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SE IL PICCOLO COMUNE HA TROPPI CONSIGLIERI

La Finanziaria per il 2010 aveva previsto una sensibile riduzione del numero di assessori e di consiglieri comunali. Poi il provvedimento è stato ritirato. Ma qual è l’effetto di tanti politici locali sulla finanza pubblica e lo sviluppo territoriale? Al crescere del numero di assessori e consiglieri si ha una ricomposizione delle spese correnti a favore di quelle per il personale, una minore autonomia impositiva e una qualità inferiore dell’offerta di beni pubblici, approssimata in base alle scelte di residenza degli individui.

MANI PULITE. 15 ANNI DOPO

È in qualche modo cambiata la corruzione in Italia quindici anni dopo le inchieste di Mani pulite? Sì, una novità c’è ed è il carattere “sistemico” del fenomeno. È questa la risposta che fornisce uno dei più noti esponenti della magistratura nel brano che qui pubblichiamo tratto dalla sua prefazione a un libro di Alessandro Galante Garrone, in libreria in questi giorni: “L’Italia Corrotta, 1895 – 1996, cento anni di malcostume politico” (Aragno editore, 147 pagine, 10 euro). Galante Garrone, scomparso nel 2003, lo pubblicò per la prima volta nel 1996, raccontando e analizzando il fenomeno della corruzione con la sua esperienza di storico e giurista, con il suo rigore morale e intellettuale che vede le cose con un pessimismo non rassegnato.

E SE GIOCASSIMO A BASKET IN BANCA?

La discussione sulle nuove regole per il sistema bancario è in un’impasse. Ma la crisi non è stata solo una conseguenza degli eccessivi rischi assunti dalle banche. E’ anche il risultato della quantità di denaro impiegata in questi rischi. Invece di mettere limiti alle attività delle banche, si può prendere esempio dalla Nba. Dove le squadre che superano il monte salari per i giocatori pagano una cifra corrispondente all’Associazione. Lo stesso principio si potrebbe applicare al rapporto tra debiti e asset degli istituti bancari.

INTERVENIRE PRIMA CHE PASSI LA NOTTATA

Disoccupazione all’8,6 per cento e Pil 2009 a -5 per cento: l’economia italiana soffre ancora i colpi di coda di una crisi ormai finita. Ma c’è lo spazio e la necessità per gli incentivi temporanei con efficacia limitata a sei mesi ai settori in difficoltà. Si tratta di permettere alle imprese di avviare processi di ristrutturazione in modo socialmente non distruttivo. Di interventi di questo tipo si parla da tempo, ma il governo continua inspiegabilmente a rinviarne l’adozione.

QUEI CITTADINI CHE VOTANO MA NON PAGANO TASSE

Torna agli onori della cronaca la Circoscrizione estero. Per facilitare l’esercizio di un diritto dei connazionali che risiedono in altri paesi sarebbe bastato il voto per corrispondenza. Invece la legge sul voto degli italiani all’estero finisce per garantire una rappresentanza senza tassazione: cittadini che non pagano tasse in Italia e non usufruiscono dei servizi influenzano con il loro voto le tasse che gli italiani residenti pagano e i servizi che ricevono. Viceversa, gli immigrati regolari nel nostro paese sono soggetti a una tassazione senza rappresentanza.

MENO PARLAMENTARI PER MENO CORRUZIONE

Il fatto stesso che si debba varare una legge per vietare ai politici coinvolti in episodi di corruzione di presentarsi alle elezioni la dice lunga su come non funziona la selezione della classe politica in Italia. Per migliorarne la qualità servirebbe una maggiore competizione elettorale e una migliore legge elettorale. Ma anche cittadini più attenti e un’informazione più concentrata sui fatti e meno sui retroscena. Un cambiamento che richiede tempo. Tuttavia qualcosa si può fare subito: ridurre il numero di parlamentari e di amministratori a livello locale. E bisogna farlo finché è forte nell’opinione pubblica l’indignazione per i ripetuti episodi di corruzione. Altrimenti i politici troveranno sempre un modo per mantenere (se non aumentare) poltrone e spesa pubblica.

 

UNA PRECISAZIONE DI MINIMETRÃ’ SPA E LA REPLICA DEGLI AUTORI

Confrontare il servizio erogato da Minimetrò e un generico trasporto pubblico locale (Tpl) su gomma, come si fa nell’articolo Nuove metropolitane, vecchi abbagli, appare fortemente improprio. Infatti i due sistemi di trasporto hanno caratteristiche tecniche profondamente diverse.
Minimetrò è un rapidissimo sistema di trasporto di massa, dove non sono i chilometri che esprimono la qualità e l’utilità del servizio quanto – piuttosto – la velocità, l’alta disponibilità del servizio, il comfort di viaggio, la certezza della puntualità offerta. Pertanto il Minimetrò è un vettore di qualità superiore al trasporto su gomma, incluso (cosa non da pocoÂ…) lÂ’impatto ambientale zero che garantisce ai polmoni dei Perugini e dei tanti turisti.
Beria e Ramella si sbagliano: Minimetrò Spa non percepisce un classico canone per il servizio reso e per l’investimento effettuato, bensì un corrispettivo annuo per una prestazione monitorata; che, tra l’altro, non è di 10 milioni di euro ma di 9 milioni e 100 mila euro, fatto che determina un corrispettivo “a viaggio” di circa 3 euro e non di 3,30.
A Perugia, dove già vige un regime di comunità tariffaria grazie al biglietto unico per bus, ferrovia e Minimetrò, le azioni messe in campo dall’Amministrazione comunale non possono essere considerate “forzature degli  interscambi” – come erroneamente riportato nel citato articolo –  bensì logiche attività per armonizzare le operatività trasportistiche locali.
Il Piano urbano della mobilità (Pum), dato già per cristallizzato da Beria e Ramella, non deve invece ritenersi concluso, essendo in corso la fase della sua prevista ottimizzazione a 2 anni dall’entrata in esercizio del sistema.

Beria e Ramella scrivono che il Minimetrò e il bus hanno la stessa capacità di trasporto. Falso: data la maggior frequenza di passaggio delle vetture, la capacità del servizio del Minimetrò è nettamente superiore allÂ’autobus. Nell’area urbana di Perugia, la capacità trasportistica di Minimetrò è di circa 8 volte superiore a quella di un bus; ne discende che il corrispettivo per posto-km del Minimetrò, reso “a forza” omogeneo al bus solo ai fini di confronto con i dati pubblicati da Beria e Ramella, sarebbe pari a circa 13 centesimi di euro (€ 9.100.000/validazioni 3.000.000/3Km/8) e non di un 1 euro, come invece riportato.
Anche il paragone fra Perugia e la città di Torino è approssimativo: rispetto alla popolazione di Torino, il numero degli utenti del Minimetrò di Perugia risulta superiore di ben il 20%.
Infine va ricordato che requisiti non secondari di un servizio pubblico sono lÂ’affidabilità del sistema (per Minimetrò: 99,59%) e la soddisfazione dellÂ’utente (per Minimetrò, dalla rilevazioni semestrali dellÂ’Istituto Piepoli: 97%). E che lÂ’indice di efficienza – ex legge 422/97 – è superiore al 35%, sin dal primo esercizio.

Paolo Giovannelli Ufficio stampa Minimetrò Spa

Rispondiamo solo ad alcuni punti, per brevità ed invitiamo la società a rendere disponibile, se esiste, un’analisi costi/benefici dell’opera e le stime dell’utenza in fase di progetto.

1)      Il Minimetrò consente una riduzione dei tempi di trasporto solo per coloro che effettuano spostamenti con origine / destinazione nelle aree limitrofe  alla linea; per gli altri passeggeri, cioè 29 milioni su 30 (fonte: Bilancio AMP 2008 Esercizi, pag. 55), la realizzazione del sistema è indifferente o ha imposto un cambio di mezzo.
2)      Il costo per passeggero trasportato è di gran lunga superiore a quello che si sarebbe registrato con un servizio su gomma che avrebbe consentito di soddisfare la stessa domanda (ovviamente non con un’unica linea, ma sulle varie direttrici in funzione della loro origine). In tutto il mondo i sistemi di massa su rotaia vengono utilizzati in primo luogo per servire capacità incompatibili con gli autobus (almeno 15-20000 viaggi/giorno), dato il loro maggior costo.  Scelte di tipo diverso sono a nostro parere prive di razionalità economica. La cifra di 9 milioni di soldi pubblici all’anno (da confrontarsi con 22 per tutto il resto della rete AMP) per servire, pur con grande qualità, una quota inferiore al 10% della domanda dell’azienda è una cifra che fa quantomeno riflettere.
3)      Considerato che la riduzione della mobilità privata a Perugia a seguito della realizzazione del Minimetrò appare assai modesta (si può stimare intorno ai 2500 viaggi al giorno) così come lo sono gli effetti in termini di riduzione della congestione e dell’inquinamento, appare assai dubbio che l’incremento di spesa per il trasporto pubblico dovuto al Minimetrò sia giustificato.

Paolo Beria e Francesco Ramella

LEVA DELLE BANCHE: MANEGGIARE CON CAUTELA

A livello internazionale, i regolatori cercano di porre argini ai movimenti pro-ciclici della leva bancaria. Ma la regolazione prudenziale dovrebbe acquisire una dimensione macroeconomica. Le tradizionali regole applicate ai singoli istituti dovrebbero essere affiancate da regolamentazioni anticicliche, capaci di accrescere il grado di auto-assicurazione dell’intero sistema finanziario. E il coordinamento tra politica monetaria e supervisione prudenziale rende opportuna non la loro separazione, ma l’integrazione presso un’unica autorità: la banca centrale.

TANGENTOPOLI NON È MAI FINITA

Nonostante le richieste sopranazionali di sanzioni proporzionate, adeguate e dissuasive nei confronti della corruzione, l’Italia non sembra aver intrapreso finora un’azione di contrasto efficace. Rispetto a un fenomeno apparso come dilagante già ai tempi di Tangentopoli, pur in carenza di rilevazioni sistematiche, la risposta sanzionatoria è stata incerta e improntata ad assoluta mitezza.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Ringraziamo tutti i lettori per i commenti. Dimostrano che le imposte sulle successioni sono un tema caldo e che suscita opinioni fortemente contrastanti.
Un primo gruppo di commenti comprende quelli che hanno osservato che l’effetto trovato potrebbe essere dovuto ad un effetto di ricomposizione della ricchezza (gli individui potrebbero aver riallocato la ricchezza verso beni immobili in risposta alla riforma) o all’emersione del sommerso. Entrambi i commenti sono corretti. Con i dati a disposizione non possiamo distinguere tra queste ipotesi, come sottolineato nella versione completa dell’articolo al quale rimandiamo. Tuttavia, il fatto che quasi il 90 percento della ricchezza complessiva degli anziani sia detenuta sotto forma di immobili induce a pensare che è improbabile che l’effetto riallocazione spieghi tutta l’evidenza. Per quanto riguarda invece l’emersione del sommerso può essere utile sottolineare che l’analisi non si basa su dati di origine fiscale ma su un’indagine (l’Indagine sui Bilanci delle Famiglie della Banca d’Italia) nella quale gli individui hanno garanzia di anonimato e non hanno motivo di mentire. Ciò dovrebbe far sì che gli individui non abbiano una maggiore propensione a dichiarare di aver ricevuto un immobile in eredità dopo la riforma o, quanto meno, che eventuali differenze siano simili tra famiglie ricche e povere.
Un secondo gruppo di commenti include detrattori (l’imposta è ingiusta e in ogni caso ha un ruolo marginale a causa del basso gettito) e fautori dell’imposta (si tratta di un’imposta progressiva che riduce la diseguaglianza e promuove la mobilità). Su questo non intendiamo entrare nel merito. Ci limitiamo ad osservare che i trasferimenti intergenerazionali sono soggetti a tassazione nella gran parte delle economie sviluppate, e particolarmente negli Stati Uniti d’America e che, nonostante producano un gettito che raramente supera l’1 percento delle entrate fiscali complessive, sono spesso al centro del dibattito pubblico. Per i favorevoli esse aumentano la mobilità intergenerazionale, per i contrari riducono l’accumulazione di capitale.Il punto che ci interessa sollevare è che il dibattito avviene in assenza di riferimenti fondamentali: stime attendibili dell’effetto delle imposte di successione sui trasferimenti intergenerazionali, e quindi sulle entrate fiscali, sull’accumulazione di capitale, sulla trasmissione della ricchezza e sulla mobilità intergenerazionale. Crediamo che disporre di una misura dell’effetto delle imposte di successione sulla propensione a trasferire ricchezza ai propri eredi possa aiutare a rendere il dibattito più trasparente.
Infine al commento del lettore Vittorio Serito rispondiamo che in effetti, come precisato nellÂ’articolo, le imposte di successione sono state reintrodotte per i grandissimi patrimoni alla fine del 2006 (legge 296/2006) e che i fattori da lui menzionati (l’evoluzione del mercato immobiliare e l’evoluzione dei valori catastali) sono senzÂ’altro importanti. NellÂ’analisi condotta nella versione completa dellÂ’articolo se ne tiene adeguatamente conto.

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