Lavoce.info

Categoria: Argomenti Pagina 719 di 1094

UN PEZZO DI RIFORMA FISCALE PER INCENTIVARE IL LAVORO

La riforma fiscale prossima ventura deve riuscire a rilanciare la crescita senza ridurre le entrate dello Stato. Ecco una piccola riforma che ha queste caratteristiche. Si tratta di abolire la detrazione fiscale per coniuge e altri familiari a carico, figli esclusi, con la contestuale introduzione di un credito di imposta per le retribuzioni più basse. L’obiettivo è sostenere il reddito delle famiglie incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, delle donne in particolare. Ridurrebbe la povertà soprattutto fra le madri sole.

EXPO 2015: UN ACCORDO CHE VA FUORI CAMPO

L’accordo di programma che dovrebbe definire gli impegni di enti pubblici e soggetti privati per lo svolgimento di Expo, prevede invece anche gli impegni sulla riqualificazione urbanistica e il riutilizzo delle aree interessate. Espropria cioè i comuni di Milano e Rho della loro funzione di pianificazione urbanistica. È dunque necessario stralciare dall’accordo le competenze illegittimamente introdotte ed escludere dalle decisioni sull’assetto del territorio quella parte privata che ha solo la funzione strumentale di assicurare la disponibilità dei terreni.

IL COSTO SALATO DELLA GIUSTIZIA CIVILE LENTA

Il governatore della Banca d’Italia attribuisce alla lunghezza dei processi civili la perdita di un punto di Pil per l’economia italiana. Una giustizia lenta rende più difficoltoso ottenere il credito bancario e deprime il livello degli investimenti. Ma soprattutto spinge sistema economico e imprese ad adottare comportamenti, scelte, strutture aziendali volti a minimizzare il rischio di incorrere in giudizio. E il risultato è una forte perdita di competitività. Il compenso a forfait per gli avvocati è il modo più neutro ed efficace di premiare i comportamenti corretti.

TORNARE A CRESCERE, UN OBBLIGO PER L’ITALIA

La malattia del nostro paese è la bassa crescita. È questo ciò che rende l’Italia vulnerabile alla crisi del debito pubblico. Il governo dovrebbe perciò agire contemporaneamente su due piani: precisare quali misure di aggiustamento intende adottare da qui alla fine della legislatura per rispettare gli impegni presi senza rimandarle ai posteri; e indicare un’agenda di riforme strutturali a costo zero per le casse dello Stato che ci mettano nelle condizioni di tornare a crescere nei prossimi dieci anni. Noi continueremo a offrire il nostro contributo costruttivo aggiornando le proposte già su questo sito e formulandone di nuove.

COSA SUCCEDE SE FALLISCE IL DOHA ROUND

Con il probabile fallimento del Doha Round, il Wto non perderà l’autorità necessaria a svolgere la sua funzione giurisdizionale. Né la corsa agli accordi di libero scambio bilaterali e regionali minerà alla base il sistema multilaterale, con un ritorno del protezionismo. Semmai, con la liberalizzazione su scala mondiale, il multilateralismo finirebbe per favorire una ulteriore crescita delle esportazioni della Cina. Mentre le zone di libero scambio consentono di scegliere con chi negoziare, cosa negoziare e quando liberalizzare, nel rispetto delle regole Wto.

PERCHÉ IL TRENO NON SOSTITUISCE IL TIR

Esistono ampi margini di crescita per la ferrovia nel nostro paese, in termini di merci trasportate in valore assoluto. Come è già accaduto in Germania e Regno Unito negli ultimi anni. Ma lo spostamento modale delle merci dalla gomma al ferro non serve a ridurre il traffico su strada, se non in misura marginale. Meglio sarebbe puntare su un utilizzo più razionale della capacità della rete autostradale con l’adozione di livelli di pedaggio variabili nell’arco della giornata e della settimana. E prevedere un ampliamento della capacità dove necessario.

CONCORRENZA, IL PUNTO DEBOLE DELLA SANITÀ DI OBAMA

La corsa alle presidenziali americane del 2012 è già partita. A giocare un ruolo centrale sarà la riforma del sistema sanitario voluta da Obama. Effettiva dal 2014, punta ad ampliare la copertura del rischio sanitario tra la popolazione e parallelamente a contenere i costi crescenti. Vari aspetti sono però ancora da chiarire. Sulla struttura concorrenziale, in particolare. Oggi, il settore assicurativo privato è molto concentrato: i provvedimenti adottati saranno in grado di innestare una maggiore pressione competitiva tra le compagnie assicurative?

CHIEDERE MENO TASSE? RISCHIA DI FARLE AUMENTARE

Il 17 giugno lÂ’agenzia di rating statunitense MoodyÂ’s ha annunciato di aver posto il rating Aa2 dellÂ’Italia sotto revisione in vista di un possibile downgrade. MoodyÂ’s spiega la sua decisione con tre motivi:
1) le sfide sul fronte della crescita dovute a debolezze strutturali dell’Italia ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro;
2) i rischi collegati allÂ’attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l’indebitamento italiano e mantenerlo a livelli sostenibili;
3) i rischi collegati dal cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.
Il secondo di questi tre motivi, quindi, ricollega la decisione di Moody’s direttamente alle fortissime pressioni a cui negli ultimi giorni il Ministro del Tesoro Giulio Tremonti è stato sottoposto da parte dei partiti di governo per indurlo a ridurre le imposte.
Se tali pressioni contribuiranno al downgrade del nostro debito pubblico, esse condurranno anche a un aumento dei tassi di interesse pagati dallo Stato italiano. E, data l’enorme massa del nostro debito, anche un minuscolo aumento dei tassi di interesse comporterà un esborso maggiore per lo Stato e quindi un inevitabile aumento del carico fiscale. Ecco quindi che chi oggi strilla perché le imposte scendano potrebbe in realtà essere tra i maggiori responsabili del loro aumento.

LEGHISTI MIEI, FEDERALISTI IMMAGINARI

La proposta di trasferire qualche ministero al Nord inizialmente ai più era apparsa una boutade. Sta diventando una questione seria. Non dovrebbe esserlo.
Dando per scontato che costi (anche finanziari) e problemi organizzativi impediranno anche soltanto di discutere il trasferimento di ministeri significativi, il rischio maggiore è che, per non scontentare nessuno, si ripieghi su una versione soft, con la creazione di sedi distaccate e uffici di rappresentanza. Non sarebbe solo uno spreco di risorse ma diventerebbe un ostacolo a una razionalizzazione della rete periferica dell’amministrazione centrale, questa sì necessaria da tempo.
I maggiori ministeri (Difesa, Giustizia, Istruzione, Beni culturali, Economia, ecc.) hanno un’articolazione periferica che ricalca il disegno delle amministrazioni territoriali. È questa la principale motivazione della spinta a creare nuove Province: contano non tanto gli uffici della Provincia quanto una nuova prefettura, la sovrintendenza, il comando provinciale dei Carabinieri, e così via.
Bisognerebbe snellire queste reti. Soprattutto – se ne parla da almeno dieci anni – ripensare il tutto alla luce del trasferimento di competenze a Regioni ed enti locali. Ci si aspetterebbero proposte su questo da chi vuole la riduzione del peso dello stato centrale. Ma tant’è: scomparsi da tempo i marxisti immaginari di buona memoria (Vittoria Ronchey, 1975), è da un poÂ’ il turno dei federalisti immaginari.

SE L’ENERGIA DIVENTA SEMPRE PIÙ VERDE *

Dal referendum è emerso un no al nucleare e un implicito sì alle energie rinnovabili. E per certi aspetti, il nostro paese può affrontare la sfida meglio della Germania, il paese all’avanguardia in questo campo. Ma quello che drammaticamente manca nel nostro paese è una visione del futuro che guidi le grandi scelte energetiche. La riflessione sul ruolo degli incentivi, della ricerca e della produzione delle rinnovabili è oggi guidata solo dalla necessità di ottemperare agli impegni europei. Serve invece una discussione seria sulle strategie future a medio e lungo termine.

Pagina 719 di 1094

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén