Barack Obama eletto per il secondo mandato di presidente, avrà bisogno di un nuovo patto sociale, di un great realignment, per far uscire gli Stati Uniti da un sentiero di crescita del debito insostenibile.
Il Governo deve intervenire con un decreto per cambiare la legge elettorale. Perché l’accordo che si profila all’orizzonte è peggio del “Porcellum”: non rappresenta la vera volontà degli elettori, non garantisce la governabilità, non seleziona la classe politica. Bene guardare all’Australia, che prevede primo voto e ballottaggio in un solo turno.
Mentre le fondazioni bancarie, che hanno bruciato miliardi di patrimonio, celebrano la Giornata del risparmio, diventa solo un ricordo il mito del risparmio italiano. Non cresce come una volta, cresce meno rispetto a tutti gli altri paesi europei e la ricchezza finanziaria è soprattutto in mano ai più vecchi.
Cambia nuovamente la strategia della Fiat in Europa, secondo il nuovo piano industriale. Punta sul segmento più alto del mercato europeo facendo leva sui marchi Alfa Romeo e Maserati, abbandonando il segmento medio su cui aveva puntato sin qui. È una sfida ad alto rischio.
Medicina europea per uscire dalla crisi, l’austerità fiscale può rivelarsi letale. È il tema di un libro appena uscito. Dovremo dire: “l’operazione è riuscita, ma il paziente è morto”? O siamo in tempo per cambiare cura?
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Non vorremmo più sentire da chi governa che “La manovra può essere cambiata, purché a saldi invariati”. Una manovra economica non è un esercizio ragionieristico in cui occorre soltanto far quadrare i conti. Si può fare moltissimo cambiando la composizione di spesa e gettito, senza intaccare i saldi.
Decentrare verso Regioni a basso capitale sociale allontana la convergenza economica: l’autonomia territoriale ha fatto male al nostro Mezzogiorno. Con il disegno di legge di modifica del Titolo V della Costituzione, il Governo vuole introdurre la “formula di chiusura”, vale a dire una clausola di supremazia che permetta alle leggi dello Stato di intervenire anche nelle materie di competenza regionale. Ci vorrebbe però una Camera delle Regioni che almeno partecipi al processo legislativo.
Debutta in tribunale il nuovo articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Lascia ancora più discrezionalità al giudice. E tende a escludere il ricorso alla sanzione economica.
Secondo il ministro Grilli, il 99 per cento dei contribuentiIrpef pagherà meno imposte grazie agli interventi del disegno di legge di stabilità. Ma i conti non tornano. Considerando anche l’aumento dell’Iva nel 2013, i più poveri ci rimettono, le fasce di reddito medie e medio-alte hanno un beneficio tra lo 0,2 e lo 0,3 per cento, per i più ricchi resta tutto come prima.
Hanno fatto bene le Olimpiadi all’economia britannica: +1 per cento del Pil nel trimestre. Cameron oggi se la ride, ma Monti era nel giusto a non volere Roma 2020. Questi eventi spingono il Pil quando il denaro pubblico è speso bene. In Italia, invece, le opere si finiscono anni dopo lo svolgimento dell’evento. Basta ricordare che ai tempi di Italia ’90 non ci fu nessuna accelerazione della crescita.
Si fa presto a dire choosy, schizzinosi, ai giovani in cerca di lavoro, come ha fatto il ministro Elsa Fornero. Un’indagine dice che degli occupati tra i 18 e i 29 anni, quasi la metà ha uno stipendio inadeguato e oltre il 45 per cento ha accettato un’attività al di sotto dei propri livelli di formazione. Senza arricciare il naso.
Per costruire una unione bancaria europea che non venga travolta dalla prima tempesta finanziaria, occorrono regole comunitarie per governare le crisi delle banche. E una resolution authority dell’Eurozona con i poteri necessari. Possibile solo se le autorità nazionali fanno un passo indietro. Sarà dura…
Il Fondo investimenti per l’abitare (un fondo chiuso che fa capo alla Cassa depositi e prestiti) creato con il decreto sviluppo sembra essere vuoto. Le risorse, infatti, sono state già state impiegate.
Ecco i numeri della legge di stabilità. Non è a saldo zero, come sostiene il Governo, perchè aumenta l’indebitamento di un miliardo e mezzo nel 2013. Nel complesso una manovra inutile. Che mette a nudo i risultati quasi inconsistenti sin qui della spending review.
Dopo anni di ribassi, fatturati e ordini hanno mostrato nei mesi estivi qualche segno di attenuazione della crisi anche sul mercato interno e anche per i beni di consumo durevole che hanno pagato la crisi più di tutti. Segnali, però, non sufficienti: il mercato italiano rimane depresso e l’uscita dal tunnel non è vicina.
È iniquo e distorce la concorrenza il nuovo regime dell’imposta di bollo sugli investimenti finanziari. Pochi euro a forfait per chi deposita in banca, alle Poste o nelle polizze rivalutabili. Una minipatrimoniale dell’1,5 per mille, invece, per chi mette i risparmi in prodotti e strumenti finanziari. Ennesimo regalo alle banche?
Dalla teoria delle allocazioni alla pratica dei “mercati ripugnanti”: ecco cosa hanno studiato Alvin Roth e Lloyd Shapley per meritarsi il premio Nobel 2012 per l’economia.
Dalla corruzione alle spese folli delle amministrazioni locali: è proprio tutta colpa del Titolo V della Costituzione? Il Governo può comunque tagliare retribuzioni, rimborsi e discrezionalità nell’uso nei fondi per la politica. Bene che lo faccia. E il progetto di riforma del Titolo V che ha presentato è un’occasione mancata per rivedere il finanziamento delle autonomie, che è il vero problema.
Bene il calo degli spread. Perché non si riveli effimero bisogna chiarire quale sia la condizionalità per gli acquisti da parte della Bce sul mercato secondario di obbligazioni di stati dell’Eurozona secondo il programma Omt (Outright monetary transactions). E muoversi con decisione verso l’unione bancaria.
Scarsa l’attenzione del Governo alle donne, anche nella riforma del mercato del lavoro. Una misura che aiuterebbe concretamente le lavoratrici potrebbe essere la sostituzione degli assegni familiari con due crediti d’imposta disegnati uno sul modello statunitense, l’altro su quello britannico. Vediamo di che si tratta.
Dovrebbero essere gli intermediari tra le imprese e chi cerca lavoro, ma i Centri per l’impiego non sono attrezzati. Ci vuole una informatizzazione avanzata, come in Germania. Oppure affidare parte delle loro funzioni a soggetti privati.
Bene che ci sia, ma meglio che non venga utilizzato: il Fondo europeo di stabilità (Esm) nato in questi giorni, potrà dare soccorso finanziario fino a 500 miliardi ai paesi in difficoltà dell’Eurozona, ma a condizioni talmente severe che vi faranno richiesta solo quando sull orlo del baratro. Discutibile il vincolo che pone all’autonomia della Bce nell’acquisto di titoli pubblici.
Il governo Monti procede con molta lentezza nella spending review e, nella legge di stabilità, mantiene o addirittura potenzia programmi su cui non c’è stata sin qui alcuna seria valutazione. E’ il caso dei 235 milioni di nuovi sussidi alle imprese per stabilizzare i precari. Un provvedimento che fa immagine. Ma con ogni probabilità saranno soldi sprecati. Che andranno nelle casse di aziende che avrebbero fatto tale scelta comunque, anche senza incentivi. Lo suggerisce l’esperienza di Torino. Ed è semplice valutare gli effetti di questo strumento su tutto il territorio nazionale. Perchè il governo dei professori non lo fa?
La riforma degli enti di credito alle esportazioni è irrinunciabile se vogliamo agganciare le aree più dinamiche del mondo. Oggi un esportatore italiano paga il finanziamento circa il 25 per cento in più del suo concorrente del Nord Europa.
I comuni cesseranno di impiegare gli introiti degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente. È uno dei provvedimenti positivi del disegno di legge sulla valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo del suolo. Peccato che per altri aspetti la nuova disciplina sia macchinosa e rischi di innescare conflitti tra territori e tra livelli istituzionali.
Non si può tornare indietro. Affrontare il problema della pensione dei lavoratori esodati con il meccanismo proposto dall’ex-ministro Damiano significa solo aumentare i licenziamenti tra chi ha più di 55 anni perchè toglie credibilità al risanamento del nostro paese. La soluzione per gli esodati (ed esodandi) in realtà ci può essere rendendo più flessibile la riforma delle pensioni varata dal governo Monti.
Sembra non ci sia crisi delle finanze degli enti locali e nazionali guardando a certe opere nei trasporti che vengono portate avanti. Per esempio, a Pisa, una metropolitana sopraelevata per coprire 1800 metri. In Valsusa una stazione, disegnata da un archistar giapponese, che probabilmente non avrà mai treni. E altro ancora. Siamo davanti, una volta di più, alla mancanza di responsabilità nell’uso del denaro di tutti?
Si fa presto a dire e-government, e-participation! Ma nell’uso del web da parte delle pubbliche amministrazioni e dei partiti politici l’Italia è al ventinovesimo posto nel mondo, dietro a paesi molto meno sviluppati. Eppure la rete può semplificare la vita dei cittadini, ridurre i costi della burocrazia, avvicinare gli eletti agli elettori.
Se lo stato tenta di occuparsi della cattiva alimentazione dei cittadini è perché l’obesità sta diventando la vera epidemia del momento. Con alti costi sanitari e sociali. Soprattutto tra la popolazione più povera.
Ci risiamo con indulti e amnistie invece di nuove carceri, depenalizzazioni e sanzioni alternative come il braccialetto elettronico. Speriamo almeno che le scarcerazioni proposte dal Presidente Napolitano per far fronte al sovraffollamento delle carceri non includano i recidivi.
Compensi, vitalizi e rimborsi dei politici fuori da ogni vincolo di bilancio appaiono inaccettabili ai cittadini chiamati a compiere sacrifici per far fronte alla crisi. Da tempo lavoce.info denuncia questo scandalo e propone alcune soluzioni. Abbiamo raccolto gli articoli pubblicati in un nuovo Dossier.
Non importa tanto quanto conosci, ma chi conosci. Anche estraendo a sorte i membri delle commissioni d’esame, sembrano prevalere in buona parte del mondo accademico forme di nepotismo. Questo ci dice l’esperienza della Spagna. Anche le migliori regole rischiano di venire aggirate. Meglio allora basarsi su incentivi per amministrazioni dotate di autonomia nel reclutamento dei docenti.
Ad eccezione della Scala e dell’Arena di Verona, le fondazioni lirico sinfoniche si finanziano per circa due terzi con soldi pubblici. Eppure ci sarebbe un modo per incentivare l’intervento dei privati.
Lo scandalo del Lazio non sarà certo l’ultimo della serie se non cambiano le regole. Il fatto è che le spese dei politici locali sono fuori da qualsiasi vincolo di bilancio: i consiglieri si fanno pagare di più nelle regioni più povere e con più alta disoccupazione. Uno schiaffo a chi ha perso il lavoro. La nostra proposta: un decreto stabilisca un tetto alle spese dei Consigli regionali.
Un ennesimo piano aeroporti. L’ha commissionato l’Enac ed è stato studiato con previsioni di traffico basate sul 2008, quando la Grande crisi era appena scoppiata. Così i progetti che contiene appaiono oggi del tutto anacronistici. Tra questi, trasformare Malpensa in un hub. A volte ritornano!
È in via di definizione il testo del regolamento sul sistema di valutazione delle scuole italiane. Punto di partenza e fondamento è la fase di autovalutazione di ogni istituto. Come evitare che si traduca in un inutile esercizio autoreferenziale? Il modo c’è.
Inconcludente il dibattito dei partiti politici intorno ai progetti di riforma elettorale. In assenza di una riforma, fondamentale salvaguardare e potenziare il meccanismo delle elezioni primarie. Perché dà voce ai cittadini nella selezione della classe dirigente.
Il Governo rivede al ribasso le stime di crescita e al rialzo quelle sul deficit pubblico. Inevitabile dato il peggioramento della congiuntura internazionale. Dovrà tagliare spese e non potrà varare misure di sostegno all’economia. E non può più delegare ai politici l’autoregolamentazione. Ci vogliono subito tetti alle spese non solo del Parlamento, ma anche dei Consigli regionali.
La proposta della Commissione europea per costruire l’unione bancaria nell’Eurozonaevita di affrontare il nodo fondamentale: la Bce deve diventare prestatore di ultima istanza. Importante invece il tentativo di spezzare l’abbraccio mortale tra i governi e le banche nazionali zavorrate dai titoli di stato. Così forse riprenderà il mercato interbancario transfrontaliero e si favoriranno fusioni e acquisizioni tra istituti di diversi paesi. Ci vogliono però anche regole comuni per gestire le crisi bancarie. E la supervisione della BCE deve estendersi a tutte le banche, non solo le più grandi.
Con la pubblicazione del bando nei prossimi giorni, parte il concorso per 11.542 cattedre nella scuola italiana. Che cerca di sfoltire la giungla dei diritti acquisiti di decine di migliaia di docenti precari. Ma qual è il sistema corretto per valutare i buoni insegnanti?
Sempre peggio la disoccupazione giovanile, ormai intorno al 40 per cento. Anche perché le imprese, quando licenziano, tendono a cominciare dagli ultimi arrivati e dai contratti atipici. Meno colpiti i laureati e, in particolare, le donne.