Non sarà la revisione delle detrazioni fiscali a permetterci di evitare la procedura di infrazione europea. Per non avere effetti negativi sulla ripresa, il taglio dovrebbe concentrarsi sui contribuenti con redditi più alti, che però ne beneficiano già in misura limitata.
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Il rapporto della Commissione europea sui conti pubblici non fa sconti. Ricorda che la flessibilità ha un limite, coincidente con la necessità di finanziare i cali delle imposte con riduzioni di spesa o almeno far ripartire le riforme. Altrimenti si rischia la procedura di infrazione per deficit eccessivo.
I dati sui risparmi ottenuti dalle gare Consip permettono di valutare l’andamento della spending review negli acquisti di beni e servizi. Tra luci e ombre, emerge un quadro in cui manca una politica organica di riassetto della spesa. E le cause di questo sono due.
Alla fine, la riforma Madia si rivela più una revisione della legge Brunetta che un passo verso una Pa più organizzata ed efficiente. Gli elementi di regolazione formale prevalgono sulle modalità operative. E restano tutte le contraddizioni dell’ordinamento del lavoro pubblico “privatizzato”.
Una liberalizzazione completa dei taxi annullerebbe il valore alle licenze. Ed è un’eventualità a cui i tassisti si oppongono con forza. Ma una tassa sul servizio destinata a finanziare un indennizzo per chi possiede oggi una licenza potrebbe risolvere la questione. Con vantaggi per tutti.
Alitalia è rimasta ancorata a un vecchio modello di business, fondato sul monopolio dei voli nazionali. E di fronte a una concorrenza agguerrita, ha abbassato i prezzi dei biglietti, senza però diventare una low-cost. Nasce da qui la sua ultima crisi. Che si può risolvere con scelte precise.
Alitalia è un vettore fuori rotta economica. Sui viaggi intercontinentali può ancora stare sul mercato, ma con la sua struttura dei costi non può sostenere la concorrenza dei low-cost sul breve-medio raggio. La soluzione potrebbe essere proprio quella di trasformarla in una compagnia a basso costo.
Nuovo record per le esportazioni italiane. Negli ultimi 25 anni è aumentato anche il numero di paesi raggiunti dal nostro export e la diversificazione è cresciuta più che in altri paesi. Nonostante il rallentamento del commercio mondiale. Imprese piccole e medie nelle dimensioni ma di ampi orizzonti.
L’allocazione delle risorse verso le imprese più produttive può favorire la crescita della produttività aggregata. Nel caso italiano, il dibattito sulla sua rilevanza è ancora aperto. Le conclusioni cambiano se si considerano tutte le categorie di imprese. Attenzione però ai costi sociali.
Già approvata alla Camera, staziona in Senato una legge volta alla regolamentazione dei cosiddetti home restaurant. Grazie a piattaforme digitali, cuochi non professionisti ospitano e rifocillano commensali sconosciuti. Un mercato in crescita che non dovrebbe essere ostacolato da norme troppo restrittive.