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Categoria: Società e cultura Pagina 20 di 32

Fragilità di un paese demograficamente sbilanciato

In Italia si registrano ormai più morti che nascite. Con una popolazione che invecchia, senza gli immigrati lo sbilanciamento sarebbe più accentuato. Un miglior equilibrio demografico passa dalle opportunità nel mercato del lavoro per giovani e donne.

C’è il capitale sociale dietro la rielezione del buon sindaco

Gli amministratori migliori vengono rieletti? Dipende. I cittadini con un alto livello di capitale sociale ricompensano i bravi sindaci più di quanto non facciano quelli con un livello più basso. Si spiega così il divario socio-economico tra Nord e Sud?

Se è autonomo, il museo funziona meglio

Le sentenze del Tar rimettono in discussione la riforma Franceschini che ha introdotto maggiore autonomia nella gestione dei musei. Ma rendere più autonomi quelli statali sembra essere la strategia migliore per valorizzare il nostro patrimonio culturale.

I padri restano al lavoro e i figli rischiano la disoccupazione

Le riforme pensionistiche sono la causa dell’alta disoccupazione giovanile in Italia? L’innalzamento dell’età per la pensione ha avuto effetti negativi sull’occupazione giovanile, almeno a livello locale. Il discorso è diverso quando l’economia cresce.

L’Istat ora vuole eliminare le classi sociali

Nel Rapporto annuale 2017 l’Istat sostiene che le classi sociali sono ormai scomparse dalla società italiana e le sostituisce con nove gruppi. Ma la nuova classificazione è un passo indietro perché debole sotto il profilo concettuale e metodologico.

Se 2.800 unioni civili vi sembran poche

Sono 2.803 le unioni civili registrate in Italia dall’entrata in vigore della legge, il 2,2 per cento dei matrimoni avvenuti nello stesso arco di tempo. Sono tante o poche? Per dirlo è utile avere una nozione corretta del numero di persone omosessuali.

L’inarrestabile declino degli omicidi

Nel 2016 il numero degli omicidi commessi nel nostro paese è diminuito ancora. Vi ha senz’altro contribuito l’affermazione dello stato. Ma anche l’interiorizzazione, da parte dei cittadini, dell’imperativo che non ci si può fare giustizia da soli.

Se anche l’aspettativa di vita fatica a crescere

Dopo i grandi progressi del secolo scorso, per alzare ancora l’aspettativa di vita è necessario guadagnare anni in età sempre più avanzata. Ma anche rispetto a questo obiettivo si registra in Italia un aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali.

Se il malcontento è di classe

La lunga recessione italiana ha lasciato un forte malcontento in quasi tutte le classi sociali, compresi imprenditori e professionisti. Ma è aumentato anche il divario tra i diversi gruppi. Piccola borghesia e classe operaia sono le più scontente.

L’insoddisfazione della classe media. Anzi, due classi medie

Non c’è una sola classe media in Italia, ma due. E la piccola borghesia di artigiani e commercianti è stata colpita dalla stagnazione e dalla crisi economica molto più di quella impiegatizia. Il ritorno alla situazione dei primi anni Duemila è ancora lontano.

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