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Categoria: Il Punto Pagina 75 di 147

Il Punto

Presto la Consulta deciderà sull’ammissibilità dei tre referendum proposti dalla Cgil. Si punta a ripristinare l’articolo 18, abolire i voucher, dare più tutele ai lavoratori coinvolti negli appalti. Il primo è in pratica un referendum propositivo. Per gli altri due l’arma (costosa) della consultazione popolare pare impropria.
Per 50 anni gli italiani hanno eletto Camera e Senato con sistemi sostanzialmente proporzionali. Dal 1994 è il misto maggioritario-proporzionale del Mattarellum e, dal 2001, il Porcellum, proporzionale con premio di maggioranza. L’analisi del voto nel tempo mostra che la stabilità dei governi è rimasta comunque precaria.
Angela Merkel non si è fatta prendere la mano dalla xenofobia crescente dopo la carneficina di Berlino. Chi rischia di non tenere la barra dritta su migranti e profughi è la Ue che ha appena stretto un patto con il Niger per arginare i flussi. Mentre Frontex accusa alcune Ong di connivenza con i trafficanti di uomini. Tira una preoccupante aria di protezionismo anche nel successo che ottengono i politici (Trump, Farage) che rifiutano il libero scambio. Rimane che la globalizzazione ha dimezzato la povertà mondiale in 20 anni.
Nei giorni del salvataggio pubblico di Monte dei Paschi ci si dimentica che la crisi arriva da lontano. Un esame dell’indice che misura il rischio generale di insolvenza delle banche del G20 e delle nostre indica quanto la loro esposizione debitoria sia peggiorata. Anzitutto per un’insufficiente capitalizzazione.
Sull’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico sul territorio le regioni vanno in ordine sparso, ognuna per proprio conto. Col risultato di arenarsi spesso in contenziosi infiniti. Eppure queste attività stanno subendo da anni un complesso processo di riforma. Serve un quadro coerente di riferimento.

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Il Punto

Il rialzo dei tassi deciso dalla Fed a dicembre continuerà nel 2017. Guardando la geografia del dollaro si vede che a pagare il conto saranno soprattutto i paesi emergenti. Indebitati in dollari a tassi variabili, vedono svanire in un attimo i benefici sull’export della perdita di valore delle loro valute. Una lezione da ricordare per chi crede nel recupero di sovranità con l’uscita dall’euro.
L’Europa assediata dal rischio terrorismo non può che stringersi intorno ai suoi valori fondanti. Tra questi c’è la parità di genere o – meglio – la minor disparità al mondo: “solo” il 25 per cento. Peccato che l’Italia sia in fondo alla classifica europea, seguita da Austria, Cipro, Grecia e Malta. Da noi le differenze tra uomini e donne nascono nel mercato del lavoro dove, per ridurre i disagi professionali della maternità, servono politiche di conciliazione famiglia-lavoro. Ma il congedo di paternità obbligatorio è stato ora introdotto in via definitiva per appena due giorni.
Quello del 4 dicembre è stato un referendum sulla riforma costituzionale. Ma, come sappiamo, molti hanno espresso con il voto il loro scontento economico e sociale. Lo si vede nelle alte percentuali di “no” nelle aree dove è maggiore il rischio di povertà e minore l’occupazione. Per uscire dal groviglio delle leggi elettorali ora vigenti, ci sarà da trovare un compromesso su una di queste alternative semplificate: il sistema uninominale – che favorisce il bipolarismo – oppure un proporzionale con piccoli collegi che rispecchia meglio l’attuale scenario tripolare.
Milioni di italiani prendono l’autostrada in questi giorni. E molti si chiedono chi fissa le tariffe e come lo fa. È all’Anas che spetta approvare quanto richiesto dai concessionari. Considerando inflazione, qualità del servizio, investimenti fatti. Parametri di giudizio certi, valutati con tanta discrezionalità e poca trasparenza.

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Perché, dopo l’accordo primaverile e la rottura estiva, ora Vivendi sta facendo incetta di azioni Mediaset? Più della lotta di potere tra Bolloré e Berlusconi conta il mutato scenario del business Tv, con nuovi concorrenti, nuove tecnologie e nuove opportunità di profitto. Così come è fuori luogo tornare a sventolare la bandiera dell’italianità delle imprese, in questo caso quanto in quello delle banche. Per capire le conseguenze di un – eventuale – intervento pubblico ecco un nuovo Dossier che mette a confronto come Svezia, Svizzera, Spagna, Irlanda e Germania hanno risolto le loro crisi bancarie. Il succo è che, alla fine, è il popolo a salvare le banche!
Bocciata per un dettaglio incostituzionale, la riforma della Pubblica amministrazione torna sul tavolo dello stesso ministro Marianna Madia ma di un nuovo governo. Tempo fino a febbraio per correggere l’errore e migliorarla. Evitando però che lo slittamento apra la strada alla riscossa degli interessi di bottega.
Mentre nelle città ritorna puntualmente lo spettro delle polveri inquinanti, uno studio dell’Ocse dice che il trasporto su strada è abbondantemente tassato (sulla benzina) e dunque gli viene applicato il principio “chi inquina paga”. La stessa regola, però, non vale in Europa per altre attività, dalle ferrovie all’agricoltura.
Nelle grandi città si concentrano innovazione, ricchezza e consumo. I primi 600 centri urbani producono il 60 per cento del Pil mondiale. Ma nel 2025 le maggiori megalopoli non saranno le stesse di oggi. Le prime 12 di paesi emergenti. Tra esse, sette cinesi.

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Il Punto

La prima patata bollente del nuovo premier Paolo Gentiloni è il dissesto del Monte dei Paschi, punta dell’iceberg delle sofferenze del sistema bancario italiano. Un intervento dello stato porterebbe con sé nuovi prelievi di denaro dei contribuenti. Ma il suo solo annuncio frena la speculazione e riduce il costo del risanamento. Alla crisi delle banche e alle sue possibili soluzioni lavoce.info ha dedicato 40 articoli in poco più di 12 mesi. Eccoli raggruppati per argomenti in un nuovo Dossier.
Altra questione aperta per il nuovo governo è la ricucitura dei rapporti con la Commissione Ue. Che per ora  ha accettato lo sforamento del nostro deficit per migranti e terremoto. Ma potrebbe eccepire che lo 0,2 per cento di Pil concesso per il sisma è quasi il doppio dell’entità delle misure destinate a questo scopo nella legge di bilancio. Sul versante politico-istituzionale, invece, la ragione d’essere dell’esecutivo è la riforma del sistema elettorale. Oggi c’è un pasticcio di leggi che conduce a risultati divergenti tra Camera e Senato. Illogico e inefficiente, ancora prima che (forse) incostituzionale. Sempre a seguito della sconfitta del “sì” al referendum del 4 dicembre permangono poteri concorrenti tra stato e regioni nel contrasto ai cambiamenti climatici. E, ancora, rimane in mezzo al guado la riforma dei centri per l’impiego, le cui competenze non tornano allo stato come previsto ma restano a province o regioni. E rallentano i progetti sulla transizione scuola-lavoro.
Entra in vigore nel 2018 la direttiva europea Mifid II, che vuole aumentare la trasparenza dei costi del servizio di consulenza sui prodotti finanziari. Con vantaggi per i risparmiatori e un po’ di grattacapi per gli intermediari. Dal Regno Unito, che ha anticipato le nuove norme, qualche utile lezione.

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La valanga di no alla riforma costituzionale è stata subito digerita dai mercati anche se apre scenari politici da definire. Se si vota, ci aspetta il Porcellum corretto dalla Consulta per il Senato e l’Italicum in attesa di giudizio da parte della stessa Corte per la Camera. Oppure un bel proporzionale come si usava nella prima Repubblica. Quale che sia il nuovo assetto che nascerà dalle ceneri del governo Renzi, si troverà sul tavolo la patata bollente del dossier banche, con alcuni casi che rischiano di diventare esplosivi. Anche in Gran Bretagna, a quasi sei mesi dalla Brexit, non sono chiare le modalità di uscita del paese dalla Ue, con il governo che un giorno mostra i muscoli e il giorno dopo cerca un distacco morbido. L’opposizione laburista, non pervenuta. E qualche scricchiolio nell’economia. Brexit, vittoria di Trump in Usa e ora il il trionfo del no nel referendum italiano rafforzano le spinte anti-establishment e ridanno fiato a chi vuole uscire dall’euro. Una scelta guidata dal miraggio dell’autonomia politica, con il rischio di gravi conseguenze sul portafoglio degli italiani e sul sistema finanziario. E come escono i sondaggisti dalla prova del referendum italiano dopo i clamorosi errori nel Regno Unito e in America? Hanno azzeccato il risultato, ma ampiamente sottostimato l’entità dei “no”. Con qualche giustificazione plausibile.
Nel rinnovo del contratto dei metalmeccanici – appena concluso – è solo tracciata una proposta innovativa messa sul tavolo da Federmeccanica: il salario di garanzia. È uno strumento che rafforzerebbe la contrattazione a livello aziendale. E un utile punto di riferimento per le future trattative sindacali.
Quale eredità economica lascia Fidel Castro? Confrontando Cuba con altri paesi latino-americani ad essa comparabili come Uruguay e Repubblica Dominicana dal 1990 (prima non ci sono i dati), si vede un soddisfacente andamento del Pil mentre dal 2010 si sono fermati proprio quegli indicatori di sviluppo umano tanto cari al Lìder Maximo.

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Il Punto

Finalmente si vota. Alla fine di una campagna referendaria molto urlata. Abbiamo raccolto tutti gli interventi pubblicati sul nostro sito (più alcuni inediti) in un Dossier che dà elementi per una valutazione documentata e razionale (ma non indicazioni di voto!) a chi ancora è indeciso. Domenica notte sapremo anche se i sondaggi hanno azzeccato le previsioni, dopo i clamorosi fallimenti nei casi Brexit e Trump. Prevedere i risultati elettorali è sempre più difficile per la ritrosia delle persone intervistate a dichiarare le loro vere intenzioni.
Sempre in questo denso fine settimana sapremo anche se i detentori di obbligazioni subordinate Monte dei Paschi accettano di convertirle in azioni aprendo la strada al salvataggio. Ma se Mps piange, le altre banche non ridono con 210 miliardi di sofferenze. Un registro elettronico dei crediti deteriorati ora dovrebbe renderli più commerciabili.
I rientri volontari assistiti sono un nuovo strumento di contenimento dell’immigrazione. Il cittadino straniero entra in un percorso di apprendimento di un mestiere per poi rimpatriare. Meglio dell’espulsione che costa alla persona un alto prezzo psicologico e sociale. E a noi mediamente 4 mila euro.
Tutti i paesi hanno responsabilità nelle emissioni di carbonio. Ma ne ha di più chi partecipa all’inquinamento globale per una percentuale superiore alla sua quota di crescita Pil mondiale. E viceversa. Ne viene fuori una classifica con qualche sorpresa. Ultimo di una serie di tre articoli sul tema.

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Il Punto

Siamo quasi al giorno del referendum e continuiamo il confronto su uno dei temi utilizzati nella campagna: il taglio dei costi della politica. Un primo nostro calcolo indicava 161 milioni. Un altro autore ha contato 500 milioni. Vediamo le ragioni di tanta differenza e una nuova stima che abbassa i risparmi a 130 milioni. Una parte degli elettori può essere invece impressionata dagli scenari apocalittici in caso di vittoria del “no” prefigurati per l’Italia anche da autorevoli fonti internazionali. In ogni caso, il voto avviene in condizioni di sostenibilità del nostro debito molto diverse da quelle del 2012. Ad agitare la vigilia del referendum per i mercati cade anche il termine per i detentori di obbligazioni subordinate di Monte dei Paschi: devono decidere se aderire all’offerta di convertirle in azioni della banca. Un insuccesso dell’operazione affonderebbe Mps. Altro tema importante del voto popolare è la stabilità politica. Il passaggio al (quasi) monocameralismo su cui si vota domenica prossima potrebbe allungare la vita dei governi. Forse non è la soluzione definitiva né – tecnicamente – la migliore. Ma aiuta.
Indagine per falso in bilancio, buchi contabili, azione che vale un diciottesimo rispetto a nove anni fa: il momento inglorioso dell’editrice del Sole 24 Ore non è dovuto solo alla crisi del settore ma anche e soprattutto a gravi difetti di gestione, trasparenza e capacità imprenditoriale.
Candidato ufficiale della destra francese, François Fillon è ora il favorito nella corsa all’ Eliseo. Liberista in economia e poco liberale in altri campi, è amico di Putin, contrario all’adozione da parte delle coppie gay e favorevole al divieto del burkini. Può sottrarre voti alla Le Pen ma perderne tra la borghesia repubblicana.
Perché la Consulta ha “bocciato” la riforma Madia della Pa? In realtà di incostituzionale c’è solo un dettaglio: la legge è in contrasto con la Carta dove, sul solo piano procedurale, ha previsto il parere non vincolante (e non l’intesa) con le regioni. Qualcuno nel governo e tra i tecnici ha peccato di leggerezza.

Dopo il commento di Tommaso Nannicini e Stefano Gagliarducci all’articolo “Se la valutazione si fa con i fichi secchi”, una replica degli autori Alberto Martini, Barbara Romano e Ugo Trivellato.

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Quanto scendono i costi della politica a seguito della riforma costituzionale oggetto del referendum del 4 dicembre? In un articolo precedente abbiamo stimato un totale di 161 milioni. In quello che pubblichiamo oggi il calcolo salirebbe fino a circa 500 milioni. Una bella differenza, su cui continueremo a discutere.
Con la riforma i consiglieri regionali e i sindaci avranno il Senato tutto per loro ma vedranno insieme sancito il processo di ri-centralizzazione già in atto. Alle regioni finanziariamente virtuose, però, lo stato potrà dare più autonomia rispetto alle altre. Sfuggono a questo principio (almeno temporaneamente) le regioni a statuto speciale e le province di Trento e Bolzano. Lì la riforma si applicherà solo dopo la modifica dei loro statuti, “d’intesa” con lo stato. Di fatto è un potere di veto sulle materie di loro competenza. Ingiustificato.
Cosa farà dei conti pubblici Donald Trump? Pare che “per rendere l’America di nuovo grande” il futuro presidente ricorra al taglio delle tasse, anche se non sono certo esclusi aumenti di spesa. In ogni caso, l’espansione sarà finanziata a debito nella speranza – tutta da dimostrare – che ciò rinvigorisca la crescita di lungo periodo. Il possibile mutamento di rotta dell’amministrazione Trump sull’ambiente ha trasformato la conferenza di Marrakech – in teoria un nuovo passo verso la riduzione delle emissioni di CO2 – in uno sterile esercizio. A una settimana dalla conclusione nessuno ricorda più nulla dei suoi risultati.
È legge il decreto fiscale che dovrebbe rafforzare la lotta all’evasione. Per ora, malgrado i 14,9 miliardi di riscossione record vantati dal premier, ci sono segni di indebolimento dell’attività, sia dal lato dei controlli che di quello degli incassi. A meno che non si classifichino come un successo i ritardati versamenti indotti dalla crisi.
È insufficiente a una vera trasparenza la tracciabilità dei pagamenti nei subappalti. Per ripulire il sottobosco in cui vegetano corruzione ed evasione occorre che la fattura elettronica sia imposta anche per i rapporti fra privati che riguardano le opere pubbliche. A cominciare dalla ricostruzione post-terremoto.

Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del consiglio, e Stefano Gagliarducci, consigliere economico del Presidente del consiglio, entrambi nel Comitato strategico per il contrasto alla povertà educativa (il primo ne è presidente), commentano l’articolo di Martini, Romano e Trivellato “Se la valutazione si fa con i fichi secchi”.

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Dalla consultazione del 4 dicembre ci si attende – lo dice il testo del quesito referendario – un risparmio di costi della politica. Stimiamo – con margini di incertezza – un risparmio massimo per il contribuente di 140 milioni due anni dopo l’entrata in vigore della riforma, e di 160 milioni a regime. Oltre all’articolo, la versione e-book di 12 pagine. Con la riforma costituzionale sottoposta al giudizio degli elettori sarebbero ammessi referendum consultivi e propositivi, una soglia più alta per le leggi d’iniziativa popolare e uno sconto sul quorum del referendum consultivo se le firme sono oltre 800 mila. Sempre su referendum e dintorni: un sistema (quasi) monocamerale genera maggiore stabilità del governo? In teoria sì. In pratica, il bicameralismo non è la sola causa dell’effimera durata media dei governi italiani, la più breve tra i sistemi parlamentari europei. Esecutivi a scadenza fanno riforme poco incisive, orientate solo agli obiettivi di breve.
Se i sondaggisti americani – che hanno sbagliato le previsioni sulle presidenziali – avessero tenuto d’occhio quello che i cittadini cercavano sui motori di ricerca, avrebbero capito meglio le tendenze dell’elettorato. Che sono sfuggite ai metodi tradizionali di indagine.
Parlando di ridurre le emissioni, bisogna partire dal fatto che i vari paesi del mondo producono CO2 in misura diseguale. C’è chi ne produce troppa rispetto alla sua popolazione (il Nord America) e chi – come l’India – ne produce meno di quanto potrebbe “permettersi”. In mezzo la Cina che inquina suppergiù in linea con la sua demografia. Il secondo di tre articoli.
Nel bilancio dell’ultimo periodo di programmazione dei fondi europei ancora una volta l’Italia si è mossa come un elefante tra i cristalli. Progetti e pagamenti in ritardo, rischio di perdere i finanziamenti e, dove ci sono stati risultati positivi, contributo modesto alla crescita. Per il futuro serve attenersi a regole più rigorose.

Marisa Civardi risponde ai commenti al suo articolo “Referendum costituzionale bocciato dal metodo statistico

Il Punto

Ai detentori di obbligazioni subordinate del Monte dei Paschi la banca offre la conversione in nuove azioni. Sulla carta a condizioni vantaggiose che però valgono solo se ci sono abbastanza volontari. Altrimenti ci sarà la conversione forzata. Unici sicuri vincenti gli istituti del consorzio guidato da JP Morgan e Mediobanca.
Ha ragione il sindaco di Milano Sala a chiedere rinforzi per l’ordine pubblico? Guardando i dati sulle denunce si vede che la città è nelle prime posizioni per omicidi e rapine. E se la criminalità non è aumentata con l’arrivo di stranieri e profughi, il loro frequente coinvolgimento in furti e borseggi è un problema che la politica non può ignorare.
La legge di bilancio 2017 include 270 milioni annui aggiuntivi per i migliori dipartimenti universitari statali. Una commissione ne individuerà 180 sugli 814 esistenti nei nostri atenei. Due ostacoli a una selezione equa e corretta: i dipartimenti sono tutt’altro che omogenei, sia per temi di ricerca sia per dimensioni. In più, il criterio di valutazione è definito in modo fumoso. Si è però in tempo per correggere le regole di distribuzione di queste cospicue risorse e non creare due categorie arbitrarie di eccellenti e di bocciati.
Dall’Ape (anticipo pensionistico) alla possibilità di cumulo dei contributi versati a casse diverse, all’estensione di quattordicesima e “no-tax area” vediamo le misure sulla previdenza previste dalla legge di bilancio 2017 in discussione in Parlamento. E perché la loro copertura finanziaria non convince.
Inaspettatamente, nell’ultimo anno il numero dei matrimoni in Italia è cresciuto. Per la prima volta dall’inizio della Grande crisi, quando chi aveva in progetto di sposarsi tendeva a rimandare. Questo dato positivo può quindi essere letto come inizio dello scongelamento delle scelte? Sì, ma con cautela.

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