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Categoria: Sanità Pagina 33 di 37

UN TORNACONTO SUL SANGUE? NI, GRAZIE

In molti paesi la scarsità di offerta di sangue è un fenomeno frequente e allarmante. In Italia, solo il 5-10 per cento degli idonei è effettivamente un donatore e percentuali simili si trovano in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il sistema delle donazioni è volontario e basato solo sul puro altruismo. Avremmo più donatori e più donazioni se fossero previste ricompense? Gli incentivi sono importanti, ma non sono tutti uguali: alcuni, come il denaro contante, possono avere un effetto opposto a quello desiderato.

LA RIVINCITA DEL TERRITORIO

Il territorio svolge un ruolo sempre più importante nel sistema sanitario nazionale. L’assistenza territoriale, oggi, impiega infatti più del 50 per cento delle risorse finanziarie destinate alla sanità, e supera perciò l’ospedale. Ma la spesa territoriale non deve più essere considerata come un insieme indistinto. Va invece decodificata nei suoi principali ambiti di attività, valutando il contributo di ciascuno in termini di costi e di appropriatezza delle cure. I risultati del Laboratorio sul governo del territorio.

IL PASSO INDIETRO DEI FARMACI*

All’Agenzia italiana del farmaco spettano le decisioni sulla rimborsabilità dei farmaci e la definizione del loro prezzo. Il contenimento della spesa farmaceutica registrato in questi anni è stato determinato proprio dalla unitarietà valutativa del valore del farmaco, della sua posizione e del prezzo rispetto agli altri già presenti sul mercato e appartenenti alla stessa categoria. Ora si ipotizza un riassetto che toglierebbe all’Aifa una parte delle sue competenze per trasferirle al ministero del Welfare. Un ritorno al passato con molti rischi.

QUELLA CAPACITA’ DI GOVERNO CHE FA LA DIFFERENZA

Si conferma il drammatico divario tra i sistemi sanitari di Nord e Sud. Non tanto in termini di strutture, personale o spesa, quanto di assetti di governance e risultati prodotti. Che tuttavia non sembrano dipendere dai modelli istituzionali adottati, integrati o separati. La variabile chiave è la capacità di governare il sistema, con la quale si tiene sotto controllo la spesa, si producono servizi di buona qualità e si migliora la salute dei cittadini. Per un reale riequilibrio servono perciò investimenti in formazione, cultura gestionale, tecnologie.

SE SI ROMPE IL PATTO PER LA SALUTE*

La manovra di bilancio prevede risparmi consistenti sulla sanità. E di fatto rimette in discussione il Patto per la salute e la strategia che ha consentito di recuperare il controllo sulla spesa sanitaria. Perché è concreto il rischio di riattivare il meccanismo perverso che vedeva lo Stato lesinare le risorse del Ssn, per poi inseguire con un anno di ritardo le dinamiche spontanee della spesa. Sarebbe più utile riprendere il lavoro di elaborazione degli indicatori di costo e di performance per programmare su basi condivise da Stato e regioni il finanziamento 2010-2012.

LA QUALITA’ DELLA SANITA’ NON DIPENDE DALLA SPESA

La politica di riequilibrio degli ultimi decenni ha drasticamente ridotto i differenziali di spesa sanitaria tra le regioni italiane. Ma ciò non sempre ha significato un riallineamento reale nella qualità dei servizi e nella salute dei cittadini. Perché la spesa è una variabile strumentale rispetto ai bisogni e ai risultati finali. Che dipendono invece dalle strategie, dagli strumenti, dalle risorse umane adottate a livello regionale. Per questo in molte zone del Sud i livelli delle prestazioni sono ancora lontani dalle aspettative.

CHI VENDE I FARMACI IN EUROPA

La distribuzione dei farmaci al di fuori delle farmacie è ancora al centro dell’attenzione. Ma la situazione in Italia è davvero anomala rispetto agli altri paesi europei? Francia e Spagna mantengono il diritto di esclusiva delle farmacie anche per i medicinali senza obbligo di prescrizione. L’Olanda preferisce i drugstore alla Gdo. In Norvegia gli esercizi commerciali necessitano di una licenza ad hoc. Specifica autorizzazione anche in Danimarca, che prevede inoltre l’obbligo di assortimento. Quando è formalmente richiesta la presenza di un farmacista.

SANITA’

Il provvedimento cardine del governo Prodi è il Patto per la salute. Inserito nella finanziaria 2007, il Patto ha il merito di aver dato finanziariamente corpo ad un meccanismo di controllo della spesa sanitaria basato sulla certezza di risorse su un piano triennale, per responsabilizzare le Regioni in cambio di un sistema di controlli più serrati. In particolare, per le Regioni coinvolte dai piani di rientro, il Patto vede un penetrante controllo del governo su tutti gli atti di indirizzo e spesa.
Il Patto per la salute è divenuto, in tal modo, la piattaforma che ha permesso di realizzare un dialogo costante tra Governo e Regioni, anche attraverso positive prassi da Titolo V: gli incontri tra Ministro della salute e assessori regionali (e rispettivi tecnici) hanno tracciato un nuovo profilo di governo del settore, che ha portato al completamento dell’istruttoria il nuovo decreto sui LEA, cui manca la sola formalizzazione per acquisire efficacia.
Sul piano dei dossier normativi vanno segnalati la norma sull’intramoenia dell’agosto 2007, che pone sotto il controllo delle aziende sanitarie la libera attività intramuraria dei medici, consentendo maggiore certezza sui tempi per realizzare i luoghi dove effettuarla, sulla sua rendicontazione e quindi sull’equilibrio tra questa attività e quella istituzionale dei medici.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

In forza del Patto per la salute l’andamento della spesa sanitaria pubblica nel 2007 è stata tenuta sotto controllo e nei prossimi anni si stabilizzerà intorno al 6,8% del Pil. Si è quindi mantenuto e rafforzato il processo già iniziato al termine della XIV legislatura. In più, il Patto ha messo al riparo le Regioni in grave deficit (il Lazio su tutte) dal rischio di un vero collasso finanziario, mentre il 2008 sarà ancora un anno cruciale per assistere queste Regioni, verificando il perseguimento effettivo dei target definiti nei Piani di rientro, in assenza del quale dovrebbe scattare l’ipotesi del Commissariamento.

OCCASIONI MANCATE

La principale occasione mancata è legata all’individuazione di un assetto di governance del sistema che risponda a una domanda in questo momento incandescente: con quale modello di azienda gestire la sanità pubblica e, in base ad essa, come equilibrare i rapporti tra questo piano gestionale e la sfera politica?
Il Ministro Turco ha presentato un Ddl collegato alla finanziaria 2008 in cui affronta molti di questi punti – dal sistema di nomine di direttori generali e primari, al riordino della sanità territoriale e dei medici di base, al lancio di un sistema di valutazione nazionale – con proposte aperte ad una discussione in Parlamento e al confronto con le Regioni (fortemente ostili alle modifiche sui sistemi di nomina). Questo stesso Ddl, inoltre, delinea interventi in materia di sicurezza delle cure, tema che a seguito dei gravi casi di “malasanità” verificatisi nel 2007 si è posto come urgenza nell’agenda delle politiche sanitarie. La chiusura anticipata della legislatura pone un’ipoteca quasi definitiva sul cammino di questo testo.
Altro fronte sul quale il Governo è stato impegnato, senza aver tradotto la propria azione in provvedimenti compiuti, è il riordino dei sistemi di compartecipazione dei cittadini alle spese sanitarie. Un argomento importante quello dei ticket che è stato affrontato con atteggiamenti contraddittori: introdotti con la finanziaria 2007, attenuati in corso d’anno, eliminati con la finanziaria 2008, per ora in assenza di una strategia chiara sul ricorso a questo strumento.
Ancora solo avviata, invece, l’opera di rilancio del comparto della sanità integrativa, con una norma approvata nella finanziaria 2008. Questa iniziativa, che potrebbe costituire una innovazione di grande portata per creare valore dalla grande spesa sanitaria privata (circa 25 miliardi di euro l’anno) richiederà provvedimenti attuativi da emanare entro la fine di febbraio.

MEDICI SENZA RESPONSABILITA’

Anche in Italia sembra crescere la malpractice medica e per questo è stata istituita una commissione di inchiesta. Tuttavia, gli errori medici non sono necessariamente indice di una sanità in crisi, quanto il risultato dell’ evoluzione della relazione medico-paziente. A far crescere i costi sociali, compresi quelli assicurativi e da medicina difensiva, è la dissociazione errori-responsabilità. Primo compito della commissione è allora chiarire i termini dei problemi, troppo spesso fraintesi dalle parti in causa, partendo da una ricognizione empirica nazionale del fenomeno.

SANITA’ E POLITICA: SEPARARSI E’ DIFFICILE

Con un disegno di legge collegato alla Finanziaria il governo cerca di limitare l’ingerenza della politica nelle procedure di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie e dei primari. Ma le regioni rivendicano l’autonomia sancita in materia dalla riforma costituzionale del 2001. E nella loro visione, la politica della salute si identifica con la gestione dell’apparato. Per ragioni diverse tra Nord e Sud. Il governo dovrebbe allora sviluppare modalità pattizie, anche sulle regole, che possano differenziarsi nei diversi ambiti territoriali.

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