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Categoria: Il Punto Pagina 53 di 147

Il Punto

L’Unione Europea è un comodo capro espiatorio della politica nazionale che adora indicarne le lentezze. In realtà l’Europa che non si muove è quella del Consiglio dove gli egoismi nazionali manifestano i loro diritti di veto. Mentre su temi di interesse comune come commercio estero e antitrust la Ue ha saputo e sa decidere.
Nel meccanismo del reddito di cittadinanza è nascosta una discriminazione verso le famiglie numerose, particolarmente spiacevole per quelle con minorenni. Un’iniquità introdotta per ragioni di bilancio e per tenere fede alla promessa dei 780 euro e che andrebbe corretta.
In difficoltà per il caso Siri, Matteo Salvini vuole chiudere i negozi di cannabis light. Diffusi ovunque grazie a un errore legislativo nel 2017, hanno portato a una piccola riduzione del traffico di stupefacenti, e hanno in parte sostituito – dice una ricerca – il consumo di ansiolitici e sedativi. Oggi il settore è un far west da regolamentare.
Molti ritengono un grave errore che lo stato non abbia mantenuto il controllo sulla rete delle telecomunicazioni. Ripercorrendo le giravolte di politici e imprese del settore, si vede che il più recente tentativo per riportarla nel pubblico è la rete unica per la banda ultralarga.
Intanto su internet le fake news e le espressioni di violenza si diffondono in modo virale. Mentre Facebook chiude 23 pagine italiane con 2,4 milioni di follower, ci si chiede quante altre rimangano aperte. Spesso ci crediamo vaccinati contro questi rischi. Ma le tecniche di manipolazione diventano sempre più sofisticate. Soprattutto sotto elezioni.

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Il Punto

Nel decreto sul reddito di cittadinanza il governo richiede documenti del paese di origine spesso impossibili da produrre da parte degli stranieri beneficiari. Un altro trofeo da esibire in campagna elettorale per la Lega che rischia di restringere l’accesso al sussidio a molti poveri. A meno che il ministero del Lavoro non aggiusti la norma. Degli italiani che saranno eletti al Parlamento della Ue non sappiamo ancora né nomi né distribuzione tra le famiglie politiche. Possiamo però – analizzando le candidature – farci un’idea dei loro profili, lista per lista: genere, età, livello di istruzione, esperienze politiche. I nuovi eletti in Europa si giocheranno la faccia su pochi grandi temi, tra cui l’ambiente. Una proposta è quella di azzerare le emissioni di gas serra nel 2050. Su questo qualche paese – Germania, Polonia e Ungheria – ha per ora messo il veto. Mentre la Svezia fa da front runner.
Nella sua guerra commerciale con Pechino Trump aumenta dal 10 al 25 per cento i dazi su 200 miliardi di importazioni cinesi. Finora consumatori e imprese americane hanno pagato pegno per queste misure: il deficit commerciale Usa è salito, come i costi di produzione e i prezzi in America. Wall Street si preoccupa. Un paese dove, analogamente alla Cina, il socialismo si è trasformato in “capitalismo di stato” è il Vietnam.  Anche lì le imprese a capitale pubblico, competitive sulla carta, sono frenate dal clientelismo. E ostacolano la crescita generata dalla globalizzazione.
L’irresistibile ascesa dei video on demand (tipo Netflix) penalizza particolarmente la tv in Europa. Che potrebbe però riguadagnare posizioni puntando sulle produzioni originali e locali. Rimane da capire come inciderà la regolazione Ue, a partire da quella sul copyright.

Salvatore Nisticò risponde ai commenti al suo articolo “Perché il Qe non ha prodotto inflazione

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Il Punto

Maurizio Landini ha lanciato – il primo maggio – un appello all’unità sindacale, invitando Cgil, Cisl e Uil a mettere da parte le contrapposizioni del passato. Ma la sua visione tutta conflittuale dei rapporti lavoratori-impresa non è la stessa delle altre associazioni. Fare un solo sindacato non sarà facile né oggi né domani. Di sicuro, per le organizzazioni dei lavoratori è urgente rinnovarsi. Per arginare la frana di iscrizioni, soprattutto dei giovani.
I sovranisti vogliono “monetizzare” i debiti pubblici negando che ciò possa causare inflazione. Citano il Qe della Bce che ha immesso denaro senza far salire i prezzi. Dimenticando che se la liquidità rimane a riserva nei bilanci bancari non c’è vera “creazione di moneta”. Ed è quindi normale che non ci sia inflazione.
Mentre “quota 100” peggiorerà il precario equilibrio del nostro sistema previdenziale, dal confronto della spesa pubblica italiana con quella di Francia, Germania e Spagna si vede che spendiamo già più di loro per le pensioni (oltre che per pagare gli interessi sul debito). E il divario è destinato a salire. Per quanto riguarda la Spagna, appena uscita dal voto politico, forse è proprio grazie al buon andamento dell’economia se un partito storico – il Psoe – si è guadagnato una maggioranza relativa alle Cortes arginando movimenti populisti e sovranisti.
Nel territorio intorno a una università lo sviluppo sociale, economico e culturale risulta più stimolato che altrove. Soprattutto se l’ateneo è efficiente, perché promuove lo sviluppo di nuove idee. E c’è un effetto moltiplicatore della crescita nelle aree già a elevato sviluppo.

Il Punto

Dopo mesi di mancati rimpatri e di grida sui porti da chiudere è arrivato il decreto flussi 2019 a regolare le immigrazioni in entrata. Concentrato su lavoratori stagionali, artisti e promotori di start-up innovative, come se l’Italia – autosufficiente e piena di disoccupati autoctoni –  non avesse bisogno di colf e badanti.
Si torna a parlare di scuola. L’accordo firmato da governo e sindacati di categoria tocca il lavoro (con una nuova sanatoria in arrivo per i precari), le retribuzioni, l’autonomia regionale. In termini molto generici, mentre è assente ingiustificata la qualità dell’insegnamento. C’è poco da fare: per chi governa (oggi, ma anche ieri) l’investimento in capitale umano viene sempre dopo. In più ci sarebbe anche da considerare che l’istruzione non affiancata da misure che incoraggino lo sviluppo locale non basta. Se no – come calcola uno studio recente – le aree più povere si svuotano dei più istruiti. È così che rimane inchiodato intorno al 30 per cento – il doppio della media Ue – il tasso di disoccupazione dei giovani (i 15-24enni sul mercato del lavoro). Oppressi da un futuro incerto e con la prospettiva di emigrare. A dispetto del consenso degli scienziati sul tema, i cambiamenti climatici non sono percepiti come un rischio imminente per la terra né in Italia né in tanti altri paesi. Come nel serial del momento, “l’inverno senza fine” si avvicina ma ogni paese insegue il proprio interesse geopolitico nella “lotta per il trono”.

Il Punto

A inizio 2019 in Italia è finita la mini recessione mentre l’Europa accelera il passo. A questo punto si possono rivedere un po’ al rialzo le previsioni 2019, a meno che la maggioranza non si lanci in faraoniche promesse di maggiori spese e minori tasse che tornerebbero a scacciare gli investitori. Il leader della Lega Salvini dà per scontato che tagliando le tasse si riduca l’evasione fiscale. Ma i dati storici – riassunti in una nuova puntata del fact-checking de lavoce.info – non danno sostegno a questa convinzione.
In vista del voto di maggio, proseguiamo l’analisi dei grandi temi importanti per l’Europa. Parlando di unione bancaria, il monitoraggio della convergenza delle regole nazionali è oggi affidato all’Eba. Che però a volte complica anziché semplificare e soffre anche di scarsa centralizzazione del processo decisionale.
Mentre Trump inasprisce l’embargo del petrolio iraniano, la Cina fa finta di niente. Germania, Francia e Regno Unito cercano di coordinarsi tra loro per superare il muro imposto dagli Usa. L’Italia, che aveva già ridotto l’import, è più che mai al margine dei giochi.
L’incendio di Notre-Dame ha portato alla luce la sostanziale assenza di coperture assicurative per le grandi chiese francesi. L’Italia per una volta è messa meglio. Le polizze che tutelano il 62 per cento delle nostre cattedrali hanno consentito di indennizzare quasi la metà delle chiese danneggiate dai terremoti degli scorsi anni.
Arriva un Primo Maggio con qualche buon dato Istat su occupati e disoccupati. Ma ancora una volta non è una vera festa del lavoro. Uno studio trova che una maggiore quota di lavoratori part-time si associa a più bassa produttività e maggiori costi aziendali. Il che scoraggia le imprese a passare dal tempo pieno al parziale. Ridefinendo il part-time lo si potrebbe incentivare come formula nella conciliazione casa-lavoro. Sarebbe utile metter mano alle regole del lavoro anche per far fronte alla rivoluzione – già in atto – della domanda e dell’offerta di lavoro in base ai profili professionali figli delle tecnologie digitali. Un processo che andrebbe governato con una visione di sistema. Che al momento non si vede.

Il Punto

La presenza di contratti collettivi di lavoro riduce le differenze salariali tra le province italiane ma offusca la relazione produttività-remunerazioni mentre in Germania il legame tra salari e produttività locale è più stretto. Importando il sistema tedesco, nel Sud Italia avremmo occupazione più elevata, salari un po’ più bassi.
Al ministro dell’Economia Giovanni Tria (ma non alla sua maggioranza) piace l’idea di combinare un taglio dell’Irpef con l’aumento dell’Iva che però – dicono i dati degli ultimi anni – è l’imposta più evasa. Per non parlare della maggiore iniquità fiscale del cocktail di flat tax e maggiori imposte indirette.
Va data fiducia alle buone ragioni – istituzionali ed economiche – del federalismo differenziato che non toglierebbe niente a nessuno? O sono fondati i timori che l’ampliamento di poteri e competenze alle tre regioni che lo vogliono sia eccessivo e mini l’unità nazionale? Proseguiamo il confronto.
A parte il tornaconto elettorale, non si capisce il senso di rendere lunga e difficile la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati che studiano da noi (826 mila iscritti a scuola, 30 mila negli atenei) e parlano correntemente la nostra lingua. Perché far imparare loro la Costituzione di un paese che li respinge come cittadini?
L’Italia è agli ultimi posti in Europa nello sviluppo della banda ultralarga. Causa litigi tra privato e pubblico, contrapposte strategie di investimento e fantasiosi modelli di governance. Una spinta può arrivare partendo dalle nuove regole Ue per promuovere la connettività e l’accesso alle reti ad altissima capacità.

Il Punto

Greta Thunberg, la sedicenne svedese che stringe la mano del Papa, indica la strada di un futuro che dovrà essere segnato da più attenzione ai cambiamenti climatici e dall’adozione di politiche orientate alla sostenibilità. Per ora, però, l’ambiente rimane in fondo ai programmi elettorali per il voto europeo.
Il Def 2019 mostra che dei 520 miliardi trasferiti dallo stato alle regioni meno della metà si può attribuire alle singole regioni, mentre il resto va in un gran calderone. Il che complica l’eventuale attuazione dell’autonomia richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia. Tra gli enti locali, l’amministrazione di Roma (oggi a 5 stelle) appare sempre alla ricerca di modi per scaricare buchi, buche e debito sui contribuenti italiani. Mentre Esino Lario, piccolo comune del lecchese con costi pro capite di gestione tanto elevati come quelli della Capitale, fa fronte alle uscite trovando nuove fonti di entrata.
Davvero reddito di cittadinanza e quota 100 spingeranno – come spera il governo – l’economia italiana fuori dalle secche della crescita zero, incrementando i consumi? A conti fatti l’effetto sarà modesto. E non compenserà i costi del più alto spread e del calo di fiducia seguìto all’annuncio delle due misure.
La crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di chi ha più di 50 anni solleva il tema di ricorrere alla tassa di successione come strumento di redistribuzione. Legittimo valutarne una riforma in senso più progressivo, controverso l’impiego delle risorse eventualmente raccolte per un bonus “nuove generazioni”. Ricordando che nella legislazione tributaria, se si commettono errori, è poi difficile tornare indietro. Esempio: la cedolare secca sugli affitti di case, introdotta nel 2011 per far emergere le molte locazioni in nero. Un po’ di riemersione c’è stata ma insufficiente a compensare l’elevata perdita di gettito d’imposta.

Un commento di Franco Debenedetti all’articolo di Fabrizio Barca “Sarà l’Europa ad arginare lo strapotere degli algoritmi?”. E la replica dell’autore.

Il Punto

Con il decreto crescita (se approvato) le imprese godrebbero di un piccolo sconto fiscale sull’Ires, un regime  di tassazione più semplice del pasticcio inserito nella finanziaria 2019 ma per tre anni meno conveniente di quello vigente prima con la combinazione di Ace e Iri. Beninteso: il governo è a favore di lavoro e imprese!
Arriva il provvedimento per rifondere le vittime dei crac bancari. Indennizzi fino a 100 mila euro non solo per gli obbligazionisti ma anche per gli azionisti, senza limiti legati allo loro situazione economica. Un pasto gratis per tutti, anche per chi ha investito sapendo che si trattava di “capitale di rischio”. A protezione dei consumatori, il Parlamento ha approvato la nuova class action all’italiana, dopo il il flop di quella del 2010. Ma anche stavolta le nuove regole sono ambigue, mal scritte ed esposte all’abuso da parte di associazioni e avvocati senza scrupoli.
Lavorare meno, lavorare tutti: un vecchio slogan della sinistra riesumato dal nuovo presidente dell’Inps e dal M5s. Studi passati su altri paesi Ue indicano che la cosa può funzionare – a parità di occupati – a patto che la produttività aumenti. Condizione di difficile attuazione nell’Italia di oggi.
In Finlandia (che ha appena dato una esigua maggioranza ai socialdemocratici), il precedente governo aveva sperimentato per due anni un reddito di cittadinanza: un sussidio di 560 euro a un campione di 2 mila disoccupati di età tra 25 e 58 anni. Che non hanno cercato più lavoro ma hanno vissuto un po’ meglio.
I possibili dazi su prodotti Ue – dai componenti aerospaziali al prosecco al pecorino – annunciati pochi giorni fa dagli Usa non sono un nuovo capitolo della guerra commerciale di Trump contro tutti. Rientrano in una disputa vecchia di 15 anni all’interno del Wto. Con più possibilità di trovare una mediazione.
In inglese si dice ”workers’ buyout” (Wbo): è l’acquisizione dell’impresa in crisi da parte dei lavoratori. Sull’orlo della chiusura, viene rilanciata con l’obiettivo di preservare occupazione e competenze. Sostenuti da incentivi pubblici, i casi in Italia sono ormai numerosi. Ne vediamo i pro e i contro.

Il Punto

Nel Documento di economia e finanza il governo incorpora nei suoi numeri una crescita 2019 quasi azzerata e quindi meno entrate fiscali, più spesa assistenziale e più deficit del previsto. Dal 2020 l’indebitamento netto calerebbe grazie al recupero del Pil e a 23 miliardi di aumento suicida dell’Iva. A parole poi però dicono che nessuna tassa salirà e che invece si farà la (quasi) flat tax sui redditi al costo di 17 miliardi per le casse dello stato. I casi sono due: o si lascia intatto il gettito e si alzano altre tasse (sul ceto medio) o si perde gettito senza altre coperture né tagli sociali per comprare il consenso degli elettori. In ogni caso l’iniquità della tassa può essere temperata con l’uso di detrazioni e deduzioni, contrariamente a quanto dice Matteo Salvini, come spiega il fact-checking de lavoce.info.
Nell’Italia delle culle vuote il governo ha pensato bene di cancellare il bonus infanzia. Pur non rivolto a conciliare lavoro e famiglia, dava un aiuto nei sei mesi post-parto per pagare baby sitter o nido e, dice una ricerca, ha incentivato il rientro al lavoro delle neo-mamme. Difficile capire se le scelte del governo su questo tema siano frutto del caso o di una strategia. Il nostro fact-checking mostra che il ministro “competente” Luigi Di Maio fa fatica a orientarsi tra i diversi aiuti alla maternità e confonde congedo di maternità e parentale.
Un altro pasticcio è stato combinato sul bonus-malus per le nuove auto inquinanti. Introdotto con l’ultima legge di bilancio, il provvedimento non è uscito in tempo in Gazzetta ufficiale. Ma il malus è stato puntualmente richiesto. È anche così che il mercato italiano dell’auto frana ancor più che negli altri paesi Ue.
L’Europa si è mostrata sensibile nella protezione dei cittadini e della proprietà intellettuale nel mondo del web. Deve continuare con i prossimi Parlamento e Commissione perché non diventiamo tutti – con i nostri profili di consumatori e di elettori – preda degli algoritmi.

Il Punto

L’Europa matrigna è l’istituzione al mondo che prende più sul serio la lotta contro i cambiamenti climatici. È anche riuscita a “disaccoppiare” crescita ed emissioni di CO2. Sono battaglie cruciali per le generazioni future che devono essere rappresentate dai prossimi parlamentari Ue. I quali, insieme alla nuova Commissione, dovranno occuparsi di un altro dei problemi centrali per il futuro dell’Unione: la gestione dei flussi di stranieri in arrivo. È il tema che negli ultimi cinque anni ha più diviso l’Europa, mentre si diffonde una preoccupante xenofobia. Vediamo un bilancio con i numeri, i successi e i fallimenti su questo fronte. E guardiamo a cosa può succedere in Turchia, paese che gioca un ruolo controverso nell’arginare i passaggi dei profughi. Il premier Erdogan ha perso le elezioni municipali. Anche perché il suo rilancio economico – mentre schiacciava l’opposizione – si è dimostrato non sostenibile. Ora i nodi vengono al pettine.
Circa 7 milioni di donne in Italia hanno subìto atti violenti da uomini nella loro vita. E in troppi casi queste azioni preludono al femminicidio. Il disegno di legge Codice rosso dei ministri Bonafede e Bongiorno cerca di creare una rete di protezione e inasprisce le pene.
La burocrazia è croce di cittadini e imprese e delizia dei politici che – fingendo di alleggerirla – la ingigantiscono sempre più.  Un esempio recente è a Milano: la certificazione di idoneità statica degli edifici (Cis) può costare fino a 30 mila euro per immobile e non si capisce bene a cosa serva.
A mezzo secolo dal ’68, si fanno ancora i bilanci della contestazione di allora. Un libro recente si chiede se la liberalizzazione degli accessi universitari da ogni scuola, i piani di studio individuali e, nelle medie superiori, l’introduzione di nuovi organi collegiali abbiano prodotto esiti positivi.

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