La Legge di stabilità chiede alle regioni tagli per almeno 2 miliardi netti. Per dimensioni, il primo candidato è la sanità. Dove risparmi sono possibili, ma solo come somma di tanti piccoli interventi nel mare della spesa. E richiedono programmazione, impegno e collaborazione da parte di tutti.
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È davvero possibile tagliare la spesa sanitaria senza compromettere i servizi erogati ai cittadini? Negli ultimi anni si è fatto ricorso a diversi strumenti, ma sono mancate le azioni strutturali e la capacità di investire sui processi di cambiamento e le competenze dei funzionari pubblici.
Firmato il Patto per la salute per il 2014-2016. La sanità è stata esclusa dalla spending review, ma ciò non significa che non si debba cercare di razionalizzarne la spesa. Perché è necessario passare al criterio del costo standard per malattia. Anche se le Regioni preferiscono l’auto-revisione.
Tutto ha inizio con il decreto legislativo n. 56/2000 che conteneva la riforma del sistema di finanziamento della sanità. Basata su tributi propri delle Regioni e su compartecipazioni a imposte statali. Poi, però, il meccanismo di riparto previsto non è mai stato applicato. Alcune simulazioni.
La spesa farmaceutica in Italia non è più elevata rispetto ai partner europei ed è in media con quella Ocse. Ma resta spazio per una sua razionalizzazione. Gli interventi che permettono risparmi senza danni alla salute dei cittadini e che favoriscono la ricerca di farmaci davvero innovativi.
La sanità è stata il principale bersaglio nella ricerca della quadratura dei conti pubblici. Con altri tagli i cittadini sarebbero chiamati a pagare prestazioni ora a carico della fiscalità generale. I recuperi di efficienza vanno utilizzati per colmare le carenze più rilevanti del sistema.
A inizio anno sono entrate in vigore alcuni parti della riforma sanitaria voluta da Obama. Non sono mancate le difficoltà, a partire dal portale che gestisce l’acquisto delle polizze. Preoccupa la mancanza di risorse per sostenere il nuovo sistema.
La sanità è uno dei settori più esposti al rischio di corruzione. Tuttavia, la legge offre ora strumenti di prevenzione, compresa la tutela del dipendente che segnala comportamenti illeciti. Ma si può pensare anche al deterrente di pene più severe per scoraggiare le pratiche scorrette
Ha suscitato clamore la sentenza della Corte suprema indiana sulla possibilità di produrre a basso prezzo un farmaco altrimenti molto costoso. Ma il caso India-Novartis induce riflessioni più generali sul prezzo delle medicine, sull’accesso a terapie efficaci e sull’innovazione in questo campo.
In aprile la Corte suprema di Nuova Delhi ha respinto il ricorso di Novartis in merito al brevetto del farmaco anti-tumorale Glivec. È una sentenza storica che per la prima volta intacca il potere di Big Pharma. Ma la questione della tutela dei brevetti farmaceutici non è di semplice soluzione.