I dati Istat per il primo trimestre 2015 dicono che l’occupazione in Italia è in lieve flessione. Eppure il governo ha messo in campo diversi strumenti per permettere alla imprese di aumentare il numero degli occupati, dalla decontribuzione al contratto a tutele crescenti. Coerenza da mantenere.
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Negli ultimi anni le donne italiane in cerca di lavoro sono aumentate. E la legge sulle quote rose ai vertici delle aziende ha dato buoni risultati. Ma l’occupazione femminile resta bassa. Le politiche indispensabili per consolidare i segnali positivi e l’attuazione delle misure già prese.
Negli Stati Uniti il divario tra uomini e donne nella partecipazione al mercato del lavoro è molto più basso di quello registrato in Italia. Un calo persistente del gap porterebbe automaticamente anche a una riduzione del tasso di disoccupazione femminile. Fenomeno congiunturale o di lungo periodo?
Il rapporto Brambilla sul sistema previdenziale italiano induce all’ottimismo, a patto che le stime di crescita e inflazione siano corrette. Ma le generazioni più giovani non sono penalizzate tanto nella generosità delle pensioni, quanto dal fatto che le riceveranno per molti meno anni.
Il Jobs act attenua le sanzioni per il datore di lavoro in caso di licenziamento. Ma non è una “licenza di licenziare”. Chi prevede la fine del ricorso al giudice potrebbe essere smentito dai fatti. C’è poi la possibilità di inserire la reintegra nei contratti individuali o in quelli aziendali.
La riforma delle politiche attive del lavoro è necessaria, ma è stata inserita in un disegno normativo molto vasto, con inevitabili ritardi. L’agenzia nazionale rischia di divenire un inutile carrozzone. Meglio limitare il potere legislativo delle regioni e creare uno sportello unico del lavoro.
I lavoratori tendono a considerare il trattamento previdenziale previsto dalla legislazione vigente nel periodo in cui versavano i contributi come una promessa, un diritto acquisito. Ma quale pensione è economicamente lecito attendersi? La disparità di trattamento fra generazioni.
La disponibilità del 730 precompilato può rappresentare una novità positiva, in grado di snellire il rapporto tra fisco e contribuente e diminuire i costi di adempimento. Lo è senz’altro per i contribuenti senza oneri detraibili. Altri invece potrebbero rimetterci.
I più ampi poteri decisionali attribuiti ai dirigenti scolastici si giustificano purché sia prevista una seria e reale valutazione dei risultati prodotti dalla loro attività di direzione rispetto a obiettivi predeterminati e a criteri misurabili e comparabili. Ma sul punto la delega è vaga.
Ridurre il cuneo fiscale che grava sui salari attraverso trasferimenti oppure il taglio delle imposte può avere effetti molto diversi. Se il governo avesse scelto di rivedere il profilo delle detrazioni avrebbe dato un segnale più chiaro. Provvedimento a favore dell’equità, ma anche della crescita.