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Il virus della paura

Anche il solo timore di una pandemia genera rilevanti effetti economici negativi. L’unica strategia efficace per contenere l’allarmismo è agire in modo rapido per assicurare la produzione in quantità adeguata dei farmaci in grado di prevenire o contrastare il virus. Nel caso dell’influenza aviaria i ritardi sono già gravi a livello nazionale e internazionale. Si potrebbe coprire il fabbisogno di antivirali e antiepidemici indotto da profilassi e trattamenti di massa ricorrendo a unità di produzione sotto la diretta responsabilità del commissario europeo alla Salute.

Il G-20, i tassisti cinesi e il prezzo del petrolio

Il G-20 si è impegnato ad adottare le politiche necessarie per fare fronte al caro-petrolio. Sono dichiarazioni di buona volontà destinate a rimanere tali. Il petrolio costa oggi come non mai soprattutto a causa dallÂ’aumentata domanda cinese. Ma la domanda cinese di petrolio cresce anche perché il suo governo, per non aumentare i costi dei tassisti, impedisce al rincaro dei prezzi mondiali di trasmettersi sui prezzi interni dell’energia. Malgrado il G-20, continuerà a farlo. I paesi europei dovrebbero piuttosto persuadere l’Opec ad aumentare la produzione. E, nel frattempo, usare la leva fiscale per ridurre la bolletta petrolifera.

Perché non piace la globalizzazione

L’opinione pubblica è contraria a un aumento del grado di apertura del proprio paese al commercio internazionale. L’integrazione produce benefici netti a livello aggregato, ma genera effetti redistributivi. Se dunque il protezionismo non è una scelta efficiente, per evitare tensioni sociali sono necessarie politiche di redistribuzione del reddito a livello nazionale. Le percentuali di favorevoli scendono ancora se dagli scambi commerciali si passa allÂ’immigrazione. Si spiega così lÂ’asimmetria politica verso le “due facce della stessa medaglia”.

Cofferati e i lavavetri di Bologna

La vicenda dei lavavetri bolognesi è emblematica di una presunta contrapposizione tra tolleranza, intesa come valore necessario per l’accoglienza degli immigrati, e rigore nell’applicazione delle leggi, interpretato come volontà di esclusione dei diversi. Ma sono le società dove si ha certezza dei propri diritti, quelle che accettano e favoriscono l’integrazione di culture differenti. Se questa certezza non c’è, si hanno le manifestazioni di razzismo, dettate dalla paura del diverso. In una società multicurale sono necessarie poche, ma rispettate regole.

Le molte conferme sulla povertà in Italia

Dall’indagine campionaria Istat 2004 sui consumi emerge l’aumento di quasi un punto della quota di famiglie povere, che arriva all’11,7 per cento. Cresce anche il divario tra Nord e Sud. Il confine tra benessere e povertà è spesso molto labile. Il rischio povertà è più alto per le famiglie con bambini piccoli, si abbassa quando il capofamiglia raggiunge l’apice della carriera e torna a salire per i pensionati. Colpa anche di un sistema di welfare tra i più inefficaci in Europa. Così come deludenti sono stati i tentativi di aumentare i redditi familiari con i tagli all’Irpef.

Domande sulla Finanziaria

Dopo la pubblicazione di tutti i documenti di bilancio la copertura della manovra di finanza pubblica per il 2006 continua ad apparire debole. Intanto, si parla di un possibile intervento correttivo sul 2005, per rimediare al mancato realizzarsi delle misure previste dalla Finanziaria dello scorso anno. E’ un problema che potrebbe ripresentarsi anche nel 2006. In particolare suscitano interrogativi le entrate da vendite di immobili, la regolazione dei flussi di Tesoreria, il co-finanziamento dei progetti comunitari, la lotta all’evasione e la riforma della riscossione.

Quattro conti sul ponte

La cordata Impregilo ha appena vinto la gara (due soli partecipanti) per costruire il Ponte sullo Stretto. Lasciando da parte la congruità dell’offerta, restano fortissimi dubbi sull’utilità dell’opera, sull’entità dei finanziamenti privati (se tali sono i soldi di FS) e sulle inevitabili esigenze di risorse pubbliche nel prossimo futuro, per tacere dell’incubo paesistico-ambientale di un mostro di cemento iniziato e non finito. Ma è tutto il disegno della “grandi opere” a lasciare perplessi: non sembra che esse siano le più urgenti per risolvere i problemi della logistica, che avrebbe bisogno molto più di “piccole opere”, mentre i meccanismi previsti dalla Legge Obiettivo per accelerare le opere non sembrano aver funzionato. Intanto il cattivo esempio del Ponte tende ad attecchire anche nelle piccole città…

Il federalismo tradito

Le reazioni negative di Regioni ed enti locali alla Finanziaria 2006 si concentrano sul livello dei tagli. Ma ancor più dovrebbe preoccupare la filosofia del provvedimento. Porre un limite alla spesa rappresenta infatti un’indebita interferenza del centro sull’autonomia della periferia. Ed è concettualmente incompatibile con il federalismo che ammette solo il controllo sul saldo di bilancio. E’ necessario evitare manovre estemporanee e impostare invece con urgenza un sistema di finanza pubblica regionale e locale che sia certo, stabile e coerente.

Giochi da Nobel

Il Nobel per l’economia è stato assegnato ancora una volta a due studiosi di teoria dei giochi, Robert J. Aumann e Thomas C. Schelling. Entrambi hanno dato un notevole contributo innovativo, con forte impatto sulle discipline economiche e sociali. Aumann sviluppa le sue idee in modo analitico, sistematico, rigoroso. Il suo lavoro è accessibile solo a un pubblico scientificamente preparato. Schelling predilige l’esposizione informale e basata su esempi. E i suoi libri hanno fornito nuove categorie interpretative a manager, politici e diplomatici.

La via del low cost

I vettori full service sembrano aggiustare le proprie strategie sul modello low cost. Le compagnie puntano a ridurre i costi per il personale, la manutenzione dei velivoli, i servizi accessori e le forniture. E semplificano il servizio, eliminando la business class, o ricorrendo alla disintermediazione e alle politiche di incentivazione della domanda low fare. L’esempio di Aerlingus dovrebbe essere istruttivo per Alitalia. Dimostra che non è necessario aspettare inerti i tempi lunghi della privatizzazione per varare efficaci piani di rilancio.

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