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Categoria: Il Punto Pagina 76 di 150

Il Punto

Un altro 8 marzo che registra il solito dato: le donne guadagnano meno degli uomini. In Italia, da 20 anni, le differenze salariali di genere sono rimaste praticamente le stesse e sono più marcate nei lavori meno qualificati e nelle posizioni aziendali di vertice. Molto dipende dalle politiche salariali e organizzative delle imprese. E un abisso si osserva anche tra le star di Hollywood dove i compensi milionari degli attori hanno un altro ordine di grandezza rispetto a quelli delle attrici. Sempre negli Usa ma a Washington (e in altri 40 paesi del mondo) uno sciopero al femminile serve a ricordare cosa succede se per un giorno le donne “non ci sono”. E focalizza l’attenzione sui rischi della misoginia muscolare dell’era Trump.
È accettabile che a una donna, nel civilissimo Nord-Est, venga rifiutata in 23 ospedali l’interruzione della maternità? Il diritto di scelta sancito dalle legge 194 continua a scontrarsi con il diritto all’obiezione di coscienza. Ma le strutture pubbliche devono garantire il primo. Anche con assunzioni mirate come in Lazio.
Foto che si autodistruggono e alto gradimento dei teenager. Quanto basta perché il debutto in borsa di Snapchat sia stato bruciante: +44 per cento. In barba a bilanci in rosso, alto rischio dell’investimento e governance accentrata nei fondatori. Ma il vero pericolo arriva dalla Cina e si chiama WeChat.
Con la nuova presidenza Usa la spesa militare – diminuita progressivamente dal 2011 –  tornerà a crescere massicciamente, per 41 miliardi di dollari. Ma una corsa al riarmo, anziché rilanciare la crescita, farebbe danni sia al capitale umano che al quadro economico generale.

Il Punto

L’unione bancaria europea dovrebbe prevedere tre pilastri: vigilanza unica, risoluzione delle crisi e assicurazione europea dei depositi. Finora, però, il primo funziona ma in modo poco trasparente, il secondo ha fallito, per esempio, nel caso dell’Italia e il terzo non c’è, bloccato da veti incrociati. Nel bilancio dei 60 anni di Europa, questo è uno degli strumenti che hanno deluso. Di altro segno – positivo – il risultato dei fondi Ue per la convergenza economica. Nelle regioni più povere, queste risorse sono state utili nell’arginare gli effetti della Grande crisi.
A 95 anni si è spento Kenneth Arrow, il premio Nobel dell’economia più giovane di sempre. Uno tanto brillante che, mentre tutti provavano a raffinare le sue scoperte, si mise subito a studiarne i punti deboli. E li trovò, gettando le basi dello studio delle asimmetrie informative che quattro suoi studenti svilupparono vincendo altrettanti Nobel.
I dati Istat sul mercato del lavoro di gennaio 2017 confermano che non si arresta il lento (troppo lento!) miglioramento in corso da un paio di anni. Rimane da capire una cosuccia come i meriti relativi della decontribuzione e del Jobs act nel riportare il segno più sul fronte dell’occupazione. Nel frattempo, i dati Istat mostrano che la ripresa finora è stata trainata da export e consumi e frenata da un’inusuale crescita dell’import.
Con il rilancio delle grandi opere (si parla di 70 miliardi in infrastrutture) torna il timore dei soldi sprecati in lavori inutili. Bene ha fatto il ministro Delrio a creare una struttura tecnica per la valutazione di tali investimenti. Ora serve approvare linee guida e criteri per non ripetere le scelte solo politiche del passato.
Serve sforbiciare le detrazioni Irpef (66 miliardi nel 2016) per correggere i conti dello stato e non incorrere nella procedura d’infrazione europea? Se si va giù pesante si raggiunge l’obiettivo ma si introducono forti elementi di iniquità fiscale. Se si colpiscono solo gli alti redditi non si ottengono i numeri utili allo scopo.

Sergei Kovbasyuk e Fabiano Schivardi rispondono ai commenti al loro articolo “Una tassa per liberalizzare i taxi con il consenso dei tassisti

Il Punto

Cartellino giallo della Commissione Ue all’Italia. A inquietare Bruxelles è il debito pubblico salito in rapporto al Pil dal 99,8 al 133 per cento in dieci anni. Stavolta o si tagliano davvero le uscite completando le riforme lasciate a metà oppure arriva una procedura d’infrazione. Secondo il ministero dell’Economia, la riduzione nel numero delle centrali di acquisto di beni e servizi ha permesso risparmi consistenti per lo stato. A una spending review degna di questo nome manca però una politica organica di riassetto della spesa. Intanto, dopo “soli” tre anni, il governo ha approvato gli ultimi decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione. Si voleva rendere più efficiente la Pa. Per ora la legge Madia sembra un’occasione persa.
Per liberalizzare il mercato dei taxi c’è da compensare chi ha comprato a prezzi salati la licenza e conta di rivenderla quando va in pensione. Si potrebbe far pagare l’indennizzo parziale agli utenti del servizio. Qualche calcolo indica che ampliare il mercato con il consenso dei tassisti è possibile.
Rispetto a quanto preventivato nel piano Fenice del 2008, Alitalia ha perso 700 milioni di potenziali ricavi. Stretta tra la concorrenza delle compagnie low-cost e dei treni ad alta velocità, ha ridotto i prezzi senza investire sul lungo raggio. E così la perdita di mercato ha fatto salire i costi unitari. Così non va.

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Il Punto

La crisi infinita di Alitalia ha una semplice spiegazione: l’ex compagnia di bandiera non regge la concorrenza. Con pochi voli intercontinentali, esita a trasformarsi in una linea low cost, l’unica opzione che (forse) potrebbe garantirle un futuro. Sullo sfondo tante tensioni sindacali, l’unica costante della sua storia.
Le esportazioni italiane approdano sempre più lontano dall’Europa. Merito soprattutto delle Pmi che hanno saputo sfruttare nuove nicchie di mercato, compensando il crollo della domanda interna degli ultimi anni. Un tesoro da preservare, contro chi da noi scimmiotta Trump inneggiando al protezionismo. I successi degli esportatori non cancellano lo stagnante andamento della produttività italiana. La cui modesta crescita degli ultimi anni è stata il risultato di un processo darwiniano di eliminazione dal mercato delle imprese meno produttive.
Arriva al Senato la legge sugli home restaurant, cucine casalinghe che aprono le porte a commensali sconosciuti a condizioni contrattate su una piattaforma digitale. Una nuova manifestazione della sharing economy, simile a Blablacar e Airbnb. Che per ora vale meno dell’1 per mille del mercato della ristorazione.
Grazie alle fusioni, continua a ridursi il numero dei comuni italiani. Dal 2011 oltre 109 in meno, quasi tutti al Centro-Nord, uno solo a Sud di Toscana e Marche. Anche per incoraggiare i recalcitranti, varrebbe la pena compiere una seria valutazione dell’utilizzo degli incentivi e degli effetti sulla vita dei cittadini.

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Il Punto

Esplode ancora una volta la protesta dei tassisti, questa volta contro le auto Ncc. La questione è sempre quella di frenare la concorrenza, che riduce il valore delle licenze. Un aspetto che va comunque discusso.
Avvicinandosi al suo 60esimo compleanno, l’Europa è diventata una bisbetica bacchettona sull’etichettatura dei prodotti. Mantenendo però – per ragioni nazionali di bottega – una grande flessibilità nel coniugare esigenze interne di sicurezza e tutela dei diritti umani che della Ue sono principi fondanti. La mancanza di un approccio europeo condiviso è evidente anche nel braccio di ferro sulla gestione del debito greco. La Germania insiste nell’inchiodare la Grecia di oggi a pagare le colpe di politici e banche estere del passato. Mentre il Fondo monetario preme da tempo per un condono e condizioni di rimborso meno stringenti.
C’è da preoccuparsi quando Bankitalia iscrive a bilancio 350 miliardi di euro di “passività verso l’Eurosistema”? Qualcuno dice di no perché l’Eurosistema non ha personalità giuridica e quindi non può essere un vero creditore. Eppure saldi debitori sul sistema Target 2 tanto negativi segnalano una debolezza del sistema bancario nazionale.
Dal 2018 i sindaci non potranno più utilizzare gli oneri di urbanizzazione per ripianare i bilanci comunali. Istituiti 40 anni fa per coprire prevalentemente i costi delle opere pubbliche annesse alle nuove costruzioni, poco per volta hanno finito per finanziare la spesa corrente dei municipi. Ora si torna (quasi) alle origini.

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Il Punto

Con il decreto “salva risparmio” approvato in Parlamento arrivano 20 miliardi di garanzie pubbliche per ricapitalizzare Mps e le due banche venete, su cui pesano i troppi prestiti deteriorati. La riattivazione del credito richiederebbe una drastica pulizia di bilancio. Impossibile a meno di vendere le loro sofferenze a prezzi di saldo.
Il presidente dell’Inps ha proposto di uniformare a sette il numero di ore di reperibilità per chi si assenta dal lavoro per malattia (oggi sono 4 nel privato e 7 nel pubblico). L’esperienza passata insegna che estendere l’orario di reperibilità influenza le percentuali di assenteismo.
La retorica anti globalizzazione porta Donald Trump a minacciare misure protezionistiche verso partner commerciali colpevoli di rubare posti di lavoro americani. Lo fa a torto nel caso dei rapporti Usa-Messico, che sono fatti di catene del valore globali e quindi alla fin fine “made in Usa”. Il neo-presidente non ha tutti i torti, invece, quando prende di mira il surplus commerciale tedesco – il risultato di capacità competitiva ma anche di una politica mercantilista tutta orientata all’export. Nell’eurozona, invece, come si nota nella nostra infografica, l’avanzo commerciale della Germania è scomparso durante la crisi.
L’area dell’euro è un’unione monetaria un po’ anomala: rispetto agli Stati Uniti, la capacità degli stati di condividere il rischio di una caduta del reddito è piuttosto bassa. È il prezzo di un’unione imperfetta, dove i mercati finanziari sono poco integrati e manca (e non è neanche in vista) un vero governo federale.
Avevamo finito l’anno pensando che la salute non avrebbe subito tagli nel 2017. Invece viene fuori che mancano le coperture per 480 milioni di spese. Si dice, perché alcune regioni a statuto speciale non vogliono fare la loro parte. Un ennesimo pasticcio nel rapporto Stato-regioni, tema omesso nel referendum costituzionale di dicembre.

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Le 60 pagine della sentenza della Consulta sull’Italicum disegnano una legge elettorale coerente con la Costituzione e immediatamente applicabile. Ma non vietano un nuovo intervento del Parlamento, troppo esposto ai veti incrociati di chi guarda solo al proprio orticello. Ci aspetta un futuro di grandi coalizioni, i “caminetti” che Matteo Renzi ha contestato alla direzione nazionale del Pd. Intanto il 2016 finisce con un Pil che va meglio del previsto.
Iniziamo in anticipo a festeggiare, a modo nostro, i 60 anni di una Ue in piena crisi di popolarità. Pesano la Brexit e il rischio di una guerra economica transatlantica. Ma anche l’eccesso di regole comunitarie e i balbettii europei su migrazione, sicurezza e difesa. Per il futuro si ragiona su un’Europa a più velocità che preservi almeno un’unione a cerchi concentrici per chi ci sta. E che consenta l’attuazione – paese per paese – delle riforme più adatte a far ripartire la crescita. L’Europa può ritrovare la sua identità e continuare a educare i suoi cittadini alla diversità sociale e culturale se fa tesoro di successi come il progetto Erasmus, che nel 2015 ha fatto viaggiare quasi 680 mila studenti.
Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, Donald Trump smonta i risultati di Obama a colpi di ordini esecutivi. Tra cui quello che vuole far ripartire la costruzione dell’oleodotto Keystone XL che collegherebbe il Canada al Messico. Con alti rischi ambientali e dubbi vantaggi economici.
Sullo sfondo degli eventi politici di questi mesi c’è il persistere delle disuguaglianze tra ricchi e poveri. Che, rivelano nuovi studi, dal 1300 a oggi non hanno smesso di crescere. Con qualche eccezione: dopo la Peste nera del 1348 e tra le due Guerre mondiali. Cerchiamo di combatterle con strumenti meno cruenti!

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Mentre lo spread torna a 200 punti, il ministro Padoan si compiace del record di 19 miliardi di euro recuperati dal contrasto all’evasione fiscale nel 2016. È il risultato della voluntary disclosure, evento eccezionale per le casse dello stato e schiaffo per i cittadini in regola. Per il futuro meglio potenziare gli strumenti tradizionali di accertamento dell’Agenzia delle entrate. Con la legge di bilancio 2017 si è anche riaperta l’idea di sforbiciare la giungla di detrazioni e deduzioni chiamate “spese fiscali”. Un gruppo di tecnici scriverà una relazione. Ma, forse per non disturbare il manovratore, solo dopo che il governo avrà presentato i suoi programmi nel Documento di economia e finanza.
Un’altra novità di quest’anno è l’estensione del congedo di paternità. Due giorni pienamente retribuiti nel 2017 e quattro nel 2018 (media Ocse: 8 settimane). Rimane uno strumento importante per promuovere la cultura della condivisione nella cura dei figli. E per ridurre la disuguaglianza.
Va bene sancire per legge il diritto all’educazione come servizio pubblico nazionale come ha fatto un recente decreto legislativo sui nidi e le scuole per l’infanzia. Ma bisogna anche fissare criteri per la ripartizione delle (scarse) risorse predisposte. Tenendo in conto le disparità di copertura e le dinamiche demografiche.
Ogni volta che Draghi menziona l’irreversibilità dell’euro, si torna a discutere di un eventuale ritorno alla lira. Esistono però le clausole di azione collettiva, che potrebbero complicare parecchio la riconversione del debito pubblico in una neo-valuta nazionale. Anche se, in caso di uscita dall’euro, i cavilli legali sarebbero l’ultimo dei problemi.

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Mancano tre mesi alle elezioni presidenziali in Francia. A sinistra due candidati poco testati come Benoît Hamon, un Bernie Sanders transalpino, e l’ex ministro Emmanuel Macron, in ascesa nei sondaggi. A destra declina la stella dell’ex favorito François Fillon. Mentre Marine Le Pen promette devastanti cose concrete, come l’uscita dall’euro e dall’Europa. Nel frattempo, la Ue e l’Italia puntano a un accordo con la Libia per arginare l’arrivo di rifugiati. Cioè si nega il diritto all’accoglienza per l’impossibilità politica di ottenere maggiore equità nella divisione dei profughi. Di questo si deve parlare nel discutere di Europa a più velocità con la signora Merkel.
Nebbia fitta sulle modalità con cui il ministro Padoan intende formulare la manovra correttiva richiesta da Bruxelles. Le misure anti-evasione sembrano il terreno ideale per trovare un compromesso con la Commissione. Ma le misure a cui si pensa potrebbero non essere praticabili o opportune.
Secondo l’antitrust l’Automobile Club è uno strano pezzo di pubblica amministrazione. Per “soli” 248 milioni di euro accerta la proprietà dei veicoli tramite il Pra (Pubblico registro degli autoveicoli), regolando l’accesso al suo archivio. Mentre lascia che il ministero delle Infrastrutture autorizzi la loro circolazione. Un servizio da razionalizzare. Entro il 28 febbraio, se no scade la delega al governo.
Al via la sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione (Adr) su un campione di 30 mila disoccupati. Può essere utilizzato, con lo scopo di trovare lavoro, presso un centro per l’impiego o un soggetto accreditato. Questi enti monetizzeranno l’assegno in base al risultato raggiunto. Con regole anti-furbetti.

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Il ministro Poletti difende la sostenibilità delle nuove misure sulle pensioni. Che non convincono, però, l’Inps, preoccupato dalla creazione di “debito implicito”: provvedimenti come questi, con costi limitati nel breve termine, possono domani far aumentare fortemente gli oneri sulle generazioni future.
Dai dati sul lavoro di dicembre 2016 si vede che il Jobs act – con 242 mila nuovi posti di lavoro rispetto ai 12 mesi precedenti (+1 per cento) – ha in effetti creato occupazione. Ma tutta la crescita ha riguardato gli over 50 e non i giovani che delle nuove opportunità avrebbero dovuto beneficiare in modo particolare.
In attesa del 7 febbraio, prima giornata contro il bullismo, ricordiamo che in quinta elementare 4 ragazzi su 5 lamentano di esserne bersaglio proprio a scuola. Il fenomeno è in crescita, più diffuso tra maschi e tra studenti provenienti da un contesto sociale debole, specie se d’immigrazione. Il decreto sui nidi, i “servizi educativi integrati alla scuola per l’infanzia”, riconosce l’importanza di iniziare al più presto il percorso educativo. Ma i 229 milioni annui stanziati sono una goccia nel mare dei bisogni territoriali. C’è chi non è abbastanza povero per godere di accesso gratuito e non abbastanza ricco per pagarlo a cuor leggero.
Per combattere il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale, il Nobel Joseph Stiglitz e l’esperto di anti-corruzione Mark Pieth hanno stilato una serie di suggerimenti per le autorità di tutti i paesi. Dalla lotta ai prestanome alla protezione dei “whistle-blower”, dallo scambio di dati fiscali ai limiti sull’uso di contante.

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