L’istruzione è la voce più rilevante nel processo di federalismo differenziato. Toglierla dalla trattativa ridimensionerebbe il nodo delle risorse finanziarie e consentirebbe di discutere delle opportunità offerte dalla devoluzione di altre materie.
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Tutte le analisi economiche sostengono che un rialzo dello spread ha effetti estremamente negativi sulla crescita economica e sulla stabilità finanziaria di un paese. Eppure, gli italiani non sembrano preoccupati dal suo netto aumento nell’ultimo anno.
Per facilitare il definitivo superamento del problema dei crediti deteriorati servono operatori specializzati, che si impegnino in una gestione attiva, senza limitarsi alle sole procedure di recupero. Alcune esperienze europee possono essere d’esempio.
Il sistema della doppia preferenza di genere è in vigore dal 2013 con l’obiettivo di aumentare la rappresentanza delle donne in politica. Ha avuto effetti promettenti, ma la usano in pochi. Perché solo la metà dei votanti sa di avere questa possibilità.
I dati Agcom mostrano che i partiti al governo godono di maggiori tempi di parola nei Tg e trasmissioni delle principali reti televisive. La par condicio promuove parità tra le forze politiche, ma il suo compito è sempre più difficile in un mondo dove la politica si fa sui social network.
Davvero le regioni del Nord sono penalizzate rispetto a quelle del Sud nella ripartizione della spesa pubblica? Dipende dai dati che si usano e dalla definizione di settore pubblico. E non può essere la ragione per le richieste di maggiore autonomia.
Bruxelles ha avviato verso l’Italia una procedura di infrazione per deficit eccessivo a causa dello sforamento del debito. Le sanzioni si possono ancora evitare senza rinunciare a ridurre gradualmente le imposte. Purché il governo si metta davvero a trattare.
Nella migliore delle ipotesi i minibot sarebbero del tutto inutili perché incapaci di risolvere il problema reale dei debiti della pubblica amministrazione verso imprese private. Nella peggiore, nascondono possibili scenari di uscita dell’Italia dall’euro.
In un anno di governo Lega-M5s sono state poche le risorse messe a disposizione del sistema formativo. Gli interventi hanno risposto spesso a problemi contingenti. E non c’è nessun impegno a sanare le diseguaglianze che caratterizzano la scuola italiana.
Il reddito di cittadinanza provoca un aumento strutturale del tasso di disoccupazione, perché induce una partecipazione virtuale al mercato del lavoro. Questo ulteriore difetto della misura è a tutti gli effetti un secondo spread a carico del nostro paese.