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Categoria: Il Punto Pagina 77 di 153

Il Punto

Giuseppe Vegas conclude il suo difficile settennato alla presidenza della Consob dimenticando di fare autocritica sulla mancata tutela del risparmio e sull’abbandono del listino di varie società. Preferisce chiudere citando Kant e parlando d’altro, ad esempio dei rischi per la moneta unica derivanti da una crisi italiana. Prospettiva per ora (ma non per sempre) allontanata dalla vittoria di Macron alle presidenziali francesi.
Google chiude il contenzioso con il fisco italiano accettando di pagare 306 milioni. Una transazione – simile a quella siglata da Apple – fondata su basi imponibili ipotetiche (per difetto) e su labili presupposti giuridici. Ue e Ocse pensano a una tassazione certa e chiara delle attività del web. Finora con scarsi risultati. Come quelli ottenuti dal cittadino contribuente con Alitalia. Alla cui gestione commissariale arriva un prestito-ponte di altri 600 milioni con tassi salatissimi che con tutta probabilità non sarà rimborsato. Ci voleva proprio? Pare di sì: far fallire subito la società costerebbe di più.
Dopo l’ultimo accordo tra governo greco e troika per la restituzione del debito, si apre un’aspra trattativa sulla sua riduzione. Tutta in salita, perché l’Europa non vuole far arrivare ad Atene (e a Roma) il messaggio che per uscirne ci siano scorciatoie.
In Europa siamo il paese con più incentivi alle fonti rinnovabili di energia. I benefici esistono ma sono difficili da quantificare. I costi per consumatori e imprese sono invece misurabili. Ne vale davvero la pena?
La sharing economy entra nel mercato dei lavori domestici e dei servizi alla persona. Con le piattaforme di gestione dell’incontro domanda-offerta che detengono un potere assoluto su tempi di lavoro e compensi, ripartizione dei rischi e privacy. Un monopolio da regolare salvaguardando l’esigenza di offrire i nuovi servizi.

Nel momento della scomparsa della moglie di Marco Onado, Mariella, la redazione si stringe attorno all’amico e collega.

15 anni de lavoce.info: feste-convegni 5 giugno a Milano e 6 giugno a Roma
Nel 2017, lavoce.info compie 15 anni. Festeggeremo il compleanno con i nostri affezionati lettori e sottoscrittori la mattina di lunedì 5 giugno a Milano e il pomeriggio di martedì 6 giugno a Roma. E, se potete, destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!

Il Punto

Con un tweet di commento al fact-checking de lavoce.info, il ministro Calenda ha ribadito che se Alitalia esce dal mercato non è facile rimpiazzarla. In realtà già ora le compagnie low cost sono i maggiori vettori in quasi tutti i primi 40 aeroporti italiani, avendo occupato gli spazi lasciati vuoti.
Anche se Macron arriverà all’Eliseo, la Francia rimarrà divisa profondamente sulle grandi questioni economiche: globalizzazione e integrazione europea. Al primo turno quasi metà dei voti sono andati a candidati che mettono radicalmente in dubbio i principi di libertà e apertura economica.
Il nuovo sistema di reclutamento dei docenti potrebbe funzionare ripartendo da zero. Ma nella scuola tocca sempre sanare passate situazioni complesse. Andrà così: a settembre saremo da capo con i problemi dell’ultimo biennio. E l’attuazione della riforma sarà rimandata al futuro.
È finalmente avviata la costruzione del Rei, il Reddito di inclusione per i più poveri. Importante creare meccanismi che lo assegnino possibilmente a tutti coloro che hanno i requisiti ed escludano i “furbi” che aggirano e manipolano. Poi serve che il governo elabori un realistico piano per la lotta alla povertà.
In aggiunta ai soliti oneri di urbanizzazione, i comuni – sempre a corto di quattrini – incassano il contributo straordinario derivante dall’aumento di valore degli immobili soggetti a trasformazioni urbanistiche. Almeno così ci sono i soldi per le infrastrutture destinate ai nuovi insediamenti.
Mentre negli Usa Trump affossa le misure pro energia pulita di Obama, le emissioni di CO2 nel mondo si sono stabilizzate. Bene, però non basta a determinare un effetto significativo sulla concentrazione di carbonio, che influenza le variazioni della temperatura. Per questo bisogna puntare sulle rinnovabili.

15 anni de lavoce.info: feste-convegni 5 giugno a Milano e 6 giugno a Roma
Nel 2017, lavoce.info compie 15 anni. Festeggeremo il compleanno con i nostri affezionati lettori e sottoscrittori la mattina di lunedì 5 giugno a Milano e il pomeriggio di martedì 6 giugno a Roma. Intanto: SAVE THE DATE! A breve comunicheremo il come e il dove.
E, se potete, destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!

Il Punto

Davvero Alitalia è indispensabile per collegare i vari angoli del paese, come sostiene il ministro Calenda? Da qui comincia il fact-checking de lavoce.info: mettiamo sotto esame le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, possibilmente con i numeri, se hanno detto il vero o il falso.
L’euro è accusato spesso di essere la causa della stagnante produttività italiana e quindi della scarsa crescita e dei bassi salari del paese. In alternativa si propone il ritorno alla lira per svalutare e sostenere competitività ed esportazioni. Ma poi c’è anche il resto. Nel 2017 in Italia l’inflazione è tornata all’1 per cento. Più probabile una discesa del rapporto debito/Pil. E le imprese possono trasferire aumenti di costo sui consumatori. Ma questi ultimi – i cui stipendi non salgono in proporzione – consumeranno meno. A meno che non arrivi la riforma dell’Irpef.
I dati del Def mostrano una spesa sanitaria sotto controllo, vicina al 6,5 per cento del Pil, in aumento di un miliardo all’anno. Bene? Ni, perché così si fa solo manutenzione del Ssn. Mancano gli investimenti (come in Germania e Francia) per migliorare i servizi negli ospedali e sul territorio e farli arrivare ai cittadini in modo il più possibile omogeneo. A questi temi è dedicato il Festival dell’economia di Trento dall’1 al 4 giugno prossimi. Titolo: “La salute disuguale“. Tra paesi e tra regioni, tra classi di reddito e tra generi, la disuguaglianza nella cura della salute è particolarmente odiosa.
Per attuare la legge delega e costruire il Reddito di inclusione, il governo ha firmato un memorandum con l’Alleanza contro la povertà. Un soggetto che riunisce 37 organizzazioni: associazioni, regioni, comuni, sindacati, enti del terzo settore. E li rappresenta per la prima volta in un percorso legislativo.
In controtendenza rispetto alla recente ondata neo-protezionista, entra in vigore l’accordo multilaterale sulle facilitazioni commerciali negli scambi internazionali (Trade Facilitation Agreement, Tfa). È l’intesa più significativa della storia del Wto. Su altri dossier, però, le posizioni sono ancora distanti.

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Il Punto

In una pièce fantapolitica – ma non troppo – presentiamo uno scenario italiano per i prossimi mesi. Sotto la spinta dei partiti anti-Ue, l’annuncio di un referendum sull’euro provoca una crisi di fiducia in Italia e in Europa. Lieto fine (si fa per dire): al voto prevale chi vuole rimanere nella moneta unica. Ma ci vorranno anni per rimettere insieme i cocci del temporaneo disastro. Intanto in Francia il favorito Macron fronteggia la signora Le Pen in cerca di voti contro la Ue ovunque, anche a sinistra. Il malessere economico che nutre l’avversione all’Unione va affrontato dappertutto, in Francia come in Italia.
Nell’allegato al Def sulla riduzione del gas serra secondo gli impegni internazionali si vede che gli obiettivi al 2020 sono raggiungibili, complice anche la crisi economica. Difficile, invece, soddisfare quelli al 2030 se nel frattempo l’economia avrà ripreso a crescere e il governo non si sarà dato una mossa su questo tema.
Le organizzazioni umanitarie che raccolgono profughi sempre più vicino alla costa libica sono accusate di complicità con gli scafisti. Di fatto, riempiono uno spazio vuoto nel circolo vizioso che parte dall’inasprimento del contrasto al traffico di persone e arriva fatalmente a un aumento dei morti in mare. Entra in vigore il decreto Minniti-Orlando che vuole abbreviare i tempi e ridurre l’inefficienza del sistema di espulsione velocizzando i ricorsi e potenziando le strutture di asilo. Con qualche dubbio sulla costituzionalità delle nuove procedure.
Come combattere le bufale on-line, che ammorbano la vita civile e politica, evitando derive censorie? In vari paesi (anche in Italia) si mettono a punto strumenti legislativi. Ma più del giudice, contro le “fake news” può l’auto-difesa organizzata degli utenti del web. Come insegna Wikipedia.

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Il Punto

Theresa May porta il Regno Unito a elezioni anticipate cercando in un successo alle urne una (azzardata) legittimazione della sua “hard Brexit”. All’opposizione un fragile Jeremy Corbyn accetta la sfida con il rischio concreto di affossare il suo Labour party. Manca un Blair a sparigliare gli opposti cinismi.
La delibera di Agcom impone a Vivendi di scendere drasticamente nel capitale di Mediaset o di Tim. Due i punti controversi: la nozione di “collegamento” azionario e la difficile individuazione del perimetro del mercato rilevante, quello della “comunicazione elettronica”. In ogni caso, l’autorità dovrebbe segnalare al legislatore l’opportunità di aggiornare le norme.
Nel programma nazionale delle riforme (Pnr) accluso al Def si parla del sostegno all’occupazione femminile e del secondo percettore di reddito familiare (che otto volte su dieci nelle famiglie con due redditi è donna). Una riduzione dell’Irpef mediante detrazione delle spese per i figli potrebbe essere una misura adatta allo scopo.
Meno peggio due anni di prigione per insider trading o una sanzione amministrativa più confisca dell’illecito profitto? Per la Consulta, chiamata a giudicare sulla retroattività della norma, la seconda punizione è più lieve. Ma la multa può arrivare a 15 milioni e per la confisca non c’è un tetto. Quasi meglio la galera.

Nadia Linciano risponde ai commenti al suo articolo “Educazione finanziaria: ci vuole una strategia nazionale

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Il Punto

La riforma dell’Irpef (oggi messa da parte dall’agenda politica) riguarda la fissazione del numero delle aliquote sugli scaglioni di reddito, le voci da escludere dalla base imponibile e le eventuali addizionali locali. Tre temi suscettibili di soluzioni diverse su cui apriamo un confronto su lavoce.info. Di sicuro, serve un sistema fiscale più equo e più trasparente. Più trasparenza farebbe bene anche al Documento di economia e finanza – Def – dove presenta le risorse destinate alle regioni. Chi legge l’allegato ha un’idea dell’aumento della spesa corrente degli enti e del ristagno di quella in conto capitale. Ma la qualità e quantità di dati e informazioni è decisamente migliorabile. Un altro luogo dove regna l’opacità – e in molti casi la disinformazione – è la banca. Un libro prova a guidare il risparmiatore nella nebbia che avvolge prodotti finanziari, costi, commissioni. Le autorità si accontentano di vigilare sugli aspetti formali.
Oggi favorito nella corsa all’Eliseo, Emmanuel Macron propone ai francesi un programma economico più liberale di Marine Le Pen e meno pro-mercato di Fillon. Usa toni socialdemocratici per catturare voti a sinistra ma rompe con la tradizione socialista su fiscalità, politica del lavoro e concertazione.
La riforma Fornero ha alzato bruscamente l’età della pensione in un’economia in cui crollava la crescita. Risultato (non voluto ma inevitabile): sempre più alta la proporzione di giovani disoccupati. Mentre – non sorprende – sono molto saliti gli occupati tra i 55 e i 74 anni.
Vediamo le motivazioni dell’ordinanza di blocco di Uber (ora sospeso fino ai primi di maggio) da parte del Tribunale di Roma. Se c’è una legge che limita l’accesso a un’attività, si dice, il giudice deve farla rispettare. Tocca ai politici, non ai magistrati, accompagnare il cambiamento.

Luca Micheletto risponde ai commenti al suo articolo “A ogni età la sua imposta

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Il Punto

Il Documento di economia e finanza 2017 conferma il quadro degli ultimi anni. Deficit in calo (molto) graduale verso lo zero e un debito che fatica a stabilizzarsi. I conti tornano – come sempre nel Def di primavera – con largo uso di clausole di salvaguardia, da disinnescare in autunno nella legge di bilancio.
Continua a far discutere il caso della tesi di dottorato della ministra Madia. Si mescolano fatti, sospetti e pregiudizi, anche per incolpare senza pezze d’appoggio. In questo secondo intervento presentiamo prove sull’inconsistenza di alcune accuse. Altre rimangono in piedi e richiedono risposte.
L’istituto del referendum – oggi marchio di fabbrica del M5s – spacchetta un tema specifico dalla delega generale data solitamente ai politici nelle democrazie rappresentative. Con il rischio di sottoporre problemi tecnici a scelte viscerali. A usarli più spesso sono i paesi più ricchi e socialmente coesi.
Nessuno chiede allo stato e alle amministrazioni pubbliche di fare profitti. Perché allora si continuano a costituire Spa a capitale pubblico specialmente nel settore dei trasporti? Il sospetto è che, grazie alla loro natura privatistica, siano utili per aggirare molti vincoli di bilancio o di trasparenza chiesti dall’Europa.
Niente paura, la riduzione dell’aspettativa di vita in Italia registrata dall’Istat è dovuta a fattori contingenti che non incidono sul trend di lungo periodo. I progressi scientifici e tecnologici ci condannano a vivere sempre di più. Piuttosto il problema è che anche qui non c’è equità: né territoriale né tra fasce di reddito.
Insieme al bilancio umano che registra oltre 400 mila morti e 5 milioni di profughi, la guerra civile in Siria ha causato pesantissime conseguenze economiche. In un paese che solo sei anni fa presentava disoccupazione stabile, Pil in crescita e un basso debito pubblico. Dall’Africa subsahariana in Europa arrivano pochi rifugiati e tanti migranti che cercano migliori opportunità di reddito. In numeri crescenti. Una politica lungimirante da parte nostra sarebbe quella di spingere la crescita economica nei paesi di origine.

Manuela Ghizzoni, parlamentare Pd e ricercatrice universitaria, commenta l’articolo di Daniele Checchi e Maria De Paola “Da dove verranno i nuovi insegnanti

Nel momento della scomparsa della sorella di Giuseppe Pisauro, la redazione si stringe attorno all’amico e collega.

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Il Punto

Aspettando il Def (in ritardo), parliamo d’altro. Ad esempio del fatto che, nella sua tesi di dottorato, la ministra Marianna Madia ha fatto ampio uso di copia e incolla e omesso di citare debitamente le sue fonti e i nomi di chi aveva lavorato con lei. Tante però le falsità scritte dai media sul caso. Rimangono vari aspetti non chiariti dall’esponente del governo.
I decreti attuativi della “Buona scuola” mettono le premesse per selezionare i nuovi insegnanti come si deve: mediante concorso e con un’adeguata formazione. Tuttavia, senza una programmazione nazionale del fabbisogno di docenti e con una popolazione studentesca stagnante, arriveranno solo nuove legioni di precari. Fino a ieri si riteneva che i bambini cresciuti in un buon asilo nido maturassero un vantaggio cognitivo per il resto della vita, specie se provenienti da famiglie svantaggiate. Nuovi studi dicono che l’effetto, invece, svanisce in pochi anni. Rimangono esiti positivi su personalità, autostima, autocontrollo.
Mentre a Ivrea si è celebrato il suo co-fondatore Gianroberto Casaleggio, a Roma il M5s che guida la giunta vuole generalizzare la democrazia diretta con petizioni on-line, referendum su tutto e bilanci comunali partecipativi. Ma è più marketing politico che una vera rivoluzione.
Mario Draghi ha spiegato che si parlerà di aumento dei tassi in Europa solo una volta che l’inflazione sarà ritornata stabilmente al 2 per cento anche senza i massicci stimoli monetari degli ultimi anni. Condizioni ancora lontane dal verificarsi, secondo la Bce.
I dazi che Trump minaccia d’imporre sulle merci europee sono il riaffacciarsi di una controversia sull’import di carni americane tra Washington e Bruxelles iniziata nel 1989 e su cui il Wto aveva dato ragione agli Usa. Il Ttip avrebbe sanato il conflitto. Ma ora l’accordo transatlantico non c’è più e così il presidente Usa ha riaperto rudemente il file.

Tommaso Monacelli risponde ai commenti al suo articolo “Inflazione, la tassa occulta che piace allo stato

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Il Punto

La politica (anti)ambientale di Trump manda in soffitta gli impegni Usa-Cina per la riduzione del CO2 e quelli successivi presi alla Conferenza di Parigi. E permette a Pechino di guidare la lotta per il clima. All’interno del paese illude i lavoratori dell’industria del carbone, la cui estrazione costa più delle alternative.
Per i politici in cerca di popolarità a buon mercato la proposta di abolire i ticket sanitari è un classico, ricomparso in questi giorni. Il rischio è di far salire la spesa sanitaria non coperta. Meglio sarebbe riformare il sistema delle compartecipazioni alla spesa e delle esenzioni. C’è chi non paga nulla e chi moltissimo, senza tetti. Anche sul territorio il sistema è squilibrato, dato che ogni regione fa la propria politica dei ticket. Spesso determinata in funzione di esigenze di cassa piuttosto che per ridurre l’eccessivo consumo di farmaci.
In calo continuo per cinque anni, il numero di banconote in circolazione in Italia ha ricominciato a crescere l’anno scorso dopo l’innalzamento del limite all’uso di contante da mille a 3 mila euro deciso dal governo Renzi. Senza accompagnarsi a un pari aumento dei consumi delle famiglie. Tutto quel “cash” è finito altrove.
Sono passati otto anni dal terremoto dell’Aquila, quasi cinque dal sisma in Emilia, pochi mesi da quelli in Italia centrale. La successione dei disastri ha portato a migliorare marginalmente gli aiuti alle famiglie per le necessità economiche del giorno dopo: mutui e bollette da pagare, auto distrutte, tasse. Manca però una legge generale sulle emergenze. Anche in tema di ricostruzioni trasparenti post-calamità arrivano le nuove norme sugli appalti. In linea con le direttive europee, la procedura per le gare pubbliche ora tiene conto di un rating sui comportamenti passati delle imprese. Chissà come sarà tradotta nei nostri regolamenti: dando più discrezionalità alle stazioni appaltanti, oppure, come in Francia e Germania, con una rigida applicazione delle norme Ue?

Spargete lavoce: 5 per mille a lavoce.info
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Il Punto

I dati Ocse mostrano che l’economia italiana ha bisogno di tagliare le tasse sul lavoro. E infatti il governo sta studiando l’ipotesi di una sforbiciata al cuneo fiscale. Ma una riduzione delle aliquote Irpef accompagnata allo sfoltimento della giungla delle attuali agevolazioni sarebbe meglio capita dai contribuenti. Sullo sfondo, la minaccia dei dazi di Trump e i più recenti dati Istat sul lavoro. Scende la disoccupazione non per la crescita degli occupati ma perché aumentano le persone che hanno smesso di cercarlo.
Gli ulivi pugliesi, con i conflitti associati al loro “espianto”, fanno ombra alle questioni politico-strategiche sollevate dalla realizzazione del Tap, gasdotto tra Azerbaijan e Italia. Che non sarà la soluzione alla nostra eccessiva dipendenza energetica dalla Russia ma è comunque un’infrastruttura utile. Da mettere dove stabilito, sulla base di controlli e verifiche di ogni genere. Ma a poco serve l’analisi di impatto delle opere infrastrutturali di fronte a contestazioni di principio.
Talvolta si dice che anche i ricchi piangono. In Italia non è vero per tutti. Tra le categorie in cima alla piramide professionale, i dirigenti ammettono di essersela cavata bene durante la crisi degli ultimi anni. Mentre il malessere sociale di imprenditori e professionisti è pari a quello di operai e autonomi. Nello stesso periodo è anche cambiato lentamente il modo di impiegare la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Più risparmio gestito (34 per cento del totale) – cioè fondi comuni e strumenti assicurativi e pensionistici – e meno “fai da te”, mentre i depositi bancari e postali restano alti, al 32 per cento del totale. Dati che confermano l’allarme sull’analfabetismo finanziario lanciato qualche giorno fa dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Ma le iniziative istituzionali per uscirne sembrano episodiche e insufficienti. Ci vorrebbe una grande campagna nazionale. Qualcosa tipo il “Non è mai troppo tardi” del maestro Manzi negli anni del boom.

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