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Le banche, le concentrazioni e la concorrenza

Per individuare dove si annida un deficit di concorrenza nel sistema bancario italiano più che con i rischi del monopolio, occorre misurarsi con quegli aspetti di organizzazione del settore che favoriscono comportamenti collusivi. L’Autorità di vigilanza ha sostenuto il processo di una riorganizzazione efficiente, ma lo ha perseguito con l’obiettivo di controllare e governare l’evoluzione dell’assetto industriale. La preoccupazione è che questa circostanza abbia esaltato i fattori di coordinamento tra le banche, condizionandone l’interazione concorrenziale.

I tempi della Relazione

La legge dice che la relazione sull’andamento dell’economia e quella sui conti pubblici dovrebbero essere pubblicate entro febbraio. Un termine mai stato rispettato. Ma se tra il 1999 e il 2001 il ritardo medio è stato di ventinove giorni, dal 2002 al 2005 è salito a cinquantasette. Forse perché in marzo vengono diffuse le previsioni della Commissione europea: maggiore la distanza tra le date di pubblicazione, più ampio il divario tra dati governativi ed europei. La Trimestrale di cassa è attesa per i prossimi giorni. Un buon segno? Non necessariamente.

Tutto (o quasi) quello che vorreste sapere sulla tassazione delle attività finanziarie

Il vice-ministro Visco annuncia che il Governo armonizzerà la tassazione delle rendite finanziarie, con una aliquota unica del 20 per cento.
Riproponiamo per i nostri lettori un’analisi che spiega gli effetti di questo provvedimento.

Programmi elettorali su privatizzazioni e liberalizzazioni

A privatizzazioni e liberalizzazioni sono dedicate poche righe nel programma della Casa delle libertà, molte pagine in quello dell’Unione. Con una premessa comune: privatizzare senza liberalizzare è stato un errore. Una tesi che negli anni Novanta servì a ritardare l’avvio del processo di privatizzazione. La Cdl sottolinea l’importanza delle liberalizzazioni. Tema trattato in modo molto esteso dall’Unione. Che tuttavia per le professioni non si spinge fino al punto di proporre l’abolizione degli ordini

La Francia sulla difensiva

Se la politica di approfondimento dell’integrazione europea è morta, si può comunque puntare alla costruzione di un mercato interno veramente funzionante, dove le quattro libertà di circolazione trovano la loro realizzazione completa. Si tratta di una seconda fase di integrazione, che va oltre quella commerciale, e coinvolge servizi, governance, basi imponibili, diritti e obbligazioni. Per questo spaventa gli Stati membri nei quali è più forte la tradizione del controllo. E quei settori delle imprese che temono il confronto.

Un percorso verso la stabilità

Non c’e’ solo ideologia nelle piazze francesi. Come in Italia, i giovani temono di rimanere intrappolati in un mercato del lavoro parallelo, in una sequenza di contratti temporanei inframmezzati da periodi di disoccupazione. Ai giovani si dovrebbe prospettare un percorso di ingresso ai contratti permanenti senza grandi discontinuita’ nel concedere tutele contro il rischio di licenziamento.

Lettera aperta al Financial Times

Se non si usano le statistiche corrette si rischia di dare un’immagine fuorviante dell’economia di un paese a tutta la comunità internazionale, investitori compresi. E’ quanto è successo al Financial Times che ha pubblicato un articolo sull’Italia con dati sbagliati su debito pubblico, stock di investimenti diretti dallÂ’estero e occupazione. In una lettera al direttore del quotidiano britannico, la redazione de lavoce.info analizza gli stessi concetti utilizzando fonti più attendibili. Ne esce un quadro diverso della nostra economia.

Programmi a confronto su trasporti e infrastrutture

La Cdl dedica attenzione esclusivamente alle infrastrutture. Previsto un piano decennale straordinario per il superamento della questione meridionale. Nessun numero viene citato. Né si parla dei servizi di trasporto e tanto meno dell’Alitalia. L’Unione promette di rendere obbligatoria la valutazione di impatto ambientale e l’analisi costi-benefici per ogni intervento. Preannuncia l’istituzione di un’Autorità dei trasporti, ma con compiti molto limitati. Silenzio assoluto su qualsiasi liberalizzazione nei vari comparti. Con un’eccezione per i taxi.

Un patriottismo non proprio economico

I politici hanno un atteggiamento ambivalente verso gli investimenti diretti dall’estero. Li apprezzano, ma vorrebbero fermarli quando significano la perdita di controllo su un’impresa ritenuta strategica. D’altra parte, spesso si attribuisce a questo dato troppa importanza. Soprattutto, se si guarda allo stock di investimenti e non al flusso. O se si prendono le cifre complessive senza considerare la loro composizione. Per esempio, misurati tenendo conto di questi elementi, gli Ide sembrano essere marginali e le posizioni di Francia e Germania si invertono.

Le coalizioni e la cooperazione allo sviluppo

Le politiche di cooperazione allo sviluppo sono uno strumento importante per promuovere una globalizzazione etica. Nonostante il forte sostegno della società civile, l’Italia ha fin qui seguito un approccio che privilegia la risposta a emergenze umanitarie o politiche, piuttosto che interventi di lungo periodo. Nei programmi elettorali delle due coalizioni non ci sono impegni precisi. Anzi sembra prevalere una certa miopia. La Cdl non affronta neanche il tema. E l’Unione non cita fonti di finanziamento alternative né l’eventualità di creare un ministero.

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