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Categoria: Il Punto Pagina 78 di 147

Il Punto

Lo sfascio delle due grandi municipalizzate di Roma – per i trasporti e per i rifiuti – è la sfida numero uno per la sindaca Virginia Raggi. Le imprese pubbliche si reggono su un delicato equilibrio tra poteri di indirizzo della politica e responsabilità gestionali dei manager. Che non possono essere commissariati nel quotidiano.
È ragionevole collegare alla Grande crisi l’aumento di furti in appartamento e borseggi tra il 2007 e il 2010 dopo anni di cali quasi continui. Altri reati contro il patrimonio – come scippi e furti d’auto – continuano invece a diminuire. Anche perché sono sempre meno remunerativi per chi li compie.
Per il leader cinese Xi Jinping, il G20 di Hangzhou è stata l’occasione per presentarsi come il capo di una vera superpotenza. Dal summit – come sempre – pochi risultati solidi. Almeno però si è ratificato l’accordo sul clima COP 21 da parte di Cina e Usa.
Al bail-in, procedura europea di risoluzione delle crisi bancarie, si possono fare molte critiche. Ma non che, in Italia, sia incostituzionale. A meno che non si voglia sostenere che la tutela del risparmio sancita dalla Costituzione impedisca il possibile fallimento delle banche.
Qualche volta ritornano, nel dibattito pubblico, le cosiddette gabbie salariali, un sistema che differenziava i salari a seconda del costo della vita delle varie zone del paese. Hanno accompagnato il boom economico italiano. Ma una ricerca rivela che l’effetto sull’occupazione è stato davvero modesto. Parlando di squilibri territoriali, quelli infrastrutturali sono tra i più gravi. Da oltre 20 anni nel Sud si investe sempre meno in opere pubbliche, scuole e ospedali inclusi. È come dare per persa la battaglia per la ripresa del Mezzogiorno. Perché la possibilità di crescita parte proprio dall’esistenza di buone infrastrutture.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

Il Punto

La crescita economica si conferma a zero. Per tornare alla crescita demografica ci vuol altro che una maldestra campagna pubblicitaria per il Fertility day e il bonus bebè da 80 euro al mese per tre anni. Servono incentivi all’occupazione femminile (in particolare delle madri), asili nido, spinta ai congedi dei padri e politiche abitative per le nuove coppie.
Colpendo il trattamento fiscale di super-favore per Apple in Irlanda, la Ue ha aperto un dossier inedito. Non ha contestato alcuna violazione all’impresa né la legittimità della legge del paese, ma l’atto amministrativo del fisco irlandese che si traduce in aiuto di stato. In attesa di un allineamento dei sistemi di tassazione europei, si deve almeno provare a coordinarli. La partita è complessa anche perché fuori dal tavolo – ma più che mai coinvolto – c’è il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ben deciso a tutelare gli interessi sia delle sue multinazionali in Europa sia del fisco federale. E c’è alta tensione tra Ue e Usa anche sul fronte dei negoziati per il Ttip, il trattato commerciale messo in crisi da prese di posizione tedesche e francesi. Davvero l’accordo sarebbe una resa europea agli interessi americani?
Più negli Stati Uniti che in Europa, le politiche monetarie non convenzionali (come il Quantitative easing) hanno impedito che le crisi finanziarie degenerassero. Creano però danni collaterali sulle banche e su altri investitori istituzionali. Il che fa ritornare attuali le politiche fiscali come stimolo alla crescita.
Abbiamo visto tutti i costi – umani ed economici – di un terremoto. Non c’è altrettanta consapevolezza, invece, della spesa che ogni proprietario d’immobile dovrebbe sostenere per la prevenzione. Che sarebbe da spingere con incentivi pubblici ma anche privati, per esempio con strumenti assicurativi.

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Il Punto

Tra le proteste degli esclusi e dei sindacati, i concorsi a cattedra per gli insegnanti fanno strage di candidati. La selezione è più severa del solito perché in palio non ci sono punteggi ma posti di lavoro. La qualità del sistema scolastico ha tutto da guadagnarci. Ma valutare bene non è né facile né a basso costo.
La soluzione “di mercato” del dissesto bancario di Mps è ancora in alto mare. Nel timore che il previsto mega-aumento di capitale di 5 miliardi fallisca, ecco la conversione “volontaria” delle obbligazioni subordinate detenute da investitori istituzionali in azioni. Mentre il Portogallo, zitto zitto, salva una banca con soldi pubblici evitando il bail-in.
Alludendo a un possibile rialzo dei tassi, la presidente della Fed Janet Yellen ha lasciato i mercati nella nebbia ma non ha stupito i banchieri centrali riuniti a Jackson Hole. Li ha sorpresi, invece, snocciolando e quindi consacrando definitivamente gli strumenti di politica monetaria non convenzionale a sua disposizione.
Sono davvero morti i negoziati per il Ttip (il trattato commerciale Ue-Usa) come ha annunciato il vice cancelliere tedesco Gabriel? Forse no. Ma certo il loro esito è stretto tra gli interessi di bottega di governi alla vigilia di difficili elezioni: negli Stati Uniti, in Francia, in Germania.
Criteri di selezione troppo astratti e commissioni giudicanti troppo piccole per funzionare: parte male la riforma Madia della dirigenza pubblica basata sulla valutazione dei cv. Ancora da fugare il sospetto che la montagna della meritocrazia partorisca il topolino del vecchio “spoils system”.
Il controllo della politica da parte delle mafie inizia dalle elezioni comunali. Si scoraggiano le candidature degli onesti e si portano a capo del municipio gli “amici”, con le mani sul settore immobiliare e sugli appalti. Risultato documentato: salgono la spesa comunale e il numero dei lavoratori impiegati nelle costruzioni.

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Un progetto europeo che coniughi concretezza e sogno – evocato da Renzi a Ventotene – è arduo da realizzare. Prima o poi, infatti, riemergono gli interessi nazionali, cioè, per Italia e Francia, la richiesta di flessibilità di bilancio. Che potrebbe arrivare, ma solo con la prosecuzione delle riforme e con il rallentamento dell’economia.
Non basta il Pil per misurare gli effetti delle politiche pubbliche su povertà, diritti delle donne, salute, innovazione e occupazione. C’è da predisporre un adeguato sistema di valutazione che oggi non abbiamo. Gli strumenti legislativi per svilupparlo esistono, se c’è la volontà di investire nella ricerca.
Incentivi alle madri under 30: così, secondo il ministro con delega alla famiglia Costa, si abbassa l’età della maternità e si combatte il calo delle nascite. Sbagliato e arbitrario. Il sostegno alle famiglie è efficace quando è stabile nel corso della vita del bambino e si rapporta alla sua età, non a quella dei genitori.
Soffocata dal debito pubblico e con la deflazione sempre in agguato, l’Italia a crescita zero è “a rischio Giappone”? Magari! In realtà il paese asiatico ha continuato a crescere dall’inizio della sua crisi (1991). Molto più di noi. Vedere questo nostro grafico per credere.
Tra le riforme monche dell’era Renzi brilla per incompiutezza e iniquità quella della giustizia civile. Che ha reso le cause più onerose e negato di fatto i ricorsi in tribunale ai cittadini comuni, in particolare ai piccoli proprietari. A vantaggio di locatari che non pagano l’affitto.
Notizia: a giugno in Italia l’energia elettrica generata da fonti rinnovabili ha superato quella da fossili.  Sorpasso storico? Quasi, perché avvenuto anche grazie ai bassi consumi. Però potremmo essere alla vigilia  di una nuova epoca. Ora si tratta di governare il cambiamento.
Di solito si discute se sia più probabile che un governo adotti le riforme sull’orlo di un precipizio o quando l’economia va bene. Eppure una ricerca sui dati di 53 paesi in oltre 30 anni arriva a definire un ulteriore elemento che le favorisce: l’incertezza. Una tesi controcorrente.

Nelle due settimane centrali di agosto, come di consueto lavoce.info ha sospeso l’invio della newsletter. Abbiamo però aggiornato costantemente il sito con nuovi articoli su: riqualificazione dei vecchi immobili, donne e corruzione politica, cassa integrazione concorsuale, Isee e disabilità, distretti culturali, welfare e senso civico, fuga dei cervelli.

Michele Lalla risponde ai commenti al suo intervento “Riforma costituzionale: perché serve il limite di mandato

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Il Punto

Per governo e Banca d’Italia il sistema bancario italiano è sano e la volatilità delle borse esagerata. E così si esclude il ricorso a bail-out e bail-in per la risoluzione delle crisi del  settore. Per ora. I margini per ricapitalizzare le banche con fondi pubblici senza coinvolgere gli obbligazionisti comunque ci sono.
Prima le molestie sessuali di Capodanno alle donne di Colonia, poi gli attentati ad opera di rifugiati e migranti: perché la Germania è uno dei paesi ad alto rischio di non-integrazione degli stranieri? I profughi sono tanti. Ma una loro distribuzione più uniforme sul territorio tedesco potrebbe ridurne gli effetti negativi.
All’indomani del tentato golpe in Turchia, Erdogan comprime le libertà con il rischio di avviare il paese anche verso una crisi economica. Perché investimenti esteri e il turismo non saranno più quelli di prima. Il premier turco sa che Ue e Usa hanno bisogno del suo paese. Ma è vero anche il contrario.
Si ferma la crescita africana dopo anni di boom. Pesano il calo del prezzo delle materie prime esportate, la frenata dello sviluppo della Cina – grande investitore – e la diffusione della corruzione. All’orizzonte, una crescita demografica senza precedenti che moltiplicherà il numero dei giovani disoccupati.
Ha radici antiche la scarsa qualità della classe dirigente al Sud. Lo dimostra con i dati uno studio che confronta l’efficacia della Cassa per il Mezzogiorno gestita in modo centralizzato fino al 1965 con il periodo successivo, quando l’autonomia territoriale l’ha consegnata ai potentati politici locali.
Sono arrivati a 1,5 milioni i contribuenti che scelgono di tassare i loro ricavi da canone con la cedolare secca. Più di quelli che lo fanno attraverso l’Irpef. Ma, al netto, lo stato perde gettito. Forse è il caso di rivedere il meccanismo dell’imposta, magari limitando i benefici a chi affitta a canone concordato.

L’articolo “Troppo educati per lavorare” di Caroleo e Pastore, pubblicato su lavoce.info nel 2013, è stato rilanciato sui social network in questi giorni. Gli autori rispondono ai numerosi commenti raccolti.

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Il Punto

La borsa non ha preso bene gli esiti degli stress test sulle banche italiane. A parte il Monte dei Paschi, i nostri maggiori istituti hanno spesso fatto anche meglio di quelli tedeschi, belgi, olandesi. Ma sulle loro capitalizzazioni pesa la scarsa redditività del capitale. E rimane – in Italia ma non solo –  il rischio delle multe per comportamenti scorretti verso i clienti.
Sorpresa: nonostante le scarse risorse destinate alla ricerca, l’Italia si piazza ottava nel mondo nella produzione di ricerca scientifica. Grazie anche al nuovo sistema di valutazione e a quello di abilitazione. E al lavoro (spesso gratuito) di tanti precari. Che, se non stabilizzati, andranno altrove a fare carriera.
Mentre il Parlamento discute la legalizzazione della cannabis, nello stato del Colorado le droghe leggere sono consentite da ormai 18 mesi. Risultati? Consumo di stupefacenti stabile, incidenti stradali attribuiti a un guidatore “fumato” diminuiti. In più, le tasse incassate dallo stato. Che in Italia potrebbero superare i 6 miliardi l’anno.
È utile a giovani e anziani, ma introdurre la flessibilità in uscita dal lavoro sembra molto difficile. Chi vuole la pensione in anticipo dovrebbe indebitarsi con banche o assicurazioni oppure ricevere prestazioni decisamente più basse. In ogni caso, il rischio che solo quattro gatti scelgano queste condizioni.
Dopo il disastro ferroviario di Bari Nord sotto accusa le politiche dei trasporti. Da un lato si spendono svariati miliardi di fondi europei per adeguare la rete. Ma poi lungaggini burocratiche e poca dedizione a servire gli utenti rimandano alle calende greche il miglioramento del servizio. Ora basta.

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Il Punto

Sugli esiti degli stress test sulle banche europee – in via di pubblicazione – sono uscite anticipazioni che indicano il Monte dei Paschi di Siena come la più fragile banca italiana. In caso di sua liquidazione la questione è se, come imporrebbe il bail-in, farne pagare il prezzo a tutti o solo a una parte dei detentori di obbligazioni. Il governo – per motivi politici – spinge per una soluzione che salvi gli obbligazionisti per un altro giro con il concorso di soldi pubblici, cioè del solito Pantalone. Ma si può arrivare a un compromesso. Certo il Fondo Atlante non basterà – con gli 1,2 miliardi che gli rimangono – a sanare una situazione da 47 miliardi di sofferenze. Servirà un Atlante 2 per un’operazione di ingegneria finanziaria il cui costo potrebbe ricadere in parte su tutti gli italiani. Tra i crediti deteriorati delle banche italiane, 25,5 miliardi sono quelli delle famiglie che non ce la fanno a pagare il mutuo. Un caso in cui a fianco delle garanzie reali (le case) c’è anche un problema sociale. Affrontabile con l’istituzione di un fondo ad hoc (un Atlante 3?) che utilizzi il leasing abitativo invece del pignoramento degli immobili.
Le compagnie di assicurazione hanno un grande massa di dati personali sui loro assicurati. Che utilizzeranno sempre più nell’offerta dei loro prodotti mirati a target specifici. È ora di regolamentare l’uso di questi “big data” sia per difendere la privacy delle persone sia per non distorcere la libera concorrenza.
Con una crescita ancora decimale e da sostenere, la politica di bilancio 2015-16 ha goduto di spazi di manovra più ampi rispetto al passato. La maggior parte delle misure punta alla riduzione del cuneo fiscale. Rimane da vedere se abbiamo colto in pieno le opportunità offerte dalla flessibilità parziale.

Un commento di Marco Bianchi a “Ma l’università non deve insegnare un lavoro” di Francesco Ferrante.

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Cosa dovrebbe fare un governo che si ritrova consumatori sfiduciati, produzione industriale in lieve aumento, fatturati e ordinativi in calo per deflazione? Due cose, prima di tutto. Riavviare la macchina delle riforme, completando la riforma della Pa. E favorire una più rapida ripresa dei redditi netti, tagliando le tasse sulle persone e non l’Ires. Tenendo conto che arriverà l’effetto Brexit. Che per ora pesa anzitutto nel Regno Unito dove, malgrado la tenuta della borsa, la sterlina si deprezza. Con una classe politica inadeguata a traghettare il paese verso una svolta epocale.
Torniamo a parlare di imprese familiari. È giusto esentare gli eredi dalla tassa di successione per favorire la continuità alla guida dell’azienda? Una via di mezzo è quella di riservare gli incentivi fiscali alle imprese di più piccole dimensioni (per favorirne la crescita) e a quelle con una governance più strutturata.
L’evoluzione del mercato della musica verso piattaforme come iTunes o Google play e con l’uso sempre più frequente di servizi di streaming (Spotify, Deezer) ha indotto la Ue a liberalizzare il sistema dei diritti d’autore. Tocca al Parlamento italiano smantellare il monopolio della Siae dove non serve.
Salpa la riforma del sistema portuale con 15 autorità territoriali. È il punto di partenza per nuovi investimenti con risorse proprie o finanziamenti bancari semi-pubblici. Ma le autorità più piccole rischiano di non farcela da sole. Mentre sono all’orizzonte nuove norme Ue che rimetteranno tutto in discussione.
È tutta un paradosso la giustizia tributaria: è amministrata da giudici onorari scelti senza verifica delle competenze e per compensi irrisori. Ciò nonostante, il processo è mediamente più veloce di quello civile e la corruzione un’eccezione. Riesce dunque a funzionare. Ma per quanto tempo ancora?

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Il Punto

Bloccare come ha fatto il Tar della Lombardia l’aumento delle bollette elettriche mortifica l’autorità di regolazione e colpisce le società di distribuzione elettrica che si limitano a scaricare sulle tariffe i maggiori costi del mercato all’ingrosso. Sui quali si può eccepire perché non hanno una chiara motivazione. Ma la pezza scelta dal Tar è peggiore del buco.
Ci vorrebbero oltre 7 miliardi all’anno per far arrivare il reddito di inclusione alle famiglie povere come previsto dalla legge delega approvata pochi giorni fa. In realtà al momento ci sono risorse per 1,6 miliardi per i primi due anni. Un piccolo aiuto a un massimo di 1,3 milioni di persone indigenti, il 30 per cento del totale.
Il governo teme che qualcuna (una) delle nostre banche esca con le ossa rotte dagli stress test dell’Eba (Autorità bancaria europea). Per questo sta negoziando con la Ue una controversa applicazione del bail-in che eviti perdite agli obbligazionisti subordinati. Il problema è: bisogna salvaguardarli tutti o solo i truffati? Parlando di bilanci bancari, se Roma piange Berlino non ride, anche se per ragioni diverse dalle nostre. Le grandi banche tedesche (in prima fila, Deutsche bank) sono piene di derivati, strumenti finanziari anche più opachi dei bond subordinati e potenziali cause di una nuova crisi sistemica.
Il Parlamento europeo ha approvato la nuova Guardia costiera per il controllo comune dei flussi migratori extra-Ue, con più risorse e più autonomia di Frontex. L’esperienza americana dice che, senza interventi nei paesi d’origine, la sua efficacia sarà limitata perché nasceranno nuove rotte ad arricchire i trafficanti. Nei giorni in cui il mondo assiste impotente alla repressione di Erdogan, diventa ancora più urgente studiare la relazione tra Islam, democrazia e politica. In Indonesia e Malesia la religione scende a patti con la vita pubblica in termini di pluralismo e tolleranza. Molto più di quanto accada in Medio Oriente e, ora, in Turchia.

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Il Punto

Con la Brexit, la Ue dovrebbe ripensare le sue strutture. Ma non lo farà. Per ignavia. Può però almeno riformare il bilancio comunitario (ormai basato largamente sull’euro) per rendere più facile spendere e allocare risorse in politiche che davvero interessano i cittadini piuttosto che riflettere equilibri di potere.
Istruzioni per l’uso ai giovani che scelgono se e come fare l’università. Una laurea serve. I laureati italiani trovano lavoro più facilmente e guadagnano mediamente il 20 per cento in più rispetto a chi si ferma al diploma. Ma non tutte le lauree sono uguali. Gli studi scientifici fruttano redditi maggiori di quelli umanistici.
Mezzo milione in più nel 2015: adesso sono 4,6 milioni (7,6 per cento della popolazione) gli individui in povertà assoluta. L’aumento riguarda in particolare le giovani coppie con due bambini e gli stranieri. Gli strumenti di welfare non bastano per farvi fronte ed è iniziato solo ora e con poche risorse l’iter legislativo per un reddito minimo. Dati Eurostat e Ocse alla mano, vediamo anche quanto è il costo dell’accoglienza dei profughi nella Ue. In assoluto la Germania è al primo posto, l’Italia al quarto. Ampi squilibri nella spesa giornaliera per rifugiato: da 69,5 euro in Olanda a 35 in Italia, 18,4 in Germania e solo 6,7 nel Regno Unito (comunque troppi a giudicare dall’esito del referendum di giugno!).
Mentre la Corte di giustizia europea sancisce la costituzionalità del bail-in, in Italia si continua a discutere di come mettere in sicurezza le banche a rischio usando fondi pubblici. Se lo si fa, il risultato è quello di premiare gli azionisti. Si potrebbe invece far pagare loro questo vantaggio emettendo diritti, in occasione degli aumenti di capitale, a forte sconto sul prezzo del momento. Cedibili sul mercato.
L’evidenza di un indebito trattamento fiscale di favore ha indotto la Commissione Ue a sanzionare grandi club del calcio spagnolo per aver ricevuto “aiuti di stato”. Gli italiani finora l’hanno fatta franca. Ma tra decreti salva-calcio e salvataggi di alcune squadre dal fallimento, non siamo da meno.

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