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Categoria: Il Punto Pagina 92 di 150

Il Punto

Per ogni 100 mila residenti in Veneto ci sono 50 stranieri ospitati nei centri di accoglienza. Come in Valle d’Aosta. In Lombardia si sale a 60, in Liguria a 80. Con numeri due o tre volte più grandi in varie regioni del Centro-Sud e in Friuli-Venezia Giulia. Eppure dai governatori Zaia, Rollandin, Maroni e Toti sono arrivati quattro secchi no all’accoglienza di nuovi profughi e immigrati. Davvero a casa loro (nostra) non c’è più posto?
I dati delle ultime amministrative mostrano che tanti italiani, delusi dalla politica, decidono di non votare. Ma a eleggere sindaco e consiglieri comunali vanno più persone di quelle che votano alle elezioni regionali. Sono le regioni, non i comuni, a essere percepite come lontane dai cittadini.
Approvata dalla Camera all’unanimità, la class action all’italiana è fortemente contestata dalle imprese. Al Senato si può correggerne alcune disposizioni sbagliate. Per evitare una proliferazione delle cause, si dovrebbe assegnare la guida della strategia processuale non a chi ha promosso la causa ma a qualcuno che garantisca di rappresentare l’interesse collettivo.
I bilanci delle banche italiane sono appesantiti da 350 miliardi di crediti deteriorati. L’idea di una bad bank con garanzie pubbliche è avversata dall’opinione pubblica (ostile verso nuovi salvataggi) e da Bruxelles che vieta gli aiuti di stato. Ma analoghe operazioni di risanamento sono state fatte dai grandi paesi Ue. Con il contributo degli hedge fund.
Una più alta inflazione attesa per domani – dice la teoria – farebbe salire gli acquisti di beni durevoli già oggi. In effetti pare sia andata così con l’annuncio dell’aumento dell’Iva nella Germania del 2005-2007. L’inghippo però funziona solo se insieme si diminuiscono le imposte sui redditi. Altrimenti, Iva più alta vuol dire solo recessione.
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Il Punto

Migliorano i numeri di occupazione e disoccupazione. Bene, ma vanno letti con cautela. Quando – come è accaduto nei primi mesi del 2015 – l’occupazione cresce più del Pil, vuol dire che sta scendendo il prodotto per addetto. E una produttività del lavoro in calo è di solito sintomo di crescita poco duratura.
Con una sentenza il tribunale di Milano ha messo fuorilegge Uberpop. Per la gioia dei tassisti che hanno pagato cara la licenza. E con buona pace dei principi di concorrenza e di garanzia di accesso a un servizio pubblico per i consumatori. Eppure le soluzioni per venire incontro agli interessi di tutti ci sono.
In giugno i presidenti delle cinque maggiori istituzioni europee presenteranno un documento su come riformare e rafforzare la Ue. Urge trovare forme flessibili di convivenza tra i paesi dell’Eurozona e quelli che vedono l’Europa solo come un mercato unico. Il rischio è che si deleghi tutto a una Bce che tutto non può fare. Chissà se questo documento includerà anche la proposta di creare un ammortizzatore sociale europeo. Una vecchia idea di cui si parla in questi giorni a Bruxelles. Di nuovo in auge per l’incapacità di alcuni governi nazionali di stabilizzare i redditi durante la crisi.
Ancor più della disuguaglianza dei redditi, frena lo sviluppo delle società la disuguaglianza della ricchezza. Anche di questi temi si è parlato al Festival dell’Economia, appena concluso, dedicato alla “Mobilità sociale”. Misurare bene l’entità e l’evoluzione della disuguaglianza è però difficile e richiede sforzi e denari pubblici.
Rimane alta l’evasione fiscale sugli affitti delle case. Per ricuperare gettito e (forse) equità si potrebbe ripensare la tassazione di tutti gli immobili d’abitazione attribuendogli un certo rendimento minimo e tassando l’extra-reddito presunto e il guadagno in conto capitale.
Un commento di Marco Causi e Antonio Misiani, deputati del Pd, all’articolo di Raffaele Lungarella “Prestito vitalizio ipotecario: perché lo chiedono in pochi”. E una replica dell’autore.
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Il Punto

Dalla relazione annuale di Banca d’Italia viene fuori che il bonus di 80 euro in busta paga sarebbe stato speso al 90 per cento dalle famiglie. Secondo altri studi, invece, l’impatto sui consumi è trascurabile: un flop. Di chi fidarsi? Teoria, fonti dei dati e buon senso suggeriscono come più credibili le stime di via Nazionale. In effetti, una cosa che manca in Italia è una cultura di rigorosa valutazione degli effetti delle politiche. Soprattutto a causa delle resistenze della pubblica amministrazione. Sarebbe ora di cominciare. Magari partendo da come si impiegano i fondi europei per la coesione territoriale.
Spesso parliamo di “medie”: la classe media, il reddito medio… In realtà nella società di internet “La media non conta più”, come recita il titolo di un libro del blogger americano Tyler Cowen. Ciò che conta è se ci si colloca sopra o sotto di essa. Sono le nuove tecnologie a offrire a pochi di diventare molto ricchi o, più spesso, molto poveri. La sfida è trovare il modo di ridurre le disuguaglianze. Di questi temi si discute a Trento al Festival dell’Economia.
Anche per quest’anno il contribuente può devolvere il 2 per mille dell’Irpef a un partito politico. L’anno scorso sono arrivate solo 16.500 donazioni per 325 mila euro totali. Non stupisce. Però è una brutta notizia per la democrazia perché la politica si rivolgerà ai grandi finanziatori, donatori non disinteressati.
Addio vecchio cd! Dal 2000 sempre più persone al mondo scaricano musica dalla rete. Gratis e legalmente. Bene per i consumatori. Bene anche per l’ambiente senza più plastica e carta da produrre e riciclare? No, il cambiamento – rivela uno studio – dal punto di vista ambientale è suppergiù alla pari.
Mario Sebastiani commenta l’articolo di Paolo Beria e Andrea Boitani “Privatizzare le Ferrovie dello stato: quali strade possibili?
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Il Punto

Nella campagna per le elezioni regionali di domenica prossima i candidati governatori hanno taciuto sul tema più importante: cosa faranno per adeguare la spesa sanitaria – il grosso della spesa pubblica regionale – ai tagli complessivi di 2,3 miliardi previsti dalla Legge di stabilità.
Bruxelles ha vietato all’Italia l’uso del reverse charge applicato all’Iva quando l’acquirente è un’impresa della grande distribuzione. In effetti, far versare l’Iva in ognuno degli stadi di formazione del valore aggiunto di solito scoraggia l’evasione. Ecco allora un buco di 700 milioni nei conti del governo per il 2015.
E’ morto John Nash, noto come Premio Nobel 1994 per l’economia e per la sua battaglia contro la schizofrenia (raccontata in un libro e in un film, “A beautiful mind”). Ha elaborato il concetto di equilibrio ora usato come base per capire le tante situazioni di interazione strategica nelle scienze sociali.
In Gran Bretagna è già iniziata la campagna per il referendum sulla permanenza del paese nella Ue promesso da Cameron per il 2017. La Brexit (l’uscita dei britannici dall’Unione) comporterebbe un prezzo alto per l’Europa ma prima di tutto un lungo periodo d’incertezza, dannoso soprattutto per gli inglesi.
Un disegno di legge presentato in Senato scimmiotta nel nome il Freedom of information act americano. Vorrebbe aumentare la trasparenza della pubblica amministrazione. Ma in qualche caso (come il divieto di riuso dei dati acquisiti) costituisce un passo indietro. Ben poco a che fare, comunque, con la legge Usa.
Delle 97 fondazioni italiane monitorate da uno studio recente solo sette dichiarano di avere un metodo di valutazione del valore sociale delle loro iniziative. Eppure vari esempi – dagli Stati Uniti al Regno Unito – indicano che valutare il settore non profit si può. E quindi si dovrebbe.
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Il Punto

Dopo sette anni di crisi e di manovre, la spesa pubblica è o non è diminuita? Bisogna vedere bene i numeri. Gli investimenti pubblici sono scesi dal 5 per cento del Pil a circa il 3. La spesa per i dipendenti pubblici e per il back office dei ministeri è poco sopra al livello del 2007. Solo la spesa sociale – per quattro quinti, pensioni – è cresciuta di quattro punti fino al 21 per cento del Pil. Poi, dopo la decisione della Consulta, il dossier pensioni torna sul tavolo del governo. Che vuole consentire di andare in pensione prima ma con meno soldi. La riforma piace a imprese e sindacati ma farebbe crescere la spesa previdenziale. Sulle spalle dei giovani.
Come mettere l’insegnante giusto al posto giusto? Non certo con l’attuale sistema basato sull’illusione che, a parità di punteggio in graduatoria, tutti siano uguali e adatti a qualsiasi posto. La #buonascuola parte dal giusto principio che qualcuno sia responsabile di selezionare. Ma dovrà essere a sua volta valutato. Dopo le polemiche sui test Invalsi, l’Anvur sperimenta sui laureandi più bravi un sistema di valutazione – il Teco – che certifica su base volontaria le capacità trasversali (lettura, problem solving), le competenze richieste dalle imprese. Tanti dettagli da mettere a punto.
Al centro dell’ennesimo scandalo del calcioscommesse, la Lega pro (l’ex Serie C). È il terreno ideale per lo sviluppo di fenomeni malavitosi perché la maggior parte delle società ha i conti disastrati. Ci vogliono una governance migliore e trasparente accanto a sanzioni sportive severissime per chi falsa le partite.
Si cerca di rilanciare il prestito vitalizio ipotecario. Permette a proprietari anziani un finanziamento garantito dalla casa. Dovrebbe contribuire a rilanciare la domanda. Ma le condizioni sono onerose, convenienti per pochi.
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Il Punto

Con il Ddl scuola approvato alla Camera arrivano nuovi poteri per i presidi e anche criteri che ne delimitano parzialmente i poteri. La questione di fondo è se la scuola sia un’azienda (senza scopo di lucro). Studenti e docenti hanno sempre pensato di no. Qualcuno che possa decidere e prendersi le responsabilità ci vuole. Ovunque nel mondo i test Invalsi – da noi boicottati – producono risultati standardizzati che potrebbero aiutare a individuare i problemi della scuola. In Italia i risultati dei test sono migliori nelle classi dove c’è l’aiutino del professore amico. Urge finanziarne una valutazione indipendente di efficacia per ridare loro credibilità.
Più difficile evadere le tasse, pagare in nero, corrompere, rapinare, vivere in clandestinità, gestire prostituzione e droga: il denaro elettronico non è la panacea per questi mali sociali, ma aiuta. E un’indagine dice che il 60 per cento degli italiani lo vede con favore. Il suo utilizzo non deve però essere gravato da costi.
Davvero le donne delle famiglie mafiose hanno assunto un ruolo di potere nelle organizzazioni? Così sostengono molti media ma i dati su denunce, arresti e condanne sembrano per ora descrivere il fenomeno come marginale. Ci sono però cose che i dati non dicono su cui sono utili le ricerche in corso.
Migliorare l’accesso al mercato dei capitali, aumentare la diversificazione delle fonti di finanziamento, incrementare l’efficienza dei mercati: sono ambiziosi gli obiettivi della Commissione europea per l’Unione dei mercati dei capitali. E rimane in sordina il vero nodo controverso, quello di un’unica autorità di vigilanza.
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Enel – pare – contribuirà allo sviluppo della rete in fibra di banda ultra-larga in tutto il paese. Un progetto con una sua logica se realizzato in sinergia con Telecom Italia e altre società di Tlc. La concorrenza tra operatori ipotizzata dal governo ha invece in questo ambito poco senso.
Nella nuova politica Ue dell’immigrazione, grande enfasi politica accompagnata però a piccoli progressi e impegni inadeguati e riluttanti. Se i governi europei vogliono farsi carico di rifugiati e richiedenti asilo in modo cooperativo, serve altro. Come canali d’ingresso sicuri e misure di rapido reinsediamento.
Il Pil italiano è tornato alla crescita nel primo trimestre 2015 con un +0,3 per cento. Prima volta dal 2011. Mancano però ancora nove punti rispetto ai livelli di sette anni fa. Vedere il grafico per credere. Nei prossimi mesi la crescita europea beneficerà anche dei risultati reali del Quantitative easing della Bce iniziato in marzo. Per ora, giù il cambio euro-dollaro e i tassi d’interesse e su la fiducia, ingrediente essenziale dello sviluppo. In Grecia, invece, si continua a navigare a vista. Qualche miglioramento di cassa nei conti pubblici si scontra con la mancanza di liquidità per obblighi di pagamento interni (stipendi pubblici, pensioni, sanità) e rimborso del debito estero. Si preannuncia un’estate molto calda sotto il Partenone.
La recente riforma smuoverà le acque negli assetti paludosi delle banche popolari. C’è da rafforzare la capacità loro e delle altre banche locali legate al territorio nel mantenere attivi i flussi di credito a imprese e famiglie. Ma anche da ricondurre le più grandi di queste – oggi potentati incontrollabili – a normali logiche economico-finanziarie.
È positivo sentirsi sicuri di sé. Ma senza esagerare. L’eccessiva fiducia nelle proprie capacità espone a una pericolosa sottovalutazione dei rischi. Lo si vede nello sci-alpinismo, con conseguenti tragedie. Da uno studio su questo sport, alcune considerazioni utili per la vita di tutti i giorni, privata e professionale.
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Il Punto

L’annullamento da parte della Consulta della deindicizzazione delle pensioni più alte del 2011 è una bomba a orologeria nei conti pubblici. È anche irragionevole perché con la sua decisione discrimina tra pensionati di oggi – meritevoli di tutela – e lavoratori pubblici e pensionati di domani che invece, secondo l’Alta corte, evidentemente non lo sono. Si parla (lo abbiamo fatto anche su questo sito) di reversibilità della pensione anche per le unioni civili. Ci sarebbero una più ampia platea di aventi diritto e più basse prestazioni, con marginali effetti sui conti pubblici. Meglio se entità e destinazione della reversibilità fossero una scelta, non un obbligo di legge.
Che cosa succederà con l’Italicum? Certo non la fine della democrazia. Molto fermento invece nel sistema politico con partiti che si organizzeranno in modo da trarre vantaggio (o minor danno) dalle nuove regole su preferenze, capilista bloccati, candidature multiple, eventuale ballottaggio. Qualche lezione sulle logiche del maggioritario si può trarre dall’esito delle elezioni britanniche. Dove Cameron cannibalizza i suoi alleati lib-dem ed esce vincente con uno striminzito +0,7 per cento di voti in più. Mentre i laburisti guadagnano suffragi ma sono sconfitti dal boom dello Scottish national party. Con tutta probabilità, addio Regno “Unito”.
Anche grazie al Quantitative easing della Bce, i mercati azionari europei ritornano ai livelli pre-crisi. Il rischio è che i piccoli investitori entrino tardi nelle borse, comprando a prezzi troppo alti e rimanendo delusi. Una più diffusa educazione finanziaria ridurrebbe gli errori dei risparmiatori.
Questa volta l’Italia in testa a una classifica! Siamo tra i paesi con più parti cesarei: quasi il 40 per cento del totale, con punte del 60 per cento al Sud. Un costo per il Servizio sanitario, uno spreco nella maggior parte dei casi. Il modo per ridurre questi numeri alla normalità ci sarebbe. Lo insegnano piccoli e grandi casi di successo, a Castellammare di Stabia e in Lombardia.
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Nel Regno Unito la buona salute dell’economia e la straripante affermazione dei separatisti scozzesi confermano Cameron e asfaltano le speranze dei laburisti. Utile comunque riflettere sul bipartitismo britannico, che esce comunque azzoppato, come già nel 2010. In Italia dal luglio 2016 avremo un nuovo sistema elettorale, l’Italicum. Che farà uscire un vincitore chiaro dalle elezioni. A patto che la riforma del Senato superi il lungo e impervio iter previsto dalla Costituzione.
Non si usano più i tagli lineari stile Tremonti per ridurre le risorse di 900 milioni di euro alle ex province e alle regioni a statuto ordinario. Si guarda invece alla differenza tra capacità fiscale e spesa standardizzata di ogni ente. Il rischio è comunque quello di penalizzare gli enti locali virtuosi.
Con lo “Sblocca Italia” il governo proroga generosamente le concessioni autostradali per tutti (e fino a 31 anni per l’Autobrennero!). Meglio tenere a mente che le concessioni autostradali di norma (europea) non dovrebbero superare i cinque anni.
L’analisi dei dettagli del nuovo disegno di legge sul mercato della prostituzione mette in luce che creare e fare funzionare un mercato non è cosa ovvia. Troppi – e umilianti – adempimenti burocratici sarebbero di freno all’affermarsi della legalità contro lo sfruttamento criminale di oggi. In ballo 900 milioni di potenziali tasse che lo stato potrebbe incassare.
Parità di genere e valorizzazione delle diversità, due principi che le norme europee sulla corporate governance vorrebbero vedere applicati. Sembrano in contrasto, ma possono essere strumenti complementari per una più completa affermazione delle donne nel mondo aziendale.
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Il Punto

La decisione della Consulta sull’adeguamento delle pensioni farà salire la spesa pubblica di oltre 8 miliardi. Più difficile per il governo evitare lo scatto degli aumenti di accise e Iva già previsti per il 2016. Torna così in auge il ricorso ai costi standard per tagliare la spesa degli enti locali. Con seri problemi di attuazione.
L’Expo di Milano è partito. Nonostante i “no” a prescindere e le devastazioni. Nonostante gli inviti (anche di questo sito) a spendere diversamente i soldi pubblici. Ora che c’è, l’importante è che tutto sia fatto per bene. È il Pil dell’Italia che deve salire, non solo il reddito dei fortunati e bravi coinvolti nella manifestazione.
Mentre il mondo della scuola va in piazza per difendere quel che c’è, accendiamo un faro su un tema di cui si parla poco: le assenze dei docenti e la loro correlazione con i tassi di abbandono scolastico. E ciò avviene più al Sud che al Nord. Se la scuola non funziona, si ingessa la struttura sociale. I dati dicono che nelle province italiane in cui manca la mobilità sociale vengono meno anche reddito, scolarizzazione e posti di lavoro. “Mobilità sociale” è il tema di quest’anno del Festival dell’Economia di Trento dal 29 maggio al 2 giugno. Con eventi organizzati da lavoce.info.
Con i decreti attuativi della delega fiscale migliora la possibilità di definire in anticipo gli aspetti di natura fiscale e legale dell’attività delle multinazionali. Una maggiore certezza nei rapporti impresa-erario serve ad attrarre capitali esteri ma anche a far sì che le multinazionali paghino un giusto ammontare di tasse.
I derivati usati dal Tesoro non sono diavolerie ma strumenti per la copertura dei rischi finanziari. Su cui si sono finora persi tanti soldi (1,5 miliardi all’anno tra il 2007 e il 2013). Il loro uso e – soprattutto – la loro modalità di registrazione nel bilancio dello stato devono diventare più trasparenti.
Massimo Baldini e Ugo Trivellato rispondono ai commenti al loro articolo “Perché puntare sul reddito di inclusione sociale
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