Le classifiche degli istituti scolastici stanno acquisendo sempre maggiore risonanza e visibilità. In teoria dovrebbero aiutare le famiglie a orientarsi ma rischiano di far aumentare i divari tra le scuole.
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La Buona scuola prevede che dopo aver vinto il concorso e prima di entrare in aula i futuri insegnanti seguano un percorso formativo di tre anni. Il ministro Bussetti vuole mantenere il concorso, ma eliminare la formazione. Ecco perché è un grave errore.
In Italia l’istruzione paga anche se meno che altrove. Il rendimento però non tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione. Indicando che il mercato del lavoro italiano è incapace di premiare i livelli più elevati di qualificazione.
La valutazione degli insegnanti è una questione su cui si sono cimentate le tante riforme della scuola succedutesi negli anni. Anche l’ultima versione non sarà di facile applicazione. Perché non si concede mai il tempo per imparare dall’esperienza.
Il concetto di competenze ha modificato il modo di guardare e organizzare il lavoro. Ora la sfida si trasferisce nei sistemi educativi, attraverso un approccio pedagogico complesso non riducibile ai soli test. Un libro aiuta a orientarsi sulla questione.
Come agevolare il processo di trasferimento di conoscenza dall’università all’industria? L’obiettivo è sviluppare un modello che superi la scarsa attenzione ai fabbisogni del mercato, sostenendo spin off e start up fondate da laureati e dottori di ricerca.
La scelta della scuola superiore è un momento fondamentale nella carriera scolastica degli studenti. Eppure, le famiglie italiane faticano a utilizzare gli strumenti di informazione che hanno a disposizione per valutare la qualità dei diversi istituti.
Sale il numero dei laureati e quello delle immatricolazioni, mentre calano gli abbandoni: sono le buone notizie del Rapporto Anvur 2018. Diminuisce così il nostro ritardo rispetto agli altri paesi europei. Mancano però dati sulla qualità della didattica.
L’amministrazione Trump ha cancellato alcune direttive che promuovevano la diversità all’interno di scuole e di università. Anche l’opinione pubblica americana è divisa sulle azioni positive. E non è facile stabilire se abbiano mai avuto successo.
Un sistema di selezione dei docenti universitari basato su abilitazione nazionale e concorsi locali non dà la garanzia di scegliere i migliori candidati. Anzi può dare risultati opposti se le singole commissioni perseguono obiettivi diversi dal merito.