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Informazione economica: la crisi nella crisi

In allegato la presentazione tenutasi, il 15 settembre 2010, al convegno a porte chiuse per i sostenitori de lavoce.info

Infrastrutture, costi alti, tempi lunghi, utilità incerta

In allegato la presentazione tenutasi, il 15 settembre 2010, al convegno a porte chiuse per i sostenitori de lavoce.info

L’obesità parte da lontano

Nel mondo più di un miliardo di adulti sono sovrappeso e 300 milioni sono clinicamente obesi. Ma l’epidemia di obesità si è diffusa, almeno negli Stati Uniti, molto prima di quanto comunemente si pensi: per la popolazione bianca se ne vedono le avvisaglie già dopo la prima guerra mondiale, per coinvolgere i neri dopo il secondo conflitto mondiale. Dunque ben prima degli anni Ottanta, considerati la data di nascita ufficiale del problema. Le tabelle di riferimento oggi utilizzate non sono perciò corrette e sono in realtà sovrappeso anche persone che pensano di avere un peso normale.

la crisi: numeri, previsione e media

In allegato la presentazione tenutasi, il 15 settembre 2010, al convegno a porte chiuse per i sostenitori de lavoce.info

Il costo dell’instabilità politica

La fase di conflittualità e di incertezza politica registrata negli ultimi mesi potrebbe avere effetti assai gravi sui delicati equilibri della finanza pubblica. Abbiamo analizzato la relazione tra una misura di conflittualità e la variazione del tasso a lungo termine sui titoli del nostro debito pubblico a dieci anni. Ad esempio, alle polemiche dell’affaire Montecarlo di agosto si associata un aumento del tasso a lungo termine di circa 5 punti base. Che, se dovesse perdurare indefinitamente, potrebbe equivalere a oltre 830 milioni di euro di maggiori oneri di interessi.

Federalismo: a che punto siamo?

In allegato la presentazione tenutasi, il 15 settembre 2010, al convegno a porte chiuse per i sostenitori de lavoce.info

BASILEA III: MOLTO RUMORE PER POCO

Banche e industriali sono per una volta d’accordo: Basilea III avrà un impatto restrittivo sull’economia, con il rischio di fermare sul nascere la ripresa. In realtà, l’effetto restrittivo sarà di breve periodo e limitato. Anche perché è previsto un lungo periodo di transizione. Semmai, l’accordo raggiunto domenica tra i governatori delle banche centrali è fin troppo prudente, permettendo così che elevati rischi di instabilità continuino a essere presenti ancora per molti anni nel sistema finanziario mondiale.

L’autunno della finanza

In allegato la presentazione tenutasi, il 15 settembre 2010, al convegno a porte chiuse per i sostenitori de lavoce.info

Se il campionato si ferma per sciopero

La minaccia di uno sciopero pende sul campionato di calcio. In discussione c’è il nuovo contratto di lavoro e due sono i punti di disaccordo: il diritto dei calciatori che non rientrano più nei piani delle società di allenarsi insieme al resto della rosa e la rescissione del contratto in caso di rifiuto del trasferimento a un altro club nell’ultimo anno di contratto. E se non è facile per i normali cittadini comprendere le ragioni dei giocatori, è anche difficile avere simpatia per chi ha liberamente sottoscritto un contratto e vorrebbe poi uscirne senza pagare le conseguenze.

Ma quando comincia la lotta all’evasione?

Nei mesi scorsi avevamo capito che fosse in cantiere un cambiamento epocale di finanza pubblica. Il governo ha dichiarato che avrebbe finalmente fatto la faccia dura contro lÂ’’evasione. Ha poi fatto seguire i fatti alle parole e ha approvato provvedimenti che in futuro dovrebbero portarci a migliorare i risultati su questo fronte. Siamo qui in trepida attesa. Intanto mese dopo mese, si accumulano i dati sulle entrate dello Stato che –(come minimo)– segnalano la necessità che questa svolta diventi operativa presto. Dal Bollettino della Banca d’Italia di metà settembre si legge: “Le entrate tributarie nei primi sette mesi dell’anno sono state pari a 210,374 miliardi di euro, 7,411 miliardi in meno rispetto al periodo gennaio-luglio del 2009, quando sono arrivate a 217,785 miliardi. In termini percentuali, la riduzione è del 3,4 per cento”. Se si guarda solo alle entrate tributarie, –la voce più facilmente misurabile e che risente meno di minori o maggiori voci straordinarie che sono invece contabilizzate nella voce “”Altre entrate””,– le cose vanno anche peggio. Facendo le somme, viene fuori che sono stati persi 11,3 miliardi di euro di entrate nei primi sette mesi del 2010 rispetto agli stessi mesi del 2009. Dato che le entrate tributarie del periodo gennaio-luglio 2009 erano 210 miliardi, vuol dire che le entrate tributarie sono scese di 5.4 punti percentuali. Nel frattempo nello stesso periodo il Pil a prezzi correnti aumentava di circa 2.5 punti percentuali (+1 per cento circa il Pil reale e +1.5 per cento l’Â’inflazione). Aumenta il Pil, scendono le entrate tributarie. Ah è vero, sarà perché il governo ha tagliato le tasse come aveva promesso. Beh, veramente no, tagli e riforme fiscali sono argomenti per le chiacchiere estive, mica li si fanno veramente. Verrebbe da dire che se il ministro dellÂ’’Economia occupasse una parte più consistente del suo tempo a far arrivare i soldi nelle casse dello Stato anziché andare per sagre di partito a discettare della sicurezza sul lavoro, darebbe un bel contributo a –- come dice lui – “mettere i conti in sicurezza”.

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