Il problema della spesa per la difesa in Europa è oggi la frammentazione nei diversi stati. Un semplice aumento delle percentuali non servirebbe a molto. Si dovrebbe invece investire su progetti comuni. Farlo nella Ue a 27 è però praticamente impossibile.
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Il numero di disoccupati che in Italia utilizzano Internet per cercare lavoro è raddoppiato negli ultimi anni. L’abitudine si è diffusa in modo omogeneo tra diversi gruppi della popolazione. Ma i vantaggi non sono così forti come si potrebbe pensare.
La Svezia è stata costretta a suddividere il suo mercato elettrico in più zone. Così i prezzi al Sud, prima tenuti artificialmente bassi, sono cresciuti. Le risorse in più potrebbero essere usate per calmierare i costi per i consumatori più in difficoltà .
Occorrono misure correttive per evitare che fattori climatici o epidemie modifichino il regolare andamento dei coefficienti di trasformazione, fino a pregiudicare la sostenibilità e l’equità attuariale del sistema contributivo. La Svezia è un esempio.
L’offerta di Bper su Popolare Sondrio mostra le forti sinergie fra settore bancario e assicurativo. Come le altre operazioni conferma anche una visione tradizionale dell’attività : non è detto che risponda ancora alle esigenze di imprese e famiglie.
Scende la disuguaglianza di reddito nell’Unione europea. Tra i salari, infatti, c’è più convergenza e il miglioramento è essenzialmente legato allo sviluppo dei paesi dell’Est europeo. Tra i sistemi di welfare restano invece molte differenze.
Il problema della carenza di medici di famiglia non è tanto nei numeri. Conta di più l’orario di lavoro, il fatto che lavorano da soli e che ci sono dottori con troppi pazienti e altri che ne hanno troppo pochi. Una soluzione semplice ci sarebbe.
Il Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia costituisce un investimento strategico per il Pnrr. Dell’attuazione sono incaricati i comuni. Lo stato di avanzamento dei lavori segnala difficoltà che potrebbero non essere recuperate entro giugno 2026.
Canada, Messico e Cina sono i primi destinatari dei dazi promessi dal presidente Usa. Ma le tariffe non daranno i risultati economici sbandierati. Perché sono soprattutto uno strumento di pressione. La reazione però potrebbe essere diversa da quella voluta.
È probabile che l’amministrazione Trump imponga dazi anche sulle esportazioni europee negli Usa. Nello scenario peggiore la Bce potrebbe trovarsi a fronteggiare contemporaneamente il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dell’inflazione.