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Categoria: Il Punto Pagina 89 di 147

Il Punto

La crisi ha mandato in frantumi il modello di sviluppo europeo, basato su crescita e welfare per tutti con alta tassazione e alta redistribuzione. I paesi Ue sono oggi incapaci di scongiurare il rischio povertà di una grossa parte della loro popolazione. E ciò vale per chi non è cresciuto (Italia e Spagna) ma anche per chi è riuscito a crescere (Regno Unito, Germania e Svezia). Con la punta più drammatica in Grecia. Che, anche questa settimana, è sull’orlo del default. Nel frattempo a Bruxelles l’inevitabile salvataggio viene rinviato mentre i mercati per ora credono che – grazie alla Bce – tutto vada a posto con limitati costi di aggiustamento.
Ha senso – seppure con alcuni limiti – la proposta della Commissione europea di ripartire il numero dei richiedenti asilo tra i vari paesi dell’Unione in base a dimensione e forza economica. Ma, contrariamente alla disinformazione seminata dai politici italiani, non dobbiamo pensare che dovremo ospitarne meno. Anzi, saranno di più.
Appena reintrodotto, va in soffitta il reato di falso in bilancio. La nuova formulazione della norma ammette di riportare cifre sballate se soggette a valutazione degli amministratori. Tana libera tutti. Eppure tra lasciare impunita una frode e mandare in galera chi fa un errore ci sarebbe una ragionevole via di mezzo.
Tra il 2012 e il 2013 il traffico sulle autostrade è diminuito oltre il 10 per cento. Non così i profitti delle società concessionarie al riparo dal rischio operativo grazie alle revisioni tariffarie da parte dello stato. Ora questo Bengodi dei concessionari rischia di essere esteso alle infrastrutture ferroviarie. Per una direttiva europea.
Emanuele Ranci Ortigosa commenta  l’intervento di Massimo Bordignon e Francesco Daveri “Consulta: i custodi del diritto. E del rovescio
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Il Punto

Da qui a dicembre, quando si terrà a Parigi la conferenza sul clima, ci aspettano mesi di negoziati bilaterali per stabilire quali paesi dovranno fare più sforzi nella riduzione del riscaldamento globale. Un buon esempio è il recente accordo Cina-Usa che, se attuato, potrebbe portare a ridurre i gas serra di almeno un quarto.
C’è disorganizzazione ma anche un segreto di Pulcinella nel lasciare che i profughi arrivati sulle coste italiane non vengano identificati in tempi rapidi. In realtà si spera che per le leggi vigenti in Europa sul diritto di asilo sia un altro paese Ue a prenderli in carico. Va bene sfruttare le pieghe delle norme europee. Però non sulla pelle dei rifugiati.
Difficile individuare qual è l’interesse del consumatore di servizi telefonici mobili. Sullo “zero rating” – l’accesso illimitato ad applicazioni e siti web senza il limite di traffico normalmente imposto – l’Europa è oggi divisa. La pragmatica soluzione americana che porta il regolatore a decidere caso per caso eviterebbe di soffocare l’innovazione sul nascere.
Nel sistema pensionistico, il metodo contributivo dovrebbe garantire la parità di trattamento rivalutando i contributi di tutti in base alla media quinquennale di crescita del Pil. Ma la lunga crisi post 2007 e le scelte conseguenti del governo hanno portato rendimenti negativi. Per ristabilire l’equità del calcolo meglio allungarne a dieci anni il periodo di computo.
È all’esame delle Camere il decreto delegato che riordina i servizi per il lavoro. Si riporta dalle regioni al centro il coordinamento degli strumenti che dovrebbero consentire ai disoccupati di reinserirsi nel mercato del lavoro. Il rischio è di non utilizzare l’assegno di ricollocazione come politica attiva.
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Il Punto

Se entro il 30 giugno la Grecia non restituisce 1,6 miliardi al Fondo monetario – creditore con prelazione nei confronti di tutti – è come se facesse default. L’Europa può metterci una pezza e rinviare una resa dei conti che comunque prevede scenari da incubo: la Grexit invisa ai politici greci o la chiusura delle banche in stile cipriota. A meno di sorprese dell’ultim’ora.
Ancora una volta viene fuori che l’università discrimina le donne docenti. La sostanziale parità di genere uscita dai concorsi per l’Abilitazione nazionale è stata messa da parte quando gli atenei hanno scelto tra gli idonei. La piccola parte degli abilitati diventati professori associati o ordinari è fatta soprattutto da uomini.
Norme scritte male si prestano ad abusi, spesso perpetrati proprio dalla pubblica amministrazione. Vale anche per la voluntary disclosure: gli uffici delle Entrate hanno dato un’interpretazione estensiva ai termini di accertamento che rischia di togliere anche la minima convenienza all’evasore che si vuole ravvedere. A peggiorare la situazione si aggiungono troppe leggi e regolamenti – un cappio soffocante di costi amministrativi per le Pmi e per i cittadini. Tanto che la stessa Ue – gran produttrice di regole, peraltro – ci chiede di semplificare il quadro normativo.
Si fa presto a dire “investiamo sui porti”. Poi bisogna scegliere su quali traffici marittimi puntare. In Italia si sono privilegiate le infrastrutture per container con la convinzione di favorire l’export. A conti fatti, però, abbiamo facilitato soprattutto l’ingresso di merci estere sul mercato nazionale.
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Il Punto

Le nuove regole del Jobs act sul congedo post-maternità introducono più flessibilità a vantaggio dei lavoratori. Dovrebbero disincentivare l’abbandono del lavoro delle donne dopo la nascita dei figli (oggi succede in un caso su quattro). È però necessario – ma non c’è nel provvedimento – anche un potenziamento dei nidi, insufficienti e distribuiti in modo eterogeneo sul territorio.
Prima della crisi 70 europei su cento dichiaravano la loro fiducia nella Ue. Ora siamo sotto a 50, con picchi negativi a 30 dove la recessione è stata più dura. L’Europa non vuol più dire prosperità economica e democrazia; semmai, disoccupazione. Tocca alle istituzioni comunitarie e ai governi nazionali re-innescare un circolo virtuoso che ridia senso e dignità all’ideale europeo.
Oggetto di una diffusa campagna ostile priva di base scientifica, l’uso universale dei vaccini ha debellato il vaiolo, la polio e ridotto del 75 per cento le morti per morbillo. Per i molti altri in arrivo nel prossimo decennio una duplice sfida: sostenere i costi di quelli davvero utili e organizzare il Servizio sanitario per garantire la loro diffusione.
Nelle province con maggiore immigrazione> si è mantenuto il vantaggio competitivo ed è così aumentato il valore aggiunto dei settori manifatturieri che impiegano lavoro con mansioni semplici e routinarie. Con un rovescio della medaglia: il rinvio del cambio di pelle dell’industria verso produzioni più avanzate.
Una legge recente stabilisce l’obbligo per i piccoli comuni – fino a 5 mila abitanti – di associarsi tra loro per cogestire tante funzioni importanti, dalla polizia municipale ai servizi sociali. Per ora i pochi che si sono mossi sono molto indietro. Anche perché il governo né premia i virtuosi né punisce gli inadempienti.
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Il Punto

Per ogni 100 mila residenti in Veneto ci sono 50 stranieri ospitati nei centri di accoglienza. Come in Valle d’Aosta. In Lombardia si sale a 60, in Liguria a 80. Con numeri due o tre volte più grandi in varie regioni del Centro-Sud e in Friuli-Venezia Giulia. Eppure dai governatori Zaia, Rollandin, Maroni e Toti sono arrivati quattro secchi no all’accoglienza di nuovi profughi e immigrati. Davvero a casa loro (nostra) non c’è più posto?
I dati delle ultime amministrative mostrano che tanti italiani, delusi dalla politica, decidono di non votare. Ma a eleggere sindaco e consiglieri comunali vanno più persone di quelle che votano alle elezioni regionali. Sono le regioni, non i comuni, a essere percepite come lontane dai cittadini.
Approvata dalla Camera all’unanimità, la class action all’italiana è fortemente contestata dalle imprese. Al Senato si può correggerne alcune disposizioni sbagliate. Per evitare una proliferazione delle cause, si dovrebbe assegnare la guida della strategia processuale non a chi ha promosso la causa ma a qualcuno che garantisca di rappresentare l’interesse collettivo.
I bilanci delle banche italiane sono appesantiti da 350 miliardi di crediti deteriorati. L’idea di una bad bank con garanzie pubbliche è avversata dall’opinione pubblica (ostile verso nuovi salvataggi) e da Bruxelles che vieta gli aiuti di stato. Ma analoghe operazioni di risanamento sono state fatte dai grandi paesi Ue. Con il contributo degli hedge fund.
Una più alta inflazione attesa per domani – dice la teoria – farebbe salire gli acquisti di beni durevoli già oggi. In effetti pare sia andata così con l’annuncio dell’aumento dell’Iva nella Germania del 2005-2007. L’inghippo però funziona solo se insieme si diminuiscono le imposte sui redditi. Altrimenti, Iva più alta vuol dire solo recessione.
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Il Punto

Migliorano i numeri di occupazione e disoccupazione. Bene, ma vanno letti con cautela. Quando – come è accaduto nei primi mesi del 2015 – l’occupazione cresce più del Pil, vuol dire che sta scendendo il prodotto per addetto. E una produttività del lavoro in calo è di solito sintomo di crescita poco duratura.
Con una sentenza il tribunale di Milano ha messo fuorilegge Uberpop. Per la gioia dei tassisti che hanno pagato cara la licenza. E con buona pace dei principi di concorrenza e di garanzia di accesso a un servizio pubblico per i consumatori. Eppure le soluzioni per venire incontro agli interessi di tutti ci sono.
In giugno i presidenti delle cinque maggiori istituzioni europee presenteranno un documento su come riformare e rafforzare la Ue. Urge trovare forme flessibili di convivenza tra i paesi dell’Eurozona e quelli che vedono l’Europa solo come un mercato unico. Il rischio è che si deleghi tutto a una Bce che tutto non può fare. Chissà se questo documento includerà anche la proposta di creare un ammortizzatore sociale europeo. Una vecchia idea di cui si parla in questi giorni a Bruxelles. Di nuovo in auge per l’incapacità di alcuni governi nazionali di stabilizzare i redditi durante la crisi.
Ancor più della disuguaglianza dei redditi, frena lo sviluppo delle società la disuguaglianza della ricchezza. Anche di questi temi si è parlato al Festival dell’Economia, appena concluso, dedicato alla “Mobilità sociale”. Misurare bene l’entità e l’evoluzione della disuguaglianza è però difficile e richiede sforzi e denari pubblici.
Rimane alta l’evasione fiscale sugli affitti delle case. Per ricuperare gettito e (forse) equità si potrebbe ripensare la tassazione di tutti gli immobili d’abitazione attribuendogli un certo rendimento minimo e tassando l’extra-reddito presunto e il guadagno in conto capitale.
Un commento di Marco Causi e Antonio Misiani, deputati del Pd, all’articolo di Raffaele Lungarella “Prestito vitalizio ipotecario: perché lo chiedono in pochi”. E una replica dell’autore.
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Il Punto

Dalla relazione annuale di Banca d’Italia viene fuori che il bonus di 80 euro in busta paga sarebbe stato speso al 90 per cento dalle famiglie. Secondo altri studi, invece, l’impatto sui consumi è trascurabile: un flop. Di chi fidarsi? Teoria, fonti dei dati e buon senso suggeriscono come più credibili le stime di via Nazionale. In effetti, una cosa che manca in Italia è una cultura di rigorosa valutazione degli effetti delle politiche. Soprattutto a causa delle resistenze della pubblica amministrazione. Sarebbe ora di cominciare. Magari partendo da come si impiegano i fondi europei per la coesione territoriale.
Spesso parliamo di “medie”: la classe media, il reddito medio… In realtà nella società di internet “La media non conta più”, come recita il titolo di un libro del blogger americano Tyler Cowen. Ciò che conta è se ci si colloca sopra o sotto di essa. Sono le nuove tecnologie a offrire a pochi di diventare molto ricchi o, più spesso, molto poveri. La sfida è trovare il modo di ridurre le disuguaglianze. Di questi temi si discute a Trento al Festival dell’Economia.
Anche per quest’anno il contribuente può devolvere il 2 per mille dell’Irpef a un partito politico. L’anno scorso sono arrivate solo 16.500 donazioni per 325 mila euro totali. Non stupisce. Però è una brutta notizia per la democrazia perché la politica si rivolgerà ai grandi finanziatori, donatori non disinteressati.
Addio vecchio cd! Dal 2000 sempre più persone al mondo scaricano musica dalla rete. Gratis e legalmente. Bene per i consumatori. Bene anche per l’ambiente senza più plastica e carta da produrre e riciclare? No, il cambiamento – rivela uno studio – dal punto di vista ambientale è suppergiù alla pari.
Mario Sebastiani commenta l’articolo di Paolo Beria e Andrea Boitani “Privatizzare le Ferrovie dello stato: quali strade possibili?
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Il Punto

Nella campagna per le elezioni regionali di domenica prossima i candidati governatori hanno taciuto sul tema più importante: cosa faranno per adeguare la spesa sanitaria – il grosso della spesa pubblica regionale – ai tagli complessivi di 2,3 miliardi previsti dalla Legge di stabilità.
Bruxelles ha vietato all’Italia l’uso del reverse charge applicato all’Iva quando l’acquirente è un’impresa della grande distribuzione. In effetti, far versare l’Iva in ognuno degli stadi di formazione del valore aggiunto di solito scoraggia l’evasione. Ecco allora un buco di 700 milioni nei conti del governo per il 2015.
E’ morto John Nash, noto come Premio Nobel 1994 per l’economia e per la sua battaglia contro la schizofrenia (raccontata in un libro e in un film, “A beautiful mind”). Ha elaborato il concetto di equilibrio ora usato come base per capire le tante situazioni di interazione strategica nelle scienze sociali.
In Gran Bretagna è già iniziata la campagna per il referendum sulla permanenza del paese nella Ue promesso da Cameron per il 2017. La Brexit (l’uscita dei britannici dall’Unione) comporterebbe un prezzo alto per l’Europa ma prima di tutto un lungo periodo d’incertezza, dannoso soprattutto per gli inglesi.
Un disegno di legge presentato in Senato scimmiotta nel nome il Freedom of information act americano. Vorrebbe aumentare la trasparenza della pubblica amministrazione. Ma in qualche caso (come il divieto di riuso dei dati acquisiti) costituisce un passo indietro. Ben poco a che fare, comunque, con la legge Usa.
Delle 97 fondazioni italiane monitorate da uno studio recente solo sette dichiarano di avere un metodo di valutazione del valore sociale delle loro iniziative. Eppure vari esempi – dagli Stati Uniti al Regno Unito – indicano che valutare il settore non profit si può. E quindi si dovrebbe.
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Dopo sette anni di crisi e di manovre, la spesa pubblica è o non è diminuita? Bisogna vedere bene i numeri. Gli investimenti pubblici sono scesi dal 5 per cento del Pil a circa il 3. La spesa per i dipendenti pubblici e per il back office dei ministeri è poco sopra al livello del 2007. Solo la spesa sociale – per quattro quinti, pensioni – è cresciuta di quattro punti fino al 21 per cento del Pil. Poi, dopo la decisione della Consulta, il dossier pensioni torna sul tavolo del governo. Che vuole consentire di andare in pensione prima ma con meno soldi. La riforma piace a imprese e sindacati ma farebbe crescere la spesa previdenziale. Sulle spalle dei giovani.
Come mettere l’insegnante giusto al posto giusto? Non certo con l’attuale sistema basato sull’illusione che, a parità di punteggio in graduatoria, tutti siano uguali e adatti a qualsiasi posto. La #buonascuola parte dal giusto principio che qualcuno sia responsabile di selezionare. Ma dovrà essere a sua volta valutato. Dopo le polemiche sui test Invalsi, l’Anvur sperimenta sui laureandi più bravi un sistema di valutazione – il Teco – che certifica su base volontaria le capacità trasversali (lettura, problem solving), le competenze richieste dalle imprese. Tanti dettagli da mettere a punto.
Al centro dell’ennesimo scandalo del calcioscommesse, la Lega pro (l’ex Serie C). È il terreno ideale per lo sviluppo di fenomeni malavitosi perché la maggior parte delle società ha i conti disastrati. Ci vogliono una governance migliore e trasparente accanto a sanzioni sportive severissime per chi falsa le partite.
Si cerca di rilanciare il prestito vitalizio ipotecario. Permette a proprietari anziani un finanziamento garantito dalla casa. Dovrebbe contribuire a rilanciare la domanda. Ma le condizioni sono onerose, convenienti per pochi.
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Con il Ddl scuola approvato alla Camera arrivano nuovi poteri per i presidi e anche criteri che ne delimitano parzialmente i poteri. La questione di fondo è se la scuola sia un’azienda (senza scopo di lucro). Studenti e docenti hanno sempre pensato di no. Qualcuno che possa decidere e prendersi le responsabilità ci vuole. Ovunque nel mondo i test Invalsi – da noi boicottati – producono risultati standardizzati che potrebbero aiutare a individuare i problemi della scuola. In Italia i risultati dei test sono migliori nelle classi dove c’è l’aiutino del professore amico. Urge finanziarne una valutazione indipendente di efficacia per ridare loro credibilità.
Più difficile evadere le tasse, pagare in nero, corrompere, rapinare, vivere in clandestinità, gestire prostituzione e droga: il denaro elettronico non è la panacea per questi mali sociali, ma aiuta. E un’indagine dice che il 60 per cento degli italiani lo vede con favore. Il suo utilizzo non deve però essere gravato da costi.
Davvero le donne delle famiglie mafiose hanno assunto un ruolo di potere nelle organizzazioni? Così sostengono molti media ma i dati su denunce, arresti e condanne sembrano per ora descrivere il fenomeno come marginale. Ci sono però cose che i dati non dicono su cui sono utili le ricerche in corso.
Migliorare l’accesso al mercato dei capitali, aumentare la diversificazione delle fonti di finanziamento, incrementare l’efficienza dei mercati: sono ambiziosi gli obiettivi della Commissione europea per l’Unione dei mercati dei capitali. E rimane in sordina il vero nodo controverso, quello di un’unica autorità di vigilanza.
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