Dopo il flop della proposta di assegnare quote di profughi da accogliere a ogni paese Ue, il presidente della Commissione Juncker ci riprova aggiungendo l’opzione di rifiutare a pagamento l’accoglienza. Un prezzo “di mercato” mascherato da sanzione con varie controindicazioni, morali e politiche. Una soluzione non tampone al problema va pur trovata, però.
Fin dall’inizio l’Unione monetaria europea si è basata sull’idea di convergenza tra le politiche e la struttura economica dei paesi membri. La crisi degli ultimi anni ha poi evidenziato le insufficienze di questo processo. Che può ora essere riavviato, completando l’Unione bancaria e finanziaria dell’euro zona.
Eliminare i faldoni stipati negli uffici dei giudici civili e nelle cancellerie è una delle riforme in corso nei palazzi di giustizia. Eppure capita che usare in un processo solo documentazione digitale complichi il lavoro del magistrato. Qualche volta la vecchia carta può integrare il computer in modo efficiente.
Ci risiamo – stavolta con Renzi – con la promessa di abolire le tasse sulla casa. Elettoralmente efficace ma sbagliata in un paese in cui troppi redditi e consumi sfuggono al fisco. Sarebbe bene, anziché sopprimerla, riformare la Tasi rendendola meno pesante per i redditi più bassi.
La nuova ondata di aggregazioni bancarie in arrivo è – come molti ritengono – una buona notizia per i loro azionisti e per il sistema finanziario? No, se si guarda a quanto è successo con le fusioni e acquisizioni europee prima del 2008: le grandi banche non hanno davvero brillato rispetto alle medio-piccole né in borsa né per redditività ed efficienza.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. SAVE THE DATE, dunque, vi aspettiamo!
Categoria: Il Punto Pagina 90 di 150
Anche lasciando da parte il pasticcio agostano del ministro Poletti che ha diffuso – e poi smentito – dati sbagliati sui nuovi assunti, rimane che i numeri sul mercato del lavoro sono una selva intricata, di difficile lettura. Per forza: arrivano da tre fonti diverse e sono pubblicati in modo non sincronizzato. Gli ultimi diffusi dall’Istat dicono però che la tendenza è finalmente positiva. Lo stesso vale per il Pil, in una ripresa più lenta delle precedenti (+0,35 per cento nei primi due trimestri 2015) perché l’accresciuta domanda di consumi e investimenti aziendali è soddisfatta più che in passato da produzione estera (le importazioni) anziché da quella interna. Un po’ è l’inevitabile globalizzazione, un po’ la perdita di competitività di questi anni di crisi.
Sempre tragedie e morti nelle migrazioni dei profughi. Quest’estate hanno toccato – oltre a noi – vari paesi europei. Che hanno reagito ora con responsabilità (in prima fila la Germania) ora con i muri (dall’Ungheria al Regno Unito). Perché prevalga il primo atteggiamento, servono soluzioni – nazionali ma coordinate – che affrontino i tre diversi aspetti della questione: il salvataggio, l’accoglienza, l’integrazione.
Dal 2006, cioè da prima della crisi, langue la domanda di elettricità. Un bene per l’ambiente, molto meno per l’industria. In arrivo una riforma tariffaria che potrebbe rilanciare i consumi domestici di energia, ma solo se le famiglie investiranno abbastanza in nuove apparecchiature per il riscaldamento e per cucinare.
Meglio una descrizione sintetica dei rischi di un prodotto finanziario che un dettagliato prospetto o una serie di possibili scenari. Così rispondono a un’indagine i piccoli investitori italiani. Quando però devono dire come percepiscono il rischio, sbagliano di grosso. Sempre più necessaria l’educazione finanziaria.
A giorni chiudono le urne per l’elezione del leader del Partito laburista britannico. Quattro i candidati in gara: due di linea blairiana, due di sinistra dura e pura. Una Lettera da Londra racconta cosa propongono.
Francesco Vella risponde ai commenti al suo articolo “Il Papa, il popolo, le banche”
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Montagne russe sui mercati finanziari di tutto il mondo, con un’alternanza di giornate nere e rimbalzi. Stavolta l’origine è in Cina, dove i dirigenti di Pechino stanno sperimentando l’introduzione di strumenti di libero mercato nella loro economia. Il tutto accompagnato dal tradizionale dirigismo del regime.
Con un eccesso retorico Barack Obama definisce le sue misure contro il cambiamento climatico come il passo più importante mai compiuto dagli Usa in questa direzione. In realtà si vuole ridurre l’energia generata dal carbone, assecondando cambiamenti già indotti dalla crisi e dalla tecnologia. Bene, comunque, questo piano in vista della prossima conferenza sul clima di Parigi.
Se i voti all’esame di maturità sono stati molto migliori nelle scuole del Sud rispetto a quelle del Centro-Nord, vuol dire che gli studenti delle prime sono più preparati e gli altri più somari? Di sicuro, incrociando i dati con quelli dei test Invalsi e Pisa, saltano fuori rilevanti differenze nel metro di giudizio.
In Italia serve introdurre il salario minimo legale. Ma facciamo che la fissazione del suo livello sia sottratta agli umori della politica. Meglio che il compito sia affidato a una commissione indipendente che tenga conto di vari elementi: dall’effetto disincentivo sulle assunzioni alla sua decurtazione causa tasse e contributi. Comunque utile guardare alla Germania, dove il salario minimo di 8,50 euro all’ora è stato introdotto otto mesi fa. Tra gli effetti certi – sinora – il crollo del numero dei mini-job, i contratti precari tedeschi.
Le politiche del lavoro dei paesi europei nell’ultimo ventennio hanno aumentato la flessibilità sperando che crescesse l’occupazione. Ma ciò non è avvenuto perché la deregulation ha toccato solo qualche settore del mercato del lavoro. Lasciando alcuni super-garantiti e altri nel far west della precarietà.
Un commento di Marcello Esposito a “Droghe leggere: la legalizzazione è un buon affare” di Piero David e Ferdinando Ofria. E la risposta degli autori.
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Nel secondo trimestre 2015 in Italia si consolida la crescita del Pil. Più lenta e graduale che in passato anche perché lo scenario internazionale – seppure positivo – non è favorevole come allora. Per spingere la ripresa urge approvare e attuare speditamente le riforme in cantiere da troppi mesi.
Anche se inaspettatamente è tornata a crescere, la Grecia sta sicuramente peggio di noi. Il nuovo piano di aiuti in approvazione nei parlamenti europei non risolve i problemi del paese, ma almeno ne evita l’insolvenza. Fra tre anni saremo punto e a capo, in attesa del prossimo salvataggio.
A seguito della proposta di 218 parlamentari si parla di legalizzare la cannabis. Anche sulla base del caso del Colorado, tra le conseguenze ci si potrebbe aspettare un risparmio delle spese per reprimere una diminuita criminalità e introiti fiscali per 5-8 miliardi. Difficile da calcolare il possibile aumento del consumo di droghe leggere.
Risparmi, semplificazione, spoil system, digitalizzazione: sono i (soliti) cardini della riforma della pubblica amministrazione presentata dal ministro Madia. Sarà efficace e – come dichiarato – potrà contribuire al contenimento della spesa pubblica? Lo sapremo una volta emanate le tante deleghe legislative previste.
Sul mercato del lavoro l’esperienza conta. Per capirlo si possono studiare le carriere di coppie di giocatori di calcio (di cui domenica comincia il campionato) nati nello stesso anno, uno all’inizio e l’altro alla fine. Dai dati viene fuori che i giocatori con più esperienza hanno maggiori probabilità di giocare in Serie A rispetto ai loro coetanei meno fortunati.
Sono sempre più i laureati in materia scientifiche nei paesi in via di sviluppo. Per quanto la distribuzione geografica non implichi l’eccellenza accademica, dobbiamo stare attenti a non perdere uno dei punti di forza dei paesi ricchi: la migliore istruzione, spesso punto di forza della capacità di un paese di adottare le tecnologie. Importante quindi la valutazione della qualità della ricerca (Vqr) operata dal ministero dell’Università. Una riflessione su come è stata organizzata la Vqr 2004-2010 consente, ora che ne inizia la seconda fase, di avanzare alcune proposte per un suo ridisegno migliorativo.
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Un film già visto alla Rai. Il Cda dell’era renziana mette al governo dell’emittente pubblica un discutibile mix di persone competenti e lottizzati della politica. Il nuovo per avanzare davvero richiede una riforma.
In tanti si chiedono come finanziare il bilancio della Ue. Alcuni pensano di cedere una parte dei proventi Iva, altri vogliono una tassa sulle transazioni finanziarie. Ma forse la fiscalità federale potrebbe cominciare con un prelievo sui redditi d’impresa. Con aliquota minima comune a tutti gli stati.
Sul bilancio del comune di Milano pesano gli impegni per la realizzazione della quarta e quinta linea di metropolitana. Non basta adeguare le tariffe e ridurre i mezzi di superficie, ci sarà da metter mano ai costi. Dall’Europa si potrebbe importare la pratica di gare competitive e affidamenti per piccoli lotti di servizio.
Solo cinque mesi per usare i fondi strutturali europei del ciclo di programmazione 2007-2013 mentre le nostre amministrazioni continuano a far fatica per spendere i soldi a disposizione. Ma se anche tutto andasse liscio, quale sarebbe l’impatto dei fondi sull’economia locale? A conti fatti, zero o poco più.
Viaggia su due binari diversi il diritto societario per le imprese tradizionali e per le Pmi innovative. Queste ultime – stimabili fino a 150 mila – si avvalgono di varie deroghe non sempre chiare e fatte su misura. È venuta l’ora di dare maggiore coerenza e generalità a tutto il diritto d’impresa.
Estate torrida e siccità in Val Padana: soffre l’agricoltura e soffrono i consumatori che pagano il rincaro dei prodotti alimentari. Positiva la gestione dell’emergenza idrica del bacino del Po da parte dell’apposita Cabina di regia, che però funziona con regole di 12 anni fa. Il dilemma è sempre: nuove infrastrutture o imparare a gestire l’emergenza?
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L’operazione che ha portato Italcementi nelle mani del gruppo Heidelberg Cement economicamente non fa una grinza, ma ci ricorda che le nostre aziende – quando si ingrandiscono – spesso diventano prede. Per l’insufficiente sviluppo della borsa, dei fondi comuni, del private equity, cioè di strumenti di proprietà e controllo alternativi a quello familiare.
L’ultima enciclica del Papa critica duramente la finanza che si fa salvare con i soldi dei contribuenti. Francesco ha ragione sui principi. Ma non riconosce che la crisi – poco alla volta – sta obbligando tutti a migliorare le regole per prevenire i crack del futuro.
E’ stato un anno di svolta per i diritti degli omosessuali nel mondo. Lo sarà anche in Italia? Chissà. La legge in discussione in Parlamento ricalca il modello tedesco che non equipara l’unione civile al matrimonio e non concede il diritto ai figli. E rimane lo scoglio della pensione di reversibilità.
A quattro anni dal referendum che ha lasciato il settore idrico nell’incertezza regolatoria, sono ripartiti – piano piano e a macchia di leopardo- gli investimenti nella distribuzione dell’acqua. A Napoli l’esperimento di gestione partecipata non ha migliorato le cose. In Veneto la partnership pubblico-privato ha invece funzionato.
I giovani italiani – specie al Sud – rimangono a lungo parcheggiati senza scopo in università e in impieghi precari. Capita così che un nostro laureato trovi un lavoro stabile solo a 31 anni, mentre un inglese a quell’età si è già fatto dieci anni di esperienza.
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L’impoverimento degli ultimi anni ha fatto tornare di attualità la discussione sul salario minimo. A quale livello fissarlo? Nella delega al Jobs act si parlava di 7 euro orari, i 5 stelle propongono 9 euro. Un confronto internazionale suggerisce come plausibili valori tra i 5 e i 7 euro.
Mentre la borsa di Atene riapre dopo un mese ci stiamo ancora chiedendo chi abbia beneficiato della crisi della Grecia. I dati di import-export indicano che l’elevato indebitamento ha consentito ai greci di comprare i prodotti esportati dai paesi creditori (anche dalla Germania).
Parlando di corruzione gli aneliti di legalità si scontrano con la percezione che il rispetto della legge spesso rappresenta un ostacolo alle attività di cittadini e imprese. Ma è la complessità delle norme a indurre comportamenti opportunistici e inefficienze, svuotando di significato la sbandierata aspirazione alla trasparenza.
Il disegno di legge annuale sulla concorrenza prevede il superamento del regime di “maggior tutela” nel mercato elettrico a partire dal 2018. Un passo importante per rendere più mobile la domanda e favorire lo sviluppo del mercato. Ma vanno rafforzati gli strumenti di protezione dei consumatori.
Vale di più un quadro di Michelangelo o uno di Neri di Bicci? La domanda può far sorridere, ma ai tempi non era così scontata. Uno studio ci spiega cosa determinava il valore di un’opera quando i maestri del ‘500 erano artisti contemporanei.
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Il Financial Times passa nelle mani del gruppo Nikkei, giapponese e globale. Ma l’operazione non è una minaccia alla libertà dell’informazione economica. La nuova proprietà non ha interesse a cambiare la gestione di un giornale che ha prestigio e macina utili. Anche perché con un Ft addomesticato verrebbero fuori nuovi e affamati cani da guardia dell’informazione.
La riforma della scuola approvata dal Parlamento prevede l’assunzione in ruolo di molti insegnanti precari. Quanti esattamente? Dal vortice di cifre si può stimare un totale – in tre fasi – di quasi 103 mila neo-docenti. Con un numero complessivo di aspiranti non lontano da 800mila persone, molte delle quali saranno forse precarie per sempre.
Nei lavori delle commissioni che da un anno stanno predisponendo la riforma del pubblico impiego, si è parlato di pesare il voto di laurea nei concorsi statali. L’emendamento è poi scomparso perché ne era uscita una proposta pasticciata. Sprecata l’occasione di aggiungere un elemento di ragionevole meritocrazia.
Tsipras ottiene il sì del Parlamento di Atene agli amari bocconi di tagli di bilancio e riforme a lungo osteggiate. Intanto sono alle porte le scadenze dei debiti di agosto (5 miliardi), mentre le prospettive dell’economia greca per il 2016 si fanno ancora più fosche. Urge un nuovo programma di aiuti.
Appena nate, le dieci città metropolitane (che hanno sostituito altrettante province) si trovano già a fare i conti con l’assenza di risorse, cioè con l’impossibilità di svolgere il ruolo loro assegnato per legge. Per reperire i fondi, c’è un’alternativa: nuove tasse locali, per esempio sui diritti d’imbarco aeroportuali e portuali.
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Il premier Renzi annuncia 45 miliardi di tasse in meno per i prossimi tre anni. Se con le tasse scenderà anche la spesa, la riduzione del carico fiscale sarà sostenibile. Se no, sarà solo un tentativo di recuperare consenso. Si comincerà dalla tassa sulla prima casa, la più odiata da molti italiani ma anche la base dell’autonomia fiscale dei comuni. In ogni caso studi recenti indicano che, se ben congegnato (cioè aumentando in parallelo le aliquote sulle seconde case), il taglio delle tasse sull’abitazione principale può aiutare l’economia.
Si fa presto a dire, come fa Tsipras, “i soldi sono andati alle banche e non al popolo greco”. In realtà – piaccia o no – gli istituti di credito ellenici non hanno investito in titoli tossici o derivati. Hanno invece finanziato imprese e famiglie e raccolto i risparmi dei cittadini meno abbienti, quelli che non portano il denaro all’estero.
È scomparso dai decreti attuativi del Jobs act il salario minimo per i lavoratori non coperti da un contratto collettivo. Si spreca così l’occasione per introdurre uno strumento di equità nel rapporto lavoratori-imprese.
Se gli investitori stranieri stanno alla larga dall’Italia è perché qualsiasi controversia davanti a un tribunale civile comporta tempi biblici. E anche la scorciatoia dell’arbitrato è frenata da limiti che, seguendo le indicazioni della commissione Onu-Wto che se ne occupa, si potrebbero superare. Ad esempio, dando agli arbitri più potere di disporre sequestri cautelativi e rendendo meno facilmente impugnabili le loro sentenze.
Mentre la Ue trova l’accordo per distribuire 35 mila profughi, comuni e regioni cercano di limitare lo squilibrio a favore degli extracomunitari nella concessione degli alloggi pubblici in affitto. Lo fanno con un pre-requisito di un numero minimo di anni di residenza nel territorio. Non basta, perché i poveri stranieri sono quasi sempre più indigenti dei poveri italiani.
Diego Valiante risponde ai commenti al suo intervento Grecia: parola d’ordine “ricapitalizzare”
Code ai bancomat e fughe di capitali, crediti deteriorati per il 40 per cento del totale e casse piene di titoli pubblici spazzatura: le banche greche sono in ginocchio. Per ricapitalizzarle arriveranno tra 10 e 25 miliardi del piano di salvataggio attraverso l’Esm (European stability mechanism). Il recupero di stabilità del sistema creditizio non è un regalo alle banche ma un sostegno al ritorno del bene più prezioso per la Grecia di oggi, la fiducia. Su questi temi un nuovo intervento nel confronto che abbiamo aperto.
La relazione annuale dell’Inps contiene cinque proposte di riforma. Una riguarda il funzionamento dell’Istituto, quattro i lavoratori anziani nel mercato del lavoro. Reti di protezione per gli over 55 servono, eccome, se non si trasformano in un incentivo a espellerli dalle imprese.
È pronto il nuovo disegno dei collegi elettorali previsti dall’Italicum. Il governo può modificarlo prima dell’emanazione del decreto legislativo compiendo magari – come purtroppo succede – qualche forzatura. Speriamo di no, perché il lavoro fatto dai tecnici ubbidisce a una varietà di criteri sufficientemente neutri.
Si chiamano “margin loan” i principali responsabili della bolla del mercato azionario cinese che ha cominciato a sgonfiarsi dopo dodici mesi di Toro. Sono acquisti a leva, prendendo a prestito liquidità garantita con depositi o con azioni. Della bolla c’è però anche una possibile spiegazione politica …
Crescono criminalità informatica e hackeraggi e si affinano le misure di protezione. Riconoscimento facciale, lettura delle impronte e del tracciato cardiaco, scansione vocale, identificazione dell’occhio e persino dell’orecchio sostituiranno le password. Qui il futuro – non troppo lontano – è biometrico.