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Categoria: Il Punto Pagina 81 di 147

Il Punto

Dalle previsioni economiche della Ue esce il quadro della crescita e delle politiche fiscali in Europa. Nell’Eurozona i “piccoli” non se la passano tanto male mentre c’è sempre un nocciolo duro intorno alla Germania. Le economie in difficoltà sono le solite note: Grecia, Cipro, Portogallo e anche Italia.
Solo qualche zero virgola della Popolare di Vicenza è rimasto ai suoi azionisti precedenti a 10 cent per azione (un millesimo del valore di un anno fa). Meno male che il fondo Atlante si è caricato sulle spalle oltre il 99 per cento dell’aumento di capitale scongiurando una crisi sistemica. Casca a fagiolo, lunedì, la relazione della Consob che spiegherà cosa intende fare per governare un mercato finanziario piccolo, fatto di banche sottocapitalizzate e società con forme di governance che non tutelano gli investitori.
Il Leicester City di Ranieri ha vinto la Premier league inglese contro ogni previsione. Ma a Leicester oltre il calcio c’è di più: un caso da manuale di integrazione dove i britannici sono minoranza e gli originari di paesi lontani si trovano ai posti alti delle professioni e della politica. Lo racconta una “Lettera da Leicester”.
Perdiamo terreno nell’export verso la Cina e importiamo di più. A causa dei consumi e dei beni e servizi incorporati nelle filiere industriali. Per restringere la forbice occorre puntare sui settori giusti: i cavalli di battaglia moda e l’interior design, ma anche farmaceutica e servizi sanitari, ambiente, finanza, tlc.
Dalla giungla di acronimi dei trattati internazionali esce un Ttip (il trattato Ue-Usa per il commercio e gli investimenti) che non scalda i cuori dei leader politici su nessuna delle due sponde dell’Atlantico. Tanto che Hollande lo vorrebbe azzerare. Servirebbero meccanismi per compensare gli eventuali perdenti.

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Il Punto

Cosa accade se, andando oltre alle oscillazioni mensili che appassionano le opposte tifoserie, innestiamo i dati Istat sul lavoro del primo trimestre 2016 sulle dinamiche degli ultimi 12 anni? Semplice: si vede che siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi ma anche che gli occupati crescono e cala la disoccupazione.
È una giungla la legislazione per le indennità ai disabili. Date ad alcuni e negate ad altri, differenti importi per uguali invalidità oppure stessa somma a chi ha diverse necessità. Il Consiglio di stato aggrava l’iniquità stabilendo che questi aiuti non rientrano nel calcolo dell’Isee: un vantaggio per chi già riceve di più. Un’altra foresta normativa è il nuovo codice degli appalti. Sulla carta, uno strumento contro la corruzione e per migliorare i progetti di opere pubbliche. In pratica ci vorranno più o meno 50 decreti attuativi perché funzioni.
A sei mesi da elezioni che hanno prodotto un quadro politico frantumato, gli spagnoli torneranno al voto. È l’effetto di un sistema elettorale senza doppio turno né premio di maggioranza che rischia lo stallo e l’ingovernabilità. Almeno da questo esito l’Italicum ci dovrebbe preservare.
Il sovraffollamento delle carceri è un problema dei sistemi di detenzione in molti paesi europei. Da noi ci sono quasi 110 detenuti per ogni 100 posti. Meno che in passato. Non perché si sono fatte nuove strutture ma grazie a condanne alternative, sconti di pena e depenalizzazione dei reati lievi.

Un commento di Francesco Giubileo all’articolo di Daniele Fano “Salviamo la Garanzia giovani dai manichei

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Il Punto

I dettagli del rapporto annuale sull’attività di supervisione della Bce mostrano che finora tale impegno si è concentrato sui rischi di credito alla clientela e molto meno su quelli associati al trading. Se davvero fosse così, la vigilanza unica finirebbe per favorire le banche tedesche e francesi rispetto a quelle italiane.
Il matrimonio Vivendi-Mediaset è un altro tassello dell’inarrestabile processo di consolidamento e convergenza in atto tra gruppi di tlc, internet company e operatori tv. Al centro, i contenuti audiovisivi per lo sviluppo delle reti a banda larga e ultra-larga. Parola d’ordine: tutti contro Netflix.
Mentre al Brennero e su altri confini si alzano vergognose barriere, la Ue con il Migration compact cerca di spostare fuori dalle proprie frontiere controlli e concessione dei permessi per i profughi. Puntando sugli aiuti allo sviluppo. Che rischiano di finanziare governi autoritari e non fermano i flussi migratori.
Si è stabilizzato il prezzo del petrolio. Da un alto, i consumi di greggio sono in ripresa duratura. Ma dall’altro l’abbondanza di scorte, il ritorno dell’Iran sul mercato e l’aumento della produzione russa rimandano la sua risalita almeno a inizio 2018.
A breve il Brasile deciderà sull’impeachment (messa in stato d’accusa) della presidente Dilma Rousseff. Il rischio concreto è che il paese cada dalla padella di una guida malferma nella brace della fine delle riforme sociali e dell’aggravarsi della peggiore recessione degli ultimi 25 anni.
Il voto nell’urna è segreto ma chi non va ai seggi lascia traccia della sua decisione. Il che lo espone a ritorsioni o discriminazioni. Per questo l’invito del premier all’astensione nel referendum no-triv è stato visto da molti come una scorrettezza. Meglio sarebbe abolire il quorum. E fare referendum utili.

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Il Punto

Dopo fiumi di parole, ecco finalmente un’analisi statistica del voto al referendum no-triv. Domanda: si è votato sulla sostanza dei quesiti o per dare un sì/no al governo? Risposta (dai dati comunali): la maggioranza di chi è andato ai seggi ha voluto bocciare Renzi. Un sondaggetto da 400 milioni di euro.
In crescita gli immatricolati alle 11 università telematiche. Spesso studenti usciti dalle superiori con voti bassi o quarantenni. Che pagano rette salate per un corpo docente non tra i più brillanti. Un decreto avvantaggia questi atenei così come sono, invece di farli competere alla pari con quelli tradizionali.
Forse è la volta buona per una seria valutazione dei progetti delle opere pubbliche. Riconsiderando anche scelte già fatte. È una novità dell’allegato Infrastrutture al Def 2016. Sfuggono però al calcolo costi-benefici i grandi lavori ferroviari e quelli programmati per la mobilità sostenibile.
Anche se tutti lo fanno, è troppo presto per valutare l’impatto dell’eventuale Brexit su Italia ed Europa. Di sicuro si può dire che le interdipendenze (import-export, investimenti e interessi multinazionali, mobilità studentesca) non mancano e sono cresciute nel tempo.

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È stato inutile il referendum no-triv che ha mancato il raggiungimento del quorum? In pratica sì, dato che tutto resta come prima. Ma grazie al voto sulle trivelle è tornata l’attenzione sulla politica energetica e ambientale del paese. Che va aggiornata per allinearla agli impegni dell’accordo Cop21.
Presto la prova del fuoco del fondo Atlante, con la ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. A seguire, lo smaltimento di 83 miliardi di sofferenze. La Ue per una volta osserva benigna: banche italiane più sane aprirebbero la strada a un’assicurazione comune dei depositi.
Dopo che anche il laburista Corbyn si è espresso contro la Brexit, vediamo qual è la situazione degli schieramenti pro e contro a due mesi dal referendum. Il fronte divide i partiti e le generazioni. I giovani sono in maggioranza per rimanere nella Ue, gli over 55 sono per l’uscita. Su tutti, però, prevale il disinteresse.
Siamo il paese Ue con più poveri (11,5 per cento della popolazione) e tra questi sono in aumento gli stranieri. Beneficiari, di conseguenza, della fetta più grande degli aiuti contro l’indigenza. Qui c’è la miccia che può innescare una guerra tra poveri. Eppure c’è il modo di non farla esplodere. Di norma parliamo di disuguaglianza all’interno di un paese. Ma c’è anche la disuguaglianza tra i popoli del mondo, che segue dinamiche diverse. La rivoluzione informatica e la globalizzazione l’hanno ridotta per i paesi emergenti (Cina e India in prima fila) mentre i paesi più sviluppati che hanno delocalizzato le produzioni l’hanno vista salire.

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Il Punto

Venerdì 22 aprile si firma a New York l’accordo sul clima raggiunto a Parigi (Cop21) da 196 paesi. Un segno che è possibile fare accordi su clima e ambiente. Temi spinosi che richiedono compromessi e attenzione ai dettagli. L’esatto contrario di ciò che è avvenuto nella campagna del referendum no-triv.
Creato per ricapitalizzare le banche e smaltirne i crediti inesigibili, il fondo Atlante farà da compratore di ultima istanza. Come fosse una banca centrale, ma non lo è. L’alternativa (lasciare alle banche la gestione delle sofferenze) ha tempi di liquidazione ben più lunghi e da negoziare con la Bce. Tra l’altro, l’eccessivo peso delle banche nel finanziamento delle aziende è l’altra faccia dello scarso sviluppo del mercato dei capitali in Europa. Per accelerare il quale la proposta di Capital markets union della Ue identifica 36 barriere da superare.
Il Migration compact proposto da Renzi alla Ue distingue i profughi dai migranti economici. Per i primi, reinsediamento in Europa. Per i secondi, se irregolari, rimpatrio immediato. Ma se i regolari ammessi sono pochi rispetto a quanti fanno domanda, bisognerà rimpatriare decine di migliaia di persone.
Passata l’indignazione per ciò che si è visto dai Panama papers, rimangono le direttive Ue sul contrasto all’elusione delle tasse. Una di queste fa un primo tentativo di superare la segmentazione delle legislazioni nazionali. E per una volta – udite udite – l’Italia sarebbe avanti nell’applicazione delle nuova normativa.
Arrivano i vantaggi fiscali sui premi di produttività ai lavoratori. E benefici per le imprese se hanno piani di welfare aziendale per questo scopo. A condizione che i bonus siano fissati da contratti collettivi di secondo livello. Chissà se sindacati e (piccole) aziende sono pronti per questa nuova stagione negoziale.

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Il Punto

Con il fondo Atlante torna un’operazione di sistema nel settore bancario. È il minore dei mali, serve a portare a termine ricapitalizzazioni a rischio di flop e a smaltire i crediti in sofferenza. Ma non basta: bisogna anche semplificare le procedure fallimentari e il funzionamento delle aste giudiziarie.
Uno spettro si aggira lungo la Penisola: l’idea di un carrozzone statale monopolista che metterebbe insieme Ferrovie dello stato e Anas. Mancano ragioni economiche e di buon senso a giustificazione della formidabile concentrazione di potere e sottopotere che ne uscirebbe. Aaargh, gli italiani hanno già dato!
Molta informazione fuorviante nel confronto pubblico sul referendum di domenica 17 aprile. Abbiamo cercato di chiarire con dati e argomentazioni la questione no-triv sì-triv pubblicando tre articoli ora raccolti in un Dossier.
Sul bonus di 80 euro sulle pensioni manca una proposta precisa. Se i soldi andranno semplicemente a chi percepisce meno di 750 euro, si rischierà di aiutare persone non in condizioni di indigenza. Per combattere davvero povertà e disuguaglianza, bisogna tener conto di altri fattori. Come mostra qualche calcolo.
A giugno, con le regole europee sugli abusi di mercato, sarà regolato il “market sounding”, la prassi secondo cui – per esempio – un aumento di capitale può essere preceduto da un sondaggio sull’interesse dei potenziali partecipanti. Si rischia la diffusione di informazioni riservate. E casi di insider trading.
Il mondo dell’università si divide tra anziani di ruolo e giovani ricercatori con contratto a termine, senza chiare prospettive di carriera. Di questi ultimi, la metà emigra o cambia mestiere. Si spreca l’investimento che l’ateneo ha fatto su di loro. È ora di correre ai ripari, senza tornare alle sanatorie del passato.

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Deficit pubblico giù al 2,3 per cento nel 2016 e all’1,8 nel 2017, verso il pareggio del 2019. Con una politica fiscale moderatamente espansiva. Gli impegni del governo scritti nel Def (Documento di economia e finanza) sono però una scommessa rischiosa. Che Renzi vince solo se il Pil (inclusivo dell’inflazione) sale più del 2 per cento e se lo spread Btp-Bund rimane non lontano da quota 100 punti.
Gli 80 euro di bonus sulle pensioni minime che Renzi ha in mente costerebbero da 2 miliardi in su. Se servono contro la povertà, dovrebbero essere permanenti e non una tantum. Se invece sono un altro tentativo di far ripartire i consumi, sarebbe più efficace restringerli alle giovani coppie escluse dal credito.
I Panama papers ci mostrano che i paradisi fiscali, a dispetto delle liste nere e degli accordi internazionali, sono sempre in piena attività. Forzieri di ricchi evasori, usati da grandi imprese, primo anello di catene di hedge fund e fondi di private equity. Combattuti, ma solo a metà, dai paesi “normali”.
Torniamo sul referendum no-triv di domenica prossima. Ora vediamo, se vince il fronte referendario, i possibili effetti su industria, occupazione, gettito fiscale e tutela dell’ambiente. Anche su questi temi la campagna per il voto ha alimentato un gran polverone demagogico che non aiuta a capire.
Mentre l’unione bancaria dell’Eurozona continua fare passi avanti (e qualcuno indietro), sono tutte da creare le condizioni per un’unione dei mercati dei capitali che la completi. Arrivando a una più completa integrazione del settore finanziario privato, necessaria per la condivisione dei rischi.
“Maneggiare con cautela”: bisognerebbe scriverlo sulle statistiche mensili sull’occupazione. Perché la visione di cortissimo periodo può risultare fuorviante. Soprattutto se si parla di una variazione inferiore a 30 mila occupati in più o in meno.

Alberto Martini e Barbara Romano commentano l’articolo di Tiziano Vecchiato “Nella lotta alla povertà un ruolo per le fondazioni bancarie

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Il Punto

In attesa del Def (Documento di economia e finanza) il 2015 dei conti pubblici è finito con un deficit al 2,6 per cento del Pil, in linea con gli obiettivi. Più grazie al calo dei tassi garantito dalla Bce che per il rigore di bilancio nostrano. Per il futuro non mancherà il sostegno di Francoforte, mentre è tutta da negoziare l’estensione della flessibilità Ue e dell’aggiramento delle clausole di salvaguardia.
Votare al referendum no-triv significa decidere se le concessioni per 21 piattaforme (non trivelle) di estrazione di idrocarburi operative entro 12 miglia dalla costa debbano o no essere rinnovate alla loro scadenza. Proviamo a chiarire i termini della questione che si sono persi per strada in una campagna referendaria scorretta e fumosa. E vediamo, cifre alla mano, quanta produzione di combustibile mette a rischio il referendum dal punto di vista del nostro fabbisogno e della dipendenza energetica. Ben poco.
Le banche italiane nella tempesta di borsa hanno due seri problemi. Ci sono sofferenze che zavorrano i loro bilanci e che governo e banchieri cercano di scaricare in una bad bank di sistema nonostante i divieti Ue. E poi c’è il rischio di mancata sottoscrizione di aumenti di capitale, il che potrebbe preludere al ritorno dei soliti noti: fondazioni bancarie e Cdp, in una salvifica ammucchiata.
Un quarto di America pazza per Trump. Per gli altri tre quarti il trumpismo è oggi improponibile. Ma se modera i toni, il magnate potrebbe farcela. Il come ce lo racconta una “Lettera dagli Usa”.
Dopo la vittoria del partito di Aung San Suu Kyi, l’ex-Birmania – oggi Myanmar – torna sulla scena mondiale. L’entusiasmo degli investitori ha spinto il nostro ministro degli Esteri ad andarci in questi giorni a caccia di opportunità. Cosa può offrire questo nuovo importante pezzo di mercato asiatico?

Il Punto

Nella riorganizzazione dell’Istat stupisce la soppressione del dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali guidato da Linda Laura Sabbadini. A lei e al suo staff dobbiamo le indagini su famiglia, le statistiche di genere, studi sulla violenza sulle donne e la raccolta di dati sociali fondamentali anche per l’analisi economica. Ci auguriamo che il nuovo assetto dell’Istituto non mortifichi professionalità così preziose per la ricerca e per l’informazione.
Dopo i 20 anni di fine secolo a crescita zero, la popolazione – con l’arrivo degli immigrati – è tornata a salire nel nuovo millennio come durante il boom demografico degli anni Sessanta. Ora però l’assestamento sui nuovi livelli segnala il possibile inizio di un nuovo scenario di stabilità.
Una patata bollente per la Corte costituzionale: è legittimo un doppio sistema di sanzioni in cui uno stesso illecito è punito con una doppia sanzione, penale e amministrativa? Oggetti del contendere sono abusi di mercato e reati tributari. La Consulta deve destreggiarsi tra leggi italiane e pronunce delle corti europee.
Sui tavoli dei prossimi sindaci di Roma e Milano, i dossier sull’edilizia agevolata da gestire con le regioni. Spesso case costruite in edilizia convenzionata sono vendute a prezzi maggiori rispetto a quanto stabilito nei bandi. Ci vogliono procedure per l’erogazione dei contributi pubblici coerenti con la loro finalità sociale.
Il Consiglio di stato corregge il governo sul nuovo Isee stabilendo che le indennità di accompagnamento e per i disabili non vanno conteggiate come reddito. Ma non basta correggere l’articolo incriminato del decreto ministeriale, bisognerà rivedere il connesso sistema di franchigie e detrazioni. Un gran pasticcio.

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