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COME DIFENDERSI DAL CONTAGIO

La fiducia sui titoli sovrani e bancari in tutti i paesi periferici dell’Europa continua a scendere. Cosa possono fare i paesi a rischio, e l’Italia in particolare, per evitare il contagio? L’evidenza empirica mostra che nella crisi sono divenuti più importanti tre fattori: il livello del debito pubblico, il tasso di crescita e il tasso di disoccupazione. E allora è forse utile accelerare privatizzazioni e dismissioni; diluire nel tempo il consolidamento fiscale; e sul mercato del lavoro puntare su forme di flessibilità salariale che riducano il rischio di licenziamenti.

UN ASSEGNO DALLA PARTE DEI FIGLI

In controtendenza con quanto accade nel resto d’Europa e in Nord America, in Italia le separazioni continuano ad aumentare. Il fenomeno dipende anche dalle difficoltà dei giudici nel determinare gli assegni di mantenimento, formalmente a tutela del benessere dei figli. Un passo in avanti può essere l’utilizzo delle scale di equivalenza, una misura semplice e in grado di garantire una soluzione ragionevole al problema. Si tratterebbe di un adeguamento normativo praticamente a costo zero, in grado però di favorire una maggiore equità tra generazioni e generi.

QUANDO IL DOCENTE È BELLO SEMBRA ANCHE PIÙ BRAVO

Un’analisi delle valutazioni sui corsi universitari espresse da studenti dell’università della Calabria nel corso di sette anni mostra che, a parità di caratteristiche del corso e del docente, un professore considerato più attraente ottiene un giudizio sulla didattica nettamente migliore, con un effetto più marcato per le donne. Il risultato fa sorgere qualche dubbio sull’efficacia degli strumenti oggi utilizzati nella valutazione della didattica, soprattutto alla luce del ruolo che le viene assegnato dalla legge Gelmini nel ridisegno del sistema universitario.

QUEL BRINDISI SULLA PLANCIA DEL TITANIC

Tutti insieme appassionatamente, politici, banchieri, membri del governo e capi delle fondazioni hanno celebrato il futuro delle fondazioni. Che però non promette bene. Come rivela uno studio di Mediobanca, la loro redditività e la loro efficienza sono ridotte al lumicino. Mentre i pletorici board sono la rappresentazione della spartizione politica, senza vere competenze all’interno. La separazione tra fondazioni e banche è improrogabile per la salute stessa del capitalismo italiano, soprattutto in tempo di crisi.

IL CONSUMO DI CARBURANTI

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UN PIANO PER LE CITTÀ MA CON RISORSE INCERTE

Nel decreto Sviluppo è prevista la realizzazione di un piano nazionale per le città, per riqualificare le aree urbane. Ancor prima di vederne i dettagli, si impongono due questioni. La prima è il filo diretto con i comuni e il ruolo marginale assegnato alle Regioni: una scelta che potrebbe rivelarsi poco opportuna. La seconda riguarda il finanziamento del progetto. Già di per sé piuttosto modesto, sorgono alcuni dubbi sulla sua effettiva disponibilità. Perché si tratta di risorse dirottate da altri piani di spesa. E alcune sono già state impiegate.

IL DIRIGENTE PUBBLICO CHE PIACE AI POLITICI

Nella spending review compare anche il taglio dei dirigenti pubblici. Non ne deriveranno grandi risparmi sotto il profilo finanziario, ma si tratta di un segnale di razionalizzazione. Provocherà quasi certamente degli esuberi. Per queste persone si ricorrerebbe ai due anni di accompagnamento verso la pensione con l’80 per cento del trattamento economico. Sarebbe molto meglio, invece, abolire i cosiddetti incarichi dirigenziali a contratto, utilizzati dai politici per assumere persone di loro fiducia e i cui meriti professionali si limitano spesso all’affinità politica.

NON È UNA CARRIERA PER DONNE

Anna Maria Tarantola sembra essere un’eccezione: solo il 35 per cento dei dipendenti della Banca d’Italia sono donne e la percentuale delle dirigenti è ancora più bassa. Se sulla scarsa presenza femminile nelle posizioni di vertice influiscono fattori socio-demografici, molto più difficile è spiegare perché le donne restano in netta minoranza anche tra i neoassunti laureati. Dai dati sui concorsi degli ultimi anni per economisti e giuristi risulta che erano donne il 61,5 per cento dei partecipanti, ma il 35,5 per cento degli idonei. Le ipotesi non confermate dalle analisi.

GIOVANI DISOCCUPATI ITALIANI TRA MITO E REALTÀ

I recenti dati Eurostat hanno fatto gridare all’allarme disoccupazione giovanile. Ma un tasso di disoccupazione del 33 per cento vuol solo dire che un giovane su tre, tra quelli che hanno cercato lavoro, non l’ha trovato. Ed è un dato tutto sommato costante per il nostro paese. Quello che è troppo basso è il tasso di attività: solo il 29 per cento dei giovani italiani partecipa al mercato del lavoro. Ancora più preoccupante è quel 19 per cento di “Neet”, ovvero di giovani che non lavorano né studiano. Ed è su di loro che dovrebbe concentrarsi l’attenzione della politica.

UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE PER LA SALUTE GLOBALE

Il ruolo dell’Oms è stato messo a dura prova negli ultimi anni dal rapido modificarsi dello scenario globale, con nuove priorità sanitarie e con l’emergere di nuove forme di collaborazione pubblico-privato, con annessi conflitti di interesse. Una riforma è dunque necessaria, ma non tutti sembrano volerla. Eppure il suo ruolo guida è insostituibile. Passa però da provvedimenti per la qualità della gestione e la stabilità finanziaria dell’organizzazione, dal recupero di sostegno e fiducia degli Stati membri, dalla drastica riduzione della dipendenza dal settore privato.

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