Lavoce.info

Categoria: Argomenti Pagina 830 di 1091

NON SCHERZIAMO CON I PREFETTI

Il banchiere fa un mestiere semplice da descrivere ma complesso da attuare: riceve depositi dalla clientela e li dà a prestito alle imprese per investirli e finanziare le attività correnti. La solidità dei risparmi dei clienti dipende dalla solidità degli investimenti effettuati. Non a caso l’odierna crisi finanziaria nasce proprio da un eccesso di prestiti ad alto rischio e da errori nella erogazione del credito. Mettere i prefetti a giudicare sulla concessione dei prestiti è mettere una ipoteca sulla sicurezza dei depositi dei risparmiatori. Poteri di vigilanza e Bce.

LA RISPOSTA DEGLI AUTORI

Ringraziamo molto Anastasia e Trivellato per il loro commento alla nostra proposta e i tanti lettori per i loro incoraggiamenti e anche osservazioni critiche. Lo scopo del nostro articolo era proporre dei costi di base per un sussidio universale ai disoccupati. Riteniamo che sia utile, a questo stadio, avere stime un pò più precise su quello che potrebbe costare un sussidio unico. Una volta accettato il concetto, sarà importante e doveroso entrare in maggiori dettagli, e il commento di Anastasia e Trivellato va esattamente in quella direzione.
Con riferimento alla platea degli ammessi al sussidio, le stime del nostro articolo si riferiscono effettivamente a un sussidio da erogare a tutti i disoccupati con eccezione dei giovani disoccupati senza alcuna esperienza. Tra le eccezioni e le esclusioni previste da Anastasia e Trivellato, riteniamo che la più importante sia quella relativa ai disoccupati che precedentemente erano fuori dalla forza lavoro. Viceversa, sulla differenze tra cessazioni volontarie  e involontarie preferiremmo procedere con grande cautela, anche perché la distinzione tra le due è una delle più difficili questioni in economia del lavoro (quando si tratta davvero di dimissioni spontanee e quando invece di dimissioni spontanee?). Normalmente questo problema lo si affronta introducendo un periodo di attesa, prima della fruizione del sussidio, per chi formalmente ha volontariamente lasciato un’azienda.
Con riferimento alla relazione tra durata del sussidio e periodo contributivo, nel nostro calcolo di base non abbiamo inserito alcuna durata minima. Siamo d’accordo che si dovrebbe operativamente ipotizzare un periodo contributivo minimo, che riteniamo possa essere di sei mesi lavorativi nell’ultimo anno, in modo da evitare l’accesso al sussidio per il lavoro strettamente stagionale. 
Con riferimento alla stima dei costi, siamo effettivamente convinti che i 15,6 miliardi di stima ipotizzati nel nostro articolo siano ragionevoli. Come abbiamo indicato nellÂ’articolo, abbiamo utilizzato una retribuzione media per i dipendenti a tempo indeterminato pari a 22.000 euro, pari a 18.000 euro per i lavoratori a tempo determinato e pari a 8.000 euro per i lavoratori precari. Nelle nostre stime il sussidio medio pagato a queste tre categorie sarà pari a 716 euro mensili, ottenuto da una media ponderata (dai flussi in ingresso medi nel periodo 2003-7) di un sussidio di 1.000 euro per i lavoratori a tempo indeterminato, di 800 euro per i lavoratori temporanei e di 500 euro per i precari. Tra lÂ’altro, i nostri 15,6 miliardi sono il doppio dei costi attuali a cui fanno riferimento Anastasia e Trivellato. Non deve perciò sorprendere che, nonostante la platea aumenti da 600 mila attuali a 1,8 milioni circa, il costo totale raddoppi. Basta ad esempio ricordare che la probabilità che un lavoratore a tempo indeterminato perda il lavoro è di circa lÂ’1 per cento, mentre per un precario è del 15 per cento e – come ricordiamo sopra – la retribuzione di un precario è circa un terzo rispetto al lavoratore a tempo indeterminato.

SE LE BANCHE SI MISURANO LO STRESS

I bilanci delle banche americane sono in grado di sopportare un ulteriore deterioramento delle condizioni economiche? Per verificarlo l’amministrazione Obama chiede ai più importanti istituti finanziari del paese di condurre prove di stress. Una tecnica peraltro già molto utilizzata, ma che non ha impedito al sistema bancario internazionale di arrivare impreparato alla crisi. Perché i risultati delle simulazioni dovrebbero riflettersi nei processi decisionali e nei piani a medio-lungo termine di patrimonializzazione e liquidità. Probabile l’aumento delle insolvenze.

PERCHE’ EUROPA E AMERICA AFFRONTANO LA CRISI DIVISE

Al di là delle affermazioni di facciata su una risposta congiunta o almeno coordinata alla crisi, Europa e America si presenteranno divise al G20. Per due solide ragioni: perché non ci sono gli Stati Uniti d’Europa e perché l’Europa è entrata nella crisi con molto più stato sociale rispetto agli Usa. E la generosità del welfare attenua automaticamente l’impatto della crisi nel Vecchio Continente perché riduce l’impatto sociale della riduzione del Pil.

UGUALI DI FRONTE ALLA PENSIONE

Il ministero per la Pubblica amministrazione ha elaborato una proposta di riforma che innalza gradualmente l’età pensionabile delle lavoratrici del settore pubblico da 60 a 65 anni. Con un possibile risparmio totale di circa un miliardo, secondo le nostre stime. Dal 2010 al 2014 il blocco delle uscite riduce notevolmente la spesa pensionistica rispetto allo status quo. Dal 2015 il risparmio rallenta, per l’aumento delle prestazioni dovuto al prolungamento dell’attività lavorativa di tre o quattro anni.

AFFITTI D’ORO. PER LEGGE

Sunia, Confindustria e ora anche il governo invocano un ritorno all’edilizia residenziale pubblica per far fronte a canoni di locazione sempre più alti nelle grandi città. Ma sono tante anche le case sfitte. Perché i proprietari non le mettono sul mercato, pur con affitti così elevati? Forse la risposta si trova nel sistema dei diritti che regolano i rapporti di locazione. Fornisce alle parti incentivi perversi, con un impatto negativo sui prezzi e più in generale sull’offerta di abitazioni.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO

La proposta di affidare ai prefetti un ruolo di controllori del sistema bancario italiano ha sollevato molte polemiche. Da più parti si sono avanzati dubbi sull’opportunità di dare una picconata all’autorevolezza della Banca d’Italia e sulle competenze dei prefetti in materia di credito. E sullo sfondo aleggia ormai la proposta di affidare le vigilanza alla Banca Centrale Europea. Ma cosa pensano i prefetti di questo loro nuovo ruolo? Sono a disagio nel dover svolgere un compito molto lontano dalle loro competenze? Sono preoccupati dal passare dalla firma delle patenti alla direzione degli osservatori regionali sul credito? Niente affatto, come ha spiegato il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, sulla Repubblica del 14 marzo. “In tempi ordinari una decisione di questo genere non sarebbe mai stata presa, la vigilanza della stessa Banca d’Italia è eccellente e sarebbe bastata. Ma ci troviamo di fronte ad una grave crisi economica: il ricorso ai prefetti diventa uno strumento di garanzia in più per tutti che sottolinea l’eccezionalità del momento. Tutto qui…Mi sembra che siamo considerati sempre più garanti della tenuta del sistema”. Chissà perché, a me le parole del prefetto di Milano hanno fatto tornare in mente Gianluca Vialli, il quale, commentando il suo rientro in squadra al posto di Roberto Baggio in occasione di Italia – Argentina, semifinale del Mondiale ’90, disse “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. Il finale, purtroppo, è noto a tutti.

QUANDO IL PROTEZIONISMO E’ LEGITTIMO

A parole, i leader mondiali sono contro il protezionismo, memori dei danni che ha causato all’epoca della grande depressione. Tanto che dal secondo dopoguerra una serie di accordi internazionali pone precisi vincoli alla libertà dell’esercizio della politica commerciale degli Stati. Esistono però numerosi strumenti legittimi di protezione. Delle contraddizioni tra interessi nazionali e internazionalizzazione si parlerà a Trento nell’ambito del quarto Festival dell’Economia in programma dal 29 maggio al 1° giugno dedicato al tema “Identità e crisi globale”.

IL TIMONE AL G20*

Il G20 sostituisce il G7 nella guida dell’economia mondiale. Certo non si poteva costruire una riforma del sistema economico globale, della Banca mondiale o del Fondo monetario nella ristretta cerchia dei sette grandi. Ma anche il G20 ha i suoi problemi. Prima di tutto pratici per il numero di paesi che lo compongono. Poi di legittimità: chi li ha delegati a rappresentare le altre 190 nazioni del mondo? Ma anche di metodo di lavoro, con quattro gruppi che andrebbero riunificati per arrivare a un accordo generale. Sono tutte questioni risolvibili. A patto che vengano affrontate.

CORRUZIONE, UN’INDUSTRIA SENZA CRISI

Il fenomeno della corruzione pubblica in Italia è molto rilevante e non mostra segni di recessione. Lo dice il presidente della Corte dei conti e lo confermano gli indici di trasparenza internazionali. In particolare, nel settore delle costruzioni e dei lavori pubblici. E quando la spesa pubblica per grandi opere accelera in funzione anticongiunturale bisognerebbe contrastarla ancora di più, altrimenti si riduce il moltiplicatore dell’occupazione di ogni euro complessivamente speso. L’antidoto migliore resta la concorrenza. Ma il governo non manda segnali incoraggianti.

Pagina 830 di 1091

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén