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Categoria: Il Punto Pagina 57 di 153

Il Punto

I dati mensili sul mercato del lavoro sono ora positivi malgrado l’economia italiana sia ferma. Per capire meglio cosa succede guardiamo i dati degli ultimi dieci anni. Da cui si vede l’effetto dei cambiamenti di regole (decreto Poletti, Jobs act) ma soprattutto il cruciale contributo del Pil. Mentre è presto per valutare il decreto dignità.
Settimana di nomine Ue. Indicare Christine Lagarde alla testa della Bce è una scelta di continuità – apprezzata dai mercati – con la linea di Mario Draghi. La presidente designata della Commissione, Ursula von der Leyen, è un’europeista che da ministra tedesca si è battuta per una difesa Ue comune. È la prima volta di due donne al comando delle principali istituzioni europee, un bel segnale sul cammino verso la parità di genere. L’evidente ritorno dell’asse franco-tedesco ha però fatto mugugnare il neo-insediato Parlamento. Mentre l’Italia e il suo governo sovranista sono per ora finiti a bordo campo.
Con un debito complessivo di quasi 30 miliardi, sono circa 1,5 milioni le persone che hanno aderito alla pace fiscale, il condono costituito da “rottamazione-ter” (sconto su interessi e sanzioni su cartelle esattoriali) e “saldo e stralcio” (sconto cospicuo sul pagamento di somme evase per chi ha un basso Isee). Più che in passato, troppo poche per finanziare la flat tax. Intanto la legge “concretezza” vuole rendere efficiente e trasparente la pubblica amministrazione. Controlli elettronici sugli assenteisti, norme sui buoni pasto, sull’aspettativa attuati da una task force, un dream team di ben 53 dipendenti che dovrebbero vigilare su 20 mila amministrazioni (ventimila!).
Ha senso un confronto sull’impatto economico tra le Olimpiadi invernali Torino 2006 e le future Milano-Cortina 2026? In realtà può essere fuorviante a causa dei diversi metodi di valutazione adottati. Da evitare, anzitutto, le stime troppo ottimistiche.

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Il Punto

“Gli altri paesi Ue non fanno la loro parte”: così, durante la vicenda Sea Watch, ha tuonato Matteo Salvini. Ma se migranti e profughi fossero assegnati ai paesi Ue in proporzione a Pil o popolazione e non secondo l’accordo di Dublino l’Italia dovrebbe accoglierne di più. Sarà per questo che le grida contro l’Europa non diventano volontà di cambiarne le regole.
Dopo la guerra dei dazi, Donald Trump e Xi Jinping hanno annunciato che toneranno a trattare. Sul tavolo della partita tra i due ci sarà un po’ di tutto, dal commercio della soia americana alla tecnologia della cinese Huawei. In un quadro in cui conta la legge del più forte e non le logiche multilaterali del Wto.
Belli i dati di mercato del lavoro del mese di maggio: disoccupazione appena sotto al 10 per cento e la proporzione di adulti occupati al record del 59 per cento. Sperando che i “segni più” si consolidino, per ora il basso numero delle ore lavorate totali segnala che il lavoro creato continua ad essere poco “dignitoso”.
Scarseggiano i medici? Non c’è limite al peggio: tra poco, nel 2025, gli specialisti del Ssn saranno dimezzati, da 105 mila a 52 mila. Varie le cause, imputabili alla trascuratezza dei governi di ogni colore, ma adesso, coi pensionamenti anticipati di quota 100 è arrivato il colpo di grazia. Vediamo cosa si può fare.
Uno dopo l’altro, in cinque anni in Italia tre partiti – Pd, M5s, Lega – hanno fatto il pieno di consensi per poi (in due casi, per ora) dilapidarli in un lampo. La volatilità del voto caratterizza questa fase storica, da noi come in Francia. Meno in Germania e nel Regno Unito.

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Archiviato il giusto entusiasmo per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano-Cortina, proponiamo una prima analisi di costi operativi, spese, produzione generata, posti di lavoro. Errori e successi del passato indicano che un evento genera valore e sviluppo nel tempo se attiva gli investimenti privati di contorno. Dall’altro capo del mondo, al G20 di Osaka, occhi puntati sulla guerra tariffaria Usa-Cina. Dietro al ritorno del protezionismo, però, non ci sono solo i dazi di Trump ma anche gli aiuti statali alle imprese che esportano e a quelle minacciate dall’import. E questi li danno tutti i governi, stracciando la logica multilaterale del Wto.
Sulla carta in Italia si va in pensione tardi (67 anni). In pratica, l’età di pensionamento è tra le più basse in Europa, a causa delle pensioni di “anzianità” (o “anticipate”) che pesano sui conti dell’Inps. Con l’aggravio della trovata salviniana di “quota 100”. Su un altro tema caro al ministro dell’Interno, il blocco dei porti a navi cariche di profughi come la Sea Watch, c’è la discutibile (falsa secondo il fact-checking de lavoce.info) interpretazione di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte dello stesso Matteo Salvini e di Giorgia Meloni. Rimane il fatto che non siamo capaci di governare i flussi di persone in fuga da violenza e fame. Così come non sappiamo interpretare e governare il cambiamento demografico. L’Italia è un paese con troppi vecchi e troppe culle vuote. Urgono politiche della famiglia per non pagare in seguito un prezzo che diventerà sempre più alto.
Sbaglia chi pensa che il salario minimo elimini il problema dei redditi da lavoro troppo bassi. Sono due aspetti ben diversi del mercato del lavoro. Andrebbe ripensato il sistema di contrattazione collettiva per adeguare i minimi retributivi alla dinamica della produttività.

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Il Punto

Mentre la maggioranza dei paesi Ue (compreso il Regno Unito) si orienta ad approvare l’ambizioso obiettivo di zero emissioni di anidride carbonica entro il 2050, quattro paesi dell’Est Europa (Polonia, Cechia, Ungheria, Estonia) si smarcano. Senza uno sforzo straordinario la temperatura salirà troppo, ma loro vogliono continuare a produrre carbone.
Una sentenza d’Appello condanna l’insider trading di sé stessi. In pratica un soggetto non può fare operazioni di borsa conoscendo la strategia che ha lui stesso in testa perché così utilizza informazioni privilegiate. Un’interpretazione della legge discutibile e scivolosa.
C’è ancora chi crede che i sussidi siano la leva per la crescita del Mezzogiorno. Però misurandone con rigore gli effetti, si vede che negli ultimi 25 anni (e anche prima) non sono serviti a nulla. Anzi, spesso hanno generato corruzione e comportamenti predatori. Meglio ripensare le politiche “per il Sud”.
Nel 2018, dice il rapporto Onu sui rifugiati, nel mondo si è arrivati al record di 70,8 milioni di profughi, di cui solo poco meno di 30 milioni cercano davvero rifugio in altri paesi. Di questi solo 161 mila sono destinati all’Italia. In testa alle loro destinazioni, Turchia, Pakistan, Uganda, Sudan e – unico paese Ue – Germania.
Grazie anche alla tecnologia 5G in arrivo, il modello Netflix di televisione è destinato a crescere nei prossimi anni con percentuali a due cifre. In un settore sempre più affollato di concorrenti: Amazon, Disney, Fox, Warner, Universal. E non è finita.

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Libra, la criptovaluta di Zuckerberg, sarà potenzialmente una nuova moneta. Con un valore basato su un paniere di valute e oltre 2 miliardi di possibili utilizzatori. Ma come tutte le monete dovrà guadagnarsi la fiducia degli utenti. Servirà regolamentarne la creazione per ridurre i rischi per i suoi detentori, forse tutti noi.
La risposta del governo italiano a Bruxelles è ricca di critiche all’architettura dell’Europa e povera di contenuti di dettaglio sulle misure da adottare per il 2019 e – soprattutto – per il 2020 per evitare la procedura di infrazione. Si vede che qualcuno nel governo vuole lo scontro. Un aiuto implicito a un’Italia che collabori verrebbe dai nuovi interventi della Bce su tassi e Qe che potrebbero arrivare in assenza di miglioramenti significativi della congiuntura. Ne ha parlato il presidente uscente della Bce Mario Draghi. Con quella della banca centrale, in autunno ci sono altre tre presidenze europee da rinnovare: Commissione Ue, Parlamento, Consiglio europeo. Le scelte dipendono dalla persona, dal suo colore politico e dalla sua nazionalità. Vediamo come è andata in passato.
Tra le magagne che saltano fuori dal reddito di cittadinanza – misura costruita in fretta in vista del voto Ue – c’è anche il modo iniquo in cui sono trattate famiglie con affitti diversi, nuclei con lo stesso affitto e perfino nuclei in affitto identici ma destinatari di pensione di cittadinanza. Eppure la soluzione sarebbe semplice.
In Italia continuiamo ad applicare limiti di esposizione ai campi elettromagnetici più alti rispetto agli altri paesi Ue. Se fino a ieri su temi non del tutto esplorati siamo stati più che scrupolosi, oggi potremmo aggiornare le regole tenendo conto dei progressi scientifici e dell’arrivo della tecnologia 5G.

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Nel suo discorso di inizio anno all’American Economic Association, il presidente uscente Olivier Blanchard ha suggerito che, se i tassi di interesse sono bassi, deficit e debiti pubblici sono poco dannosi. Musica per le orecchie di sovranisti e keynesiani duri e puri di tutto il mondo. Una tesi ardita che proviamo a smontare.
L’ultima di Salvini per far tornare i conti è quella di far emergere i contanti che gli italiani tengono nelle cassette di sicurezza o sotto il materasso: 100 miliardi di euro, si stima. La sanatoria (solo di reati tributari!) porterebbe qualche vantaggio economico e la solita, generosa dose di ingiustizia. Con serie difficoltà di attuazione.
Sul reddito di cittadinanza la vera questione non è se le 674 mila richieste siano tante o poche ma quanti, pur avendo i requisiti, non lo domandano. La verità è che i più poveri – meno informati e con meno “relazioni” – sono scoraggiati dai meccanismi che escludono i comuni, cioè gli enti più informati sul disagio economico e sociale.
Come sarà Libra, la criptovaluta che Mark Zuckerberg lancia in queste ore su Facebook e WhatsApp? Utile una moneta internazionale, stabile, capace di circolare, al servizio degli scambi. Ma il controllo di un colosso tecnologico privato a vocazione monopolistica desta fondate inquietudini.
Mentre 150 tavoli di crisi aperti richiedono l’attenzione attiva del ministro del Lavoro, diverse altre imprese si aggregano per rafforzarsi sul mercato. Passi per superare la frammentazione dell’industria italiana, un tempo considerata fattore positivo di flessibilità, oggi ostacolo strutturale alla crescita.

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Sono scesi a 53 miliardi (erano 91 nel 2012) i debiti della pubblica amministrazione verso i fornitori. E, grazie a una direttiva Ue recepita dal governo Monti, si sono anche ridotti i tempi medi di pagamento. In tutto questo – come ricordato anche da Christine Lagarde – nulla c’entrano i minibot, l’arma di distrazione di massa della settimana.
A Osaka il prossimo G20 sotto la presidenza giapponese prova a rilanciare il multilateralismo picconato tutti i giorni da Donald Trump. Un’impresa da samurai. È giusto chiedersi se e quanto possa fare il forum dei 20 decisori che rappresentano oltre l’80 per cento del Pil e del commercio mondiale e due terzi della popolazione del mondo. In ogni caso, l’Italia è ultima del gruppo nel rispetto degli impegni condivisi.
All’età di 79 è mancato Martin Feldstein, a lungo professore ad Harvard, capo dei consulenti economici del presidente Reagan, pioniere nell’uso dei dati per analizzare questioni di politica economica. Rimarrà come rifondatore del National Bureau of Economic Research, un modello per gli istituti di ricerca di tutto il mondo.
Dei 40 miliardi all’anno che oggi lo stato spende per l’istruzione, 12 o 13 saranno trasferiti a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che vogliono il federalismo differenziato anzitutto nella scuola e università. A meno che non si ridiscuta la devoluzione di tale materia per alcuni buoni motivi economici, sociali e culturali.

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Nell’ultimo anno lo spread tra i tassi sui titoli pubblici italiani e tedeschi è salito più di 100 punti base. Per ora famiglie e imprese – malgrado le perdite di valore dei loro portafogli – non ne hanno sentito gli effetti sul costo del denaro perché le banche, quando prestano, usano la liquidità immessa dalla Bce. Ma la tassa occulta c’è e verrà fuori. Peccato perché proprio adesso il sistema bancario tira un po’ il fiato dopo gli anni neri dei crediti inesigibili, come ha spiegato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Per risolvere il problema servono operatori specializzati che si impegnino in una gestione attiva dei crediti, senza limitarsi al loro recupero. Due esperienze europee indicano come fare.
Concluso il secondo turno elettorale di una parte piccola ma significativa dei comuni italiani, vedremo se anche stavolta si è ripetuto il solito fenomeno: solo un quarto degli elettori utilizza l’opzione di voto con doppia preferenza differenziata per genere. Così le donne elette rimangono minoranza. Abbiamo invece dati freschi dell’Agcom (Autorità per le comunicazioni) sui tempi televisivi delle liste in corsa per il Parlamento Ue. Sorpresa: i due partiti di governo mostrano un indubbio vantaggio. E poi la legge sulla par condicio sta diventando un colabrodo nell’era dei social network.
I governatori che reclamano per le loro regioni il federalismo differenziato partono dal presupposto che oggi Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna siano penalizzate in termini pro capite nell’allocazione della spesa pubblica. Un’analisi accurata dell’universo dei dati regionali mostra che ciò non è poi così vero.

Pietro Ichino risponde ai commenti al suo articolo “La Cassazione e il Jobs act”.

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L’abitudine dei governi italiani di non rispettare le regole europee sul debito è cronica. Ma stavolta mancano le attenuanti del passato e in più il governo annuncia piani che porterebbero il deficit oltre il 3 per cento. Per questo la Ue ha avviato la procedura d’infrazione, evitabile solo trattando e mettendo da parte gli slogan. Come soluzione al macigno del debito, esponenti della Lega tornano a proporre i minibot. Comunque li si rigiri, sono altro debito dello stato, contabilizzato o no. Chi li vuole li immagina come una moneta aggiuntiva all’euro. Ma – forse, chissà – meno affidabile della valuta europea e, in più, illegale. Come ha ricordato Mario Draghi nella sua conferenza stampa, a fianco di commenti ad ampio spettro sui temi caldi del momento.
Certo non è la scuola la voce di costo in cui si sprecano soldi pubblici. Come in passato anche il governo “del cambiamento” non vede l’istruzione come una priorità. Una delle poche cose fatte è la – mal pensata – abolizione del tirocinio per gli insegnanti. Mentre il federalismo differenziato aumenterebbe le disuguaglianze tra gli studenti.
C’è un aspetto del reddito di cittadinanza di cui si discute poco: aumenta in modo strutturale il tasso di disoccupazione. Perché chi ne beneficia e non ha un posto di lavoro (anche la casalinga, anche il Neet) viene classificato come disoccupato, partecipante virtuale al mercato del lavoro.
De André cantava “dal letame nascono i fior” e se non sono proprio fiori ciò che esce dal riciclaggio dei rifiuti (dai pannolini alle deiezioni animali) poco ci manca perché si producono beni utili, senza sprecare nulla. In questo settore fortemente regolato, però, serve coordinare tra loro norme Ue, italiane e regionali.

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I politici imprenditori della paura hanno costruito una barriera tra realtà e percezione dell’immigrazione e convinto gli italiani che gli stranieri rubano loro il lavoro, sfruttano il loro welfare, portano malattie e criminalità. Non è così: una migrazione governata crea lavoro, più servizi, meno debiti pro capite. E può finanziare il nostro stato sociale. Di globalizzazione e nazionalismi si è parlato al Festival dell’Economia di Trento, che ha visto una bella partecipazione anche ai Forum organizzati da lavoce.info. Ne proponiamo i video.
La bassa crescita dell’Italia è cominciata oltre 20 anni fa e, a questo punto, fare più debiti peggiora soltanto i conti pubblici. Lo ha detto nelle sue “considerazioni finali” il governatore di Bankitalia. Aggiungendo che, non potendo fare a meno dell’Europa, dovremmo contribuire a farla funzionare meglio.
Dopo il boom dell’anno scorso, i fondi Pir – piani individuali di risparmio – creati per far arrivare i soldi delle famiglie alle Pmi in cambio di vantaggi fiscali, hanno subito una battuta d’arresto. A causa di nuovi paletti inseriti nell’ultima legge di bilancio che li rende più rischiosi e meno attraenti. Ma forse ora potranno ripartire.
Se il governo vuole essere “del cambiamento”, un terreno per dimostrarlo è quello della amministrazione fiscale. Ma il nuovo non arriva con la “pace fiscale”, cioè facendo passare il debitore di imposte come un perseguitato e chi deve riscuotere le tasse per la collettività come un vampiro succhiasangue.
Nella guerra commerciale Usa-Cina con la contesa Google-Huawei entrano la geopolitica e la tecnologia. Dall’America si vuole frenare il quasi-monopolio cinese nelle “terre rare” indispensabili per produrre parti di hardware ma anche il vantaggio sviluppato dalla società cinese sul nuovo standard di comunicazione 5G.
Scucendo 330 milioni di euro per meno del 10 per cento di Prosiebensat1, Mediaset diventa primo azionista di una delle maggiori tv tedesche. Un’operazione difficile e rischiosa ma con un obiettivo ambizioso: sedere a pieno titolo al tavolo con i nuovi grandi e consolidati operatori globali.

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