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Nel decreto flussi numeri ambiziosi e problemi irrisolti

Il decreto flussi 2026-2028, appena approvato dal governo, prevede l’ingresso di circa 500mila lavoratori non comunitari. Non risolve però le problematiche di un meccanismo datato e farraginoso. È sempre più necessaria una revisione complessiva della legge.

Marco Onado, un economista indipendente

Al di là dei suoi contributi di studioso o dei suoi ruoli istituzionali, oggi vogliamo ricordare Marco Onado per la “semplice profondità” del suo pensiero, per lo stile fatto di intelligenza, rigore e indipendenza. Per tutti gli insegnamenti che ci lascia.

Da Napoleone in poi, il decentramento aiuta lo sviluppo del Sud*

Non solo tra Nord e Sud, ci sono disuguaglianze economiche anche all’interno del Mezzogiorno continentale. Si possono spiegare con le riforme amministrative napoleoniche, confermando la rilevanza del decentramento amministrativo per lo sviluppo locale.

Restano le debolezze della difesa europea*

Per lungo tempo l’Europa ha usufruito di una difesa collettiva spendendo poco. L’accordo al vertice Nato sul 5 per cento del Pil per la sicurezza è una vittoria politica di Trump. Ma non garantisce lo sviluppo delle capacità militari che sarebbero necessarie.

Ultimo tratto di strada per il Pnrr

Con una comunicazione la Commissione fa il punto sullo stato di attuazione del NGEU e dà indicazioni per l’effettiva chiusura entro il 2026. Senza alcun rinvio o estensione, perché fin dall’inizio è stato concepito come strumento eccezionale e temporaneo.

All’università con la borsa di studio, ma lo sanno in pochi*

In Italia pochi studenti delle superiori conoscono strumenti e benefici del diritto allo studio universitario, in particolare l’esistenza della borsa di studio. Informarli può favorire il proseguimento degli studi, specie di chi ne ha più bisogno.

Le conseguenze nel tempo della guerra commerciale

Le catene globali del valore plasmano ormai l’economia mondiale. Per questo, la guerra commerciale non ha effetti solo sulle scelte delle imprese. Un rallentamento della globalizzazione ha conseguenze di medio periodo ancora più preoccupanti.

Si fa presto a dire il 5 per cento del Pil

La cifra del 5 per cento del Pil per la sicurezza decisa al vertice Nato è stata scelta per compiacere Trump. Per l’Italia significa almeno 33 miliardi in più, da trovare aumentando le tasse o tagliando le spese. Sarà il prologo di una difesa comune europea?

Fratture vecchie e nuove in Europa e in Italia

Crisi dei debiti sovrani e pandemia hanno influito sui divari di reddito e di benessere tra territori, in Italia come in Europa. Le direttrici sono però diverse rispetto al passato. Per esempio, da noi le aree deboli non sono più solo quelle meridionali. 

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