (compresi gli Stati Uniti) che un aumento di 1 punto percentuale del tasso di disoccupazione – utilizzato come approssimazione dell’incertezza sul reddito da lavoro – incrementa il tasso di risparmio di circa 0,3 punti percentuali. La ricerca tiene in considerazione anche l’effetto di altre determinanti del risparmio, tra cui il reddito disponibile atteso.

Pur sapendo che un’attenta analisi sul risparmio precauzionale avrebbe bisogno di dati individuali, utilizziamo il risultato per eseguire alcuni calcoli approssimativi riguardo agli effetti del tasso medio di disoccupazione sul tasso medio di risparmio per gli Stati Uniti durante il 2020, a causa di motivi precauzionali (tabella 1). 

Si presentano tre scenari, basati su ipotesi alternative circa l’aumento della disoccupazione negli Stati Uniti durante l’anno: (i) un aumento dal 3,7 per cento registrato nel 2019 al 10 per cento, (ii) uno scenario pessimistico con aumento al 20 per cento, e (iii) un aumento intermedio, al 15 per cento, che prendiamo come riferimento. Utilizzando il coefficiente sopra menzionato, ovvero 0,3, nello scenario intermedio il tasso di risparmio aumenterebbe di 3,4 punti percentuali, il che rappresenterebbe il maggiore aumento annuale dagli anni Sessanta. In effetti, finora, l’incremento maggiore si è verificato nel 1970, attestandosi a 1,9 punti percentuali. Riferendosi a uno studio alternativo, si ottengono variazioni del tasso di risparmio abbastanza simili.

Verso un nuovo eccesso di risparmio globale?

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Altri fattori possono alimentare il risparmio, ad esempio il calo della ricchezza attesa o i rischi di salute pubblica connessi a una nuova ondata epidemica oppure il verificarsi di nuovi lockdown su grande scala, dunque i calcoli proposti rappresentano solo una parte della storia. E un nuovo “eccesso di risparmio” potrebbe emergere a livello globale nella misura in cui le dinamiche osservate e previste non si verifichino solo per gli Stati Uniti. Ad esempio, nel primo trimestre, il tasso di risparmio dell’area dell’euro è salito a quasi il 17 per cento dal 12,7 per cento del trimestre precedente: il più grande aumento mai verificatosi dall’inizio della rilevazione (1999). Come sostenuto da diversi economisti, il marcato incremento dei risparmi potrebbe contribuire a rafforzare alcune tendenze già esistenti come i bassi livelli di inflazionedel tasso di interesse reale.

* Le idee e le opinioni espresse in questo articolo sono da attribuire all’autore e non investono la responsabilità dell’istituzione di appartenenza. L’articolo propone una versione sintetica e aggiornata della nota pubblicata su Econbrowser.

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  1. Enrico D'Elia

    Trovo molto interessante l’analisi simultanea di risparmio e disoccupazione. Il grafico 1 mostra che i punti di svolta del tasso di risparmio ANTICIPANO di qualche trimestre quelli della disoccupazione, soprattutto a partire dagli anni 80. Quindi è difficile sostenere che, in condizioni “normali”, la disoccupazione CAUSI (neanche secondo Granger) il tasso di risparmio per motivi precauzionali. Se questa è l’evidenza empirica, direi che la spiegazione del fenomeno vada ricercata nei primi modelli ciclici e di sviluppo keynesiani, in cui le crisi sono determinate proprio da un eccesso di risparmio. Diverso (ed isolato) è invece il caso del covid, in cui le due variabili aumentano contemporaneamente, forse per i motivi indicati dall’autore.

  2. Michele

    In assenza di coperture adeguate da parte del welfare (disoccupazione, sistema sanitario, pensioni, servizi pubblici, qualità della scuola, salvaguardia ambientale), vista la precarizzazione del lavoro, a ogni stormir di foglie il risparmio precauzionale non può che aumentare. A maggior ragione nel caso del covid, viste le conseguenze sistemiche possibili o solo paventate

  3. Arda N.

    Il risparmio precauzionale cominciò in Italia in seguito alle elezioni del maggio 2001

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