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I regali di Veltroni

In vista delle elezioni comunali della primavera 2006, alcuni sondaggi di opinione rivelavano che tra le maggiori preoccupazioni degli elettori delle grandi città metropolitane c’erano i problemi del traffico, della mobilità e dei servizi di trasporto. Ma la traduzione in atto dei programmi elettorali si è rivelata subito difficile e contraddittoria. Cominciamo, a quasi un anno da quelle elezioni, a vedere cosa si è fatto a Roma per il problema taxi.

Wolfowitz “graziato” dagli europei *

L’affare Wolfowitz è un esempio lampante dell’incomprensibile sudditanza verso gli Stati Uniti che molti paesi dimostrano all’interno delle organizzazioni internazionali. Primi fra tutti quelli europei. Il presidente della Banca Mondiale non è difeso da nessuno, tranne Bush. I suoi giorni sono sicuramente contati. Tra qualche settimana al massimo darà le dimissioni “per motivi personali”. Ma lasciarlo andar via a testa alta è scandaloso e appanna l’immagine della Banca Mondiale, rafforzando per giunta l’impressione di strapotere Usa.

Si apre l’era Sarkozy*

Il neo-presidente ha ricevuto dai francesi un mandato esplicito per il cambiamento. La sua filosofia e le sue priorità sono molto chiare: un mercato del lavoro più flessibile, uno Stato più snello e meno tasse. Però, per avere successo le sue proposte dovrebbero essere accompagnate dalla liberalizzazione dei mercati dei prodotti e finanziari. Quanto all’Europa, giocherà una partita difficile: più andrà avanti con le riforme all’interno, più dovrà apparire lontano dall’ortodossia di Bruxelles fatta di disciplina di bilancio, riforme liberali e libero commercio.

Vero o falso? Capitolo “università”

Si è discusso di università in una puntata di AnnoZero. Conduttore, ministro e ospiti hanno elencato qualche cifra in libertà. Sulla spesa per studente dei vari paesi e su quella di singoli atenei, soprattutto americani. E anche le “classifiche” delle migliori università hanno riservato notevoli sorprese. Come sempre, cerchiamo di fare chiarezza.

Chi lavora in famiglia?

E’ l’anno delle pari opportunità e si sostiene da più parti che occorre aumentare il lavoro delle donne. Ma in Italia già oggi lavorano più degli uomini. Lo fanno senza essere pagate, nella cura della casa e dei famigliari. E quando lavorano per un salario spesso rinunciano ad avere figli. Se vogliamo davvero aumentare il benessere di più della metà degli italiani c’è bisogno di misure che riconcilino lavoro e responsabilità famigliari per le famiglie a basso reddito. Proponiamo di introdurre un contributo alle spese per i servizi di cura dei bambini piccoli e/o degli anziani. Non convince invece nè l’idea di diminuire le tasse delle donne e alzare quelle degli uomini nè quella di introdurre un quoziente famigliare.

E sugli aiuti allo sviluppo solo promesse mancate

Nonostante le dichiarazioni del leader al G8 di Gleneagles, non si materializzano i 50 miliardi entro il 2010 necessari al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Anzi nel 2006 il livello totale degli aiuti è diminuito. Anche la loro qualità lascia a desiderare. Quanto all’Italia, i nostri contributi sono scesi del 30 per cento nel periodo 2005-06 e sono fermi allo 0,20 del Pil. In più, sono meno efficaci della media e non rispettano i principi della Dichiarazione di Parigi. Non è ancora arrivata la svolta promessa dal governo Prodi.

Se la badante non conviene più

Il nuovo contratto delle colf ha notevolmente alzato i minimi retributivi per le assistenti familiari. Un costo quasi proibitivo per le famiglie. Determinerà un aumento del mercato nero e un ritorno ai servizi pubblici, residenziali e domiciliari. Diventa sempre più urgente decidere come aiutare chi sceglie di tenere in casa una persona non autosufficiente, pur disponendo di mezzi limitati. Detrazioni più incisive, sostegni diretti e assegni di cura sono gli strumenti su cui occorre investire. Ma è fondamentale avere un disegno coerente.

Senza le donne

Scarsa la rappresentanza femminile in Parlamento e ancor più bassa nelle istituzioni locali. E’ un fenomeno che interessa tutti i paesi sviluppati. Ben vengano dunque gli interventi per aumentarne il numero. Ma la posta in gioco è un’altra: l’inclusione di caratteristiche, conoscenze, competenze e attitudini storicamente collegate alle donne e finora solo marginalmente integrate nella politica italiana. La socializzazione del genere nella sfera pubblica deve rappresentare un vero e proprio processo di apprendimento per la società politica.

Dai telefoni alle autostrade: la strana storia del “decreto fantasma”

Per bloccare la fusione Autostrade-Abertis, due ministri sono giunti a evocare una norma dello Stato che non esiste. Per niente chiari i motivi delle interferenze sulla vendita Telecom. Possedere un’impresa espone quindi a rischi diversi dai mutamenti delle condizioni di mercato o della tecnologia: il rischio politico costituisce un fattore autonomo e anche molto concreto. E diventa rapidamente un problema dei consumatori, quando si traduce in un maggiore costo del capitale e, di conseguenza, in un aumento, o in una minore diminuzione, delle tariffe.

Sull’immigrazione ci vuole coerenza

Varato il disegno di legge delega sull’immigrazione. Il successo della proposta dipende dalla definizione di un quadro completo e coerente. L’esperienza passata, anche di altri paesi, insegna che l’inadeguata considerazione di alcune importanti tessere del complesso mosaico migratorio può minare l’efficacia degli interventi. Benefici da sistemi a punti sia all’ingresso che in itinere, schemi di return finance e di premialità per i paesi di origine e dall’applicazione delle sanzioni ai datori di lavoro che assumono clandestini.

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