L’8 marzo è il giorno dell’anno in cui si registra la persistenza del divario di genere in Italia. Ma stavolta qualcosa si muove. Nei primi decreti del Jobs act migliorano le regole per i genitori che lavorano e nasce una norma a favore delle vittime di violenza di genere. La legge sulle quote rosa ha iniziato a scalfire il soffitto di cristallo che tiene le donne fuori dalle stanze dei bottoni. E così la rappresentanza femminile nei ruoli di vertice delle società quotate e a controllo pubblico è ora al 23 per cento. In un Dossier gli interventi più recenti sui temi di genere. L’8 marzo viene anche per donne e uomini stranieri in Italia. Nella varietà della composizione per genere dei loro gruppi nazionali, la componente femminile sfiora l’80 per cento per l’Ucraina e scende sotto al 30 per l’Egitto. Come leggere questi numeri e quali novità implicano sul lavoro e nelle famiglie. Qualcosa si muove anche nei carichi di lavoro familiare. Anche se il “modello scandinavo” è per ora lontano anni luce, i nuovi padri dedicano tempo ed energie ai figli e al lavoro domestico quanto le mamme tradizionali. Le politiche per la famiglia possono dare un contributo.
Lunedì 9 marzo parte il Quantitative easing della Bce, il cui effetto positivo si è già in parte tradotto in tassi più bassi sui mercati. Vediamo come funziona la cinghia di trasmissione tra tassi e consumi, il possibile danno collaterale di una bolla speculativa, il “fattore Piketty” e ciò che potrebbe andare storto.
Siamo il fanalino di coda, tra i grandi paesi europei, nel numero di laureati. E con la crisi le iscrizioni all’università sono diminuite. Soprattutto di studenti meridionali. Vediamo i dati e la loro analisi.
Categoria: Il Punto Pagina 92 di 147
Sembra ripartire una stagione di privatizzazioni. Da Ferrovie a Poste italiane, da Enel alle società del capitalismo municipale come A2a, qualcosa si muove. Un po’ per far spazio al mercato. Ma c’è anche l’impegno del governo con la Ue a incassare annualmente lo 0,7 per cento del Pil nel 2014-17 dalla vendita di asset pubblici. Nel frattempo si fatica a capire il senso economico dell’offerta di Mediaset su Rai way, controllata dalla Rai al 65 per cento e soggetta a regole che ne impediscono il passaggio in mano privata.
Causa colpevoli ritardi e incidenti di percorso (la cosiddetta norma salva-Berlusconi sui reati tributari), il governo avrà altri sei mesi di tempo per l’attuazione della delega per la riforma fiscale. Finora si è proceduto in ordine sparso, con l’emanazione di tre decreti e qualche misura inserita nella legge di Stabilità. Parlando di fisco, nessuno dubita che ci sia da razionalizzare la progressività dell’Irpef. Un modo è quello di ridurre le detrazioni familiari per chi ha redditi bassi, dandogli in cambio un trasferimento basato sulla prova della loro indigenza.
Ora che la Commissione europea ha messo nero su bianco i margini di flessibilità verso gli stati Ue in recessione, è ancora più importante valutare con precisione il potenziale di crescita di un paese. Ecco le istruzioni per la stima dell’output gap da cui tanto dipende il giudizio della Ue sui nostri conti pubblici. Convince poco il piano Juncker di investimenti per l’Europa. Con ottimismo si spera di trasformare i 21 miliardi messi a disposizione da Ue e Bei in 315 miliardi di investimenti. Ma è dubbio che i beneficiari possano essere i paesi in crisi e non quelli con i conti pubblici più in ordine.
Un nuovo ingresso in redazione: Vincenzo Galasso che i lettori de lavoce.info già conoscono attraverso numerosi suoi interventi. A Vincenzo, che ci darà un contributo originale e di alto livello soprattutto nell’area dei sistemi pensionistici, un caloroso benvenuto.
Opa sulle torri Rai e Rcs libri in Mondadori: due operazioni industriali targate Mediaset che, se attuate, ridurrebbero la concorrenza e il pluralismo nell’informazione e nella cultura. Rischi forse evitabili. Tenendo gli utilizzatori del segnale Tv (Rai e Mediaset) fuori dal capitale della società che gestisce la rete. E imponendo a Rcs e Mondadori di sfrondare i loro bouquet di case editrici.
L’estensione a giugno del prestito europeo alla Grecia porta sollievo ma anche nuovi dilemmi al governo Tsipras. Per marzo in arrivo pressanti scadenze finanziarie rese più drammatiche dal pessimo andamento delle entrate tra fine 2014 e inizio 2015. Lo spettro di conti pubblici greci di nuovo fuori controllo.
Ora che parte il Quantitative easing all’europea, la riforma dell’azionariato della Banca d’Italia del 2013 rischia di avere conseguenze destabilizzanti. Un vero grattacapo per il governatore Ignazio Visco. Vediamo perché.
Abbiamo raccolto in un nuovo Dossier il confronto tra diversi autori sul Jobs act pubblicato su lavoce.info. In più, un commento di Ugo Trivellato a “Il contratto a tutele crescenti è legge. È una buona notizia?” di Pietro Garibaldi e a ”La povertà continua a non essere in agenda” di Chiara Saraceno. Ci chiediamo anche come evitare che i precari di oggi diventino pensionati precari domani. Una risposta può essere il rilancio della previdenza complementare alimentata dal Tfr con incentivi ad hoc.
Il disegno di legge sulla concorrenza tocca notai, avvocati e farmacisti ma lascia ampia discrezionalità agli ordini professionali. Solo un piccolo passo avanti, almeno da approvare presto.
La redazione festeggia la nascita del figlio dell’amico e collega Gilberto Turati e di Serena. Benvenuto Filippo!
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Proposta per la prima volta sulle pagine de lavoce.info, l’idea del contratto a tutele crescenti è diventata legge dello stato. L’efficacia della riforma sarà misurata in termini di riduzione della precarietà. Un risultato non scontato, su cui pesano alcuni errori d’impostazione. Il Jobs act -da completare nei prossimi mesi- mira anche a far emergere le finte partite Iva e i contratti a progetto che ingrossano le fila del precariato. Facciamo i conti per scoprire quali e quanti sono i collaboratori che potranno diventare subordinati. Anche ricorrendo in tribunale.
Sette le aree toccate dal Disegno di legge sulla concorrenza: assicurazioni, comunicazioni, poste, energia, banche, professioni e salute. Provvedimenti specifici e necessari per modernizzare l’Italia. Esclusi ingiustamente taxi, farmacie, servizi pubblici locali e ferrovie. Mentre le categorie colpite torneranno alla carica in Parlamento.
A che punto sono le riforme istituzionali? Con l’approvazione dell’Italicum, nuova legge elettorale per la Camera, andrà in soffitta -senza rimpianti- il Porcellum. Ma la partita della riforma del Senato è ancora tutta da giocare. Sarà una procedura di modifica costituzionale lunga e complessa.
Da Bruxelles arriva un test di realtà per la Grecia, per il neo-premier Tsipras e per i suoi elettori. Il minimo di flessibilità ottenuta richiede di fare comunque le impopolari riforme richieste.
Il rischio di nuove crisi “di sistema” accresce i livelli di capitale che le banche dovrebbero tenere a riserva. Da calcoli fatti alla New York university si scopre che alcune grandi banche europee (anche italiane) sono molto esposte a questo tipo di rischio. Risultati molto diversi da quelli usciti dagli stress test della Bce.
Tra pochi giorni parte il Quantitative easing, la nuova strategia della Bce per aiutare la crescita. Vediamo la catena di effetti sull’economia italiana. Il Pil potrebbe salire dello 0,4 per cento già quest’anno.
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Ecco perché conviene sia alla Grecia sia al resto dei paesi euro arrivare a un accordo.
Dopo un anno di governo Renzi, tiriamo qualche somma. Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme, il nostro monitor dell’avanzamento dei vari provvedimenti. E verifichiamo a che punto è la rottamazione, l’idea del premier di mandare a casa i “mandarini” a capo dei ministeri. Su 118 posizioni che abbiamo censito, dai capi di gabinetto in giù, quattro quinti ricoprivano gli stessi o analoghi ruoli col precedente governo.
Mentre la Lega Nord di Salvini vuole darsi un profilo nazionale, in Lombardia si farà un referendum voluto dal governatore Maroni per chiedere ai cittadini se vogliono la regione un pochino più autonoma. Inutile e costoso. Anche con l’appoggio dei 5 Stelle.
La possibilità che l’Isis utilizzi gli sbarchi sulle nostre coste per fini terroristici è drammatizzata da una campagna mediatica ansiogena. Eppure qualcosa è cambiato da quando l’operazione Triton ha rimpiazzato la Mare nostrum. Bene ragionare pragmaticamente sulle possibili soluzioni a un grave problema.
Al via i primi decreti legislativi in attuazione della delega del Jobs act. Uno di questi regolamenta il lavoro a tempo indeterminato garantendo tutele crescenti con l’anzianità. La bozza che entra in Consiglio dei ministri è però incentrata sui licenziamenti.
Si fa presto a dire che il sistema pensionistico è diventato contributivo. In realtà la Gestione separata Inps non rispetta questo criterio su almeno tre punti. Generando sfiducia nei cittadini.
Ci sono capi azienda che guadagnano 80 volte di più dei loro impiegati. E ci sono amministratori indipendenti e sindaci di società che percepiscono compensi molto contenuti. Troppo modesti per remunerare un lavoro ben fatto e con responsabilità delicate.
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Con la proroga della delega fiscale si allunga di sei mesi il tempo richiesto dal governo per migliorare i tanti aspetti del fisco italiano che non funzionano. Uno di questi è la giustizia tributaria, amministrata da magistrati part time e mal pagati nei primi due gradi di giudizio e da giudici ben pagati ma sommersi da montagne di procedimenti in Cassazione. Non è così che si attraggono gli investimenti esteri.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, la crisi greca ha messo completamente a nudo la fragilità dell’euro e della Bce. Ridando fiato a nazionalismi e localismi. Responsabilità di una classe dirigente europea miope che non dà all’Unione sovranità e legittimazione. Un nuovo articolo che si aggiunge al nostro Dossier Grecia.
Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: il Jobs act.
Sappiamo dai giornali i nomi della “lista Falciani”, quelli con il conto in Svizzera alla banca Hsbc. Sulla loro utilizzabilità per il fisco si scontrano due esigenze: il diritto individuale alla riservatezza (violato dall’acquisizione illecita dei dati) con il diritto-dovere degli stati di combattere l’evasione fiscale. E così commissioni tributarie provinciali e tribunali si dividono.
Prostituzione confinata nelle zone a luci rosse o no? Al sindaco Marino l’idea piace ma l’opinione pubblica è divisa. Esaminiamo pro e contro di questa soluzione. Obiettivo: arginare degrado urbano e degrado umano.
Crescono le maxi-truffe alle assicurazioni. Il governo dovrebbe rendere le norme sul risarcimento dei sinistri più efficienti e meno discrezionali. Le compagnie, però, dovrebbero fornire più dati sul loro operato, diventare trasparenti e competitive. Altrimenti alla fine il conto continuano a pagarlo gli assicurati onesti.
Mentre infuria lo scontro tra governo e banche popolari, che mal digeriscono il progetto di riforma della loro governance, riproponiamo “Banche popolari, la fine di un’era.
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Nell’ultimo scorcio del 2014 l’Europa ha rafforzato la crescita, spinta dal petrolio e dal cambio. Non tutti in Europa veramente: Germania e Spagna corrono, Francia e Italia stagnano. In Italia urge che la politica aiuti la crescita a cominciare dalla rapida approvazione della delega fiscale.
Cala in Italia la natalità delle imprese. Le start up sono più che in passato società di capitali, anche grazie all’istituzione della Srl semplificata. Ma sono più piccole, con bilanci traballanti e solo raramente si trasformano da microimprese da una manciata di addetti a Pmi.
La riforma fiscale serve anche a togliere alibi agli evasori. C’è chi nasconde i soldi in Svizzera e c’è chi paga le tasse. Per l’80 per cento si tratta di redditi sotto 30 mila euro. Chi non può o non riesce a nascondersi all’erario soffre un’iniqua pressione fiscale al 47,8 per cento dell’imponibile.
Lo ha stabilito la Consulta: la tassa sui profitti delle imprese energetiche -la Robin tax introdotta da Giulio Tremonti nel 2008 – non è costituzionale. Ecco le motivazioni della sentenza (ora corrette ora bizzarre) e le sue implicazioni.
Con inflazione a due cifre, Pil giù del 7 per cento, corruzione endemica e salatissime spese belliche, l’Ucraina ha più bisogno di aiuti finanziari che di armi. Almeno 15 miliardi di dollari per i prossimi anni oltre ai 17,5 già previsti. Tanti soldi. Ben spesi se si riesce a non abbandonare al suo destino uno stato europeo.
Uber, l’app che i tassisti milanesi contestano con modi incivili, è un’innovazione tecnologica che mette a disposizione di tutti servizi di trasporto a costi molto ridotti. Cambiando le regole per chi opera da anni in attività protette. E creando grattacapi ai regolatori.
Daniele Fano commenta gli interventi di Massimo Bordignon, “Il vuoto lasciato dal federalismo”, e di Francesco Giubileo, “Politiche attive del lavoro tra stato e regioni”
Patrik Vesan commenta l’articolo di Chiara Saraceno “La povertà continua a non essere in agenda”. Con una breve replica dell’autrice
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È un passo avanti la riforma degli ammortizzatori sociali, perché li estende dai lavoratori dipendenti anche ai parasubordinati che perdono il posto. Esclude però le categorie più deboli: chi ha avuto rapporti di lavoro molto frammentati o non regolari. Rischiamo uno spreco di risorse e siamo lontani da un sostegno universale.
Si gioca sul precipizio dell’uscita della Grecia dall’euro la partita tra il governo Tsipras da una parte e dall’altra la Ue e i singoli stati membri. Cancellare il debito di Atene è un boccone indigesto per la Germania ma anche per i governi di Spagna e Italia pressati da opposizioni pronte alle barricate. Chi finora ha scongiurato il peggio è la Bce di Mario Draghi. Insieme a un nuovo articolo, un Dossier sulla crisi ellenica.
Expo = impennata del turismo? Così prevede il premier Renzi. Speriamo gli diano ragione i numeri, che ora sono a livello di Turchia e Tailandia. Come mostra il nostro grafico. Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: la scuola, di cui si è ricominciato a parlare.
In nome della libertà di espressione, Anonymous ha oscurato centinaia di siti internet, account Facebook e Twitter di fiancheggiatori e reclutatori dell’Isis. I governi occidentali, spesso vittime degli attacchi di questo gruppo di hacker, se lo ritrovano alleato nella lotta al terrorismo. Con quali pro e contro?
È una scelta impopolare la mancata proroga degli sfratti ma ha il pregio di riportare fiducia nella legge e sanare anni di ingiustizie nei confronti dei proprietari di case. E forse stimolare gli investimenti nell’edilizia.
Ancora nebbia sull’applicabilità del nuovo schema di tutele del Jobs act ai dipendenti pubblici. Il suo testo non li include e non li esclude esplicitamente. Bene chiarirlo nella legge, evitando così libere interpretazioni.
Giova alla carriera delle donne rimandare la nascita del primo figlio. Con il rischio, però, di ritrovarsi meno fertili quando decidono di diventare madri. Una buona politica per la famiglia può molto aiutare a conciliare il percorso professionale con la maternità.
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Con la crisi economica e gli interventi del governo Renzi in materia istituzionale e tributaria, il modello di federalismo fiscale disegnato dalla riforma del Titolo V della Costituzione ha perso pezzi e coerenza. Ma non ce n’è ancora uno alternativo. È urgente metterci mano.
La Bce ha deciso che le banche greche non potranno più chiederle fondi dando in garanzia titoli del debito pubblico del loro paese. Un provvedimento tecnico ma anche un segnale politico: se Atene e Bruxelles non arrivano a un accordo, non sarà Draghi a togliere le castagne dal fuoco all’area euro. Il ministro delle finanze ellenico Varoufakis propone all’Europa di convertire il debito verso i creditori sovrani in derivati indicizzati alla crescita del Pil greco. La proposta presenta pochi vantaggi e molte difficoltà di attuazione. A cominciare dal fatto che manca di un piano credibile per la crescita.
Siamo (quasi) in deflazione, come mostra il grafico. Un buon affare per chi ha un lavoro, perché il potere d’acquisto del suo salario è aumentato. Per gli altri (e forse per l’Italia), un rischio da brivido.
L’intenzione del governo di privatizzare (parzialmente) Ferrovie dello stato mettendo sul mercato il 40 per cento della holding si scontra con la logica del mercato. La società infatti è proprietaria della rete dei binari, asset costosissimo e poco redditizio per gli investitori. Che è bene rimanga pubblico. Ecco perché e come.
Sotto la pressione degli investitori internazionali, il governo fa una parziale marcia indietro sul voto maggiorato o plurimo. Rimane che un troppo elevato premio di fedeltà agli azionisti di lungo corso per dare stabilità all’impresa rende inamovibili i soci di maggioranza (a partire dalle fondazioni bancarie). Un meccanismo controverso da ripensare.
La giunta per le immunità ha “assolto” il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli per gli insulti razzisti rivolti all’ex-ministra Cécile Kyenge. Crediamo che la giunta abbia commesso un grave errore, interpretando in maniera del tutto impropria il principio della libertà di espressione. Riteniamo che la battaglia politica ancor prima dei rapporti quotidiani tra persone debba mantenersi all’interno di regole civili. La redazione de lavoce.info esprime solidarietà all’on. Kyenge.
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Sergio Mattarella, appena nominato presidente della Repubblica, ha rivolto il primo pensiero alle difficoltà e alle speranze dei concittadini. Tra queste, ai primi posti c’è sicuramente il lavoro. Conti alla mano, si vede che la ripresa non basterà a ridurre la disoccupazione se non arriveranno anche riforme (del lavoro, del fisco, della pubblica amministrazione, della giustizia civile) che scoraggino le delocalizzazioni. Riforme il cui iter -tra annunci, impegni, scadenze fissate e poi slittate- è difficile da seguire per gli italiani. Per questo proponiamo un Orologio delle riforme che riassume schematicamente il cammino dei provvedimenti.
Parlando di lavoro che non c’è, spieghiamo anche come i dati mensili Istat su occupazione e disoccupazione offrano un quadro solo parziale di ciò che succede sul mercato del lavoro. E che cosa serve per far funzionare i servizi di orientamento, mediazione e formazione professionale. Meglio darli in mano alle regioni o al governo centrale?
Ora che il dado del Quantitative easing è stato tratto (da Draghi) rimane la grande domanda sulla sua efficacia nel rilanciare il credito e l’economia. Contro il pessimismo della Bundesbank, si possono ricordare i possibili benefici di contrasto alla deflazione, di diminuzione del rischio dei debiti sovrani e di risanamento dei bilanci in sofferenza delle banche.
Ribattezzata “legge anti-moschee”, la nuova normativa della regione Lombardia sui luoghi di culto riguarda formalmente tutte le religioni ma nei fatti ostacola quella islamica. Di dubbia costituzionalità, serve a chi privilegia la propaganda alla soluzione ragionevole dei problemi.
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